Notizie Indici e quotazioni Borse Europa terminano all’insegna degli acquisti, Piazza Affari la migliore

Borse Europa terminano all’insegna degli acquisti, Piazza Affari la migliore

15 Febbraio 2024 17:37

Le principali borse europee chiudono la seduta odierna con rialzi superiori al mezzo punto percentuale, con Piazza Affari la migliore del Vecchio Continente.

Panoramica sulla chiusura delle Borse del 15 febbraio 2024

Indici Europa e Italia

L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in rialzo dello 0,7%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta con un progresso dell’1,17% a 31.694,44 punti.

Positivi anche il Dax tedesco (+0,6%), il Cac40 francese (+0,9%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,1%).

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Migliori e Peggiori a Piazza Affari

Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo su Stellantis, che ha riportato conti in linea con le attese nel 2023 ma ha alzato il dividendo e annunciato un piano di buyback da 3 miliardi di euro. In evidenza Prysmian, che ha ottenuto commesse per complessivi 5 miliardi da Amprion. Bene anche Moncler e Diasorin.

Al contrario, i peggiori del listino sono Interpump Group, frenata dalle osservazioni degli analisti all’indomani dei risultati, Banco Bpm e Banca Monte Paschi Siena.

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Andamento Spread Btp / Bund

Sull’obbligazionario, lo Spread Btp/Bund con il rendimento del decennale italiano al 3,84% e quello del Bund al 2,35%, mentre i Treasury decennali Usa si attestano al 4,24%.

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Forex e Commodity

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si apprezza a 1,076 e il dollaro/yen resta sopra 150, con gli ultimi dati giapponesi che allontanano l’uscita dalla politica ultra-espansiva della Bank of Japan.

Tra le materie prime, il petrolio Brent si riavvicina agli 83 dollari al barile, malgrado le previsioni dell’AIE che stimano un surplus di offerta per quest’anno.

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Gli eventi di oggi

In mattinata è intervenuta la presidente della Bce Christine Lagarde, che ha ribadito la cautela su tagli affrettati dei tassi di interesse, poiché l’aumento degli stipendi rappresenta un significativo motore per dell’inflazione. Pertanto, i rischi permangono e i politici hanno bisogno di maggiori garanzie che la crescita dei prezzi torni verso l’obiettivo del 2%.

Sul fronte macro, l’economia del Regno Unito è entrata in recessione tecnica. Negli Usa, invece, sono stati diffusi i dati peggiori delle attese sulle vendite al dettaglio, in calo dello 0,8% a gennaio, e sulle richieste di sussidi di disoccupazione (212 mila, meno delle attese).