Notizie Indici e quotazioni Borse Europa terminano al ribasso dopo i dati sull’inflazione Usa

Borse Europa terminano al ribasso dopo i dati sull’inflazione Usa

13 Febbraio 2024 17:39

Le principali borse europee chiudono la seduta odierna in ribasso, frenate da Wall Street dopo la pubblicazione dei dati peggiori delle attese sull’inflazione statunitense.

Panoramica sulla chiusura delle Borse del 13 febbraio 2024

Indici Europa e Italia

L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in ribasso dell’1,2%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta con un calo dell’1,02% a 31.134,17 punti.

Negativi anche il Dax tedesco (-0,9%), il Cac40 francese (-0,8%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,6%).

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Migliori e Peggiori a Piazza Affari

Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo su Saipem, Pirelli & C, ed Hera.

Al contrario, i peggiori del listino sono Banco Bpm, Stmicroelectronics e Finecobank.

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Andamento Spread Btp / Bund

Sull’obbligazionario, lo Spread Btp/Bund con il rendimento del decennale italiano in aumento al 3,93% e quello del Bund al 2,39%, mentre i Treasury decennali Usa si attestano al 4,27%.

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Forex e Commodity

Sul Forex il cambio euro/dollaro scende a 1,072 e il dollaro/yen raggiunge quota 150,6.

Tra le materie prime, il petrolio Brent rimane sopra gli 82 dollari al barile, con le previsioni dell’IEA sulla domanda a bilanciare le pressioni ribassiste.

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Focus sui dati macro

Il rapporto americano sui prezzi al consumo ha segnalato un incremento mensile dello 0,3%, contro lo 0,2% previsto, e una crescita su base annua del 3,1%, in rallentamento dal 3,4% di dicembre ma ancora sopra il 3%, rispetto al 2,9% del consensus.

A frenare il processo disinflazionistico sono soprattutto i prezzi dei servizi, e in particolare degli alloggi, una metrica monitorata con attenzione dalla Federal Reserve. La banca centrale è alla ricerca di prove di raffreddamento strutturale dell’inflazione e questo report sembra sostenere la tesi dei “falchi” del Fomc, restii a tagliare troppo presto i tassi di interesse. I dati hanno innescato un rafforzamento del dollaro e un aumento dei rendimenti dei Treasury, mentre le scommesse su una riduzione del costo del denaro già a maggio si sono ulteriormente ridotte.

In giornata sono stati diffusi anche i dati sui salari nel Regno Unito, superiori alle attese (+5,8% nei tre mesi terminati a dicembre), e l’indice Zew tedesco, in miglioramento a 19,9 punti.

I prossimi appuntamenti

Per quanto riguarda gli Usa la giornata di giovedì sarà importante, con i dati sulle vendite al dettaglio, la produzione industriale e la fiducia dei costruttori statunitensi. Venerdì in calendario l’indice dei prezzi alla produzione di gennaio e arriveranno anche i dati sulle aspettative sull’inflazione al consumo di febbraio, dall’Università del Michigan.

Dall’altra parte del mondo, ad attirare l’attenzione sarà il contesto della crescita europea. Per l’Eurozona, la pubblicazione dei dati preliminari del Pil del quarto trimestre del 2023 è prevista per mercoledì, mentre il Regno Unito li pubblicherà giovedì. Altri importanti aggiornamenti saranno i dati sulla produzione industriale (mercoledì) e sulla bilancia commerciale (giovedì) dell’Eurozona.

Durante la settimana parleranno anche diversi banchieri centrali, sia Bce (giovedì la presidente Christine Lagarde) che Fed. Infine, ormai agli sgoccioli la stagione delle trimestrali negli Usa (almeno per ciò che riguarda le big cap, aspettando i conti di Nvidia il 21 febbraio) prosegue invece in Europa con diverse società italiane, tra cui Telecom Italia, Stellantis, Unipol ed Eni.