Notizie Notizie Italia Venti di guerra in Iraq infiammano il petrolio, Wti verso i 52$

Venti di guerra in Iraq infiammano il petrolio, Wti verso i 52$

13 Ottobre 2017 15:31

L’escalation di tensioni In Iraq scalda il prezzo del petrolio che si è portato sui massimi del mese di ottobre. Il future WTI sale del 2,17%, a 51,70 dollari al barile, mentre il Brent avanza del 2,10%, a $57,43. 

I curdi starebbero dispiegando circa 6000 peshmerga nella regione di Kirkuk in Iraq, ricca di petrolio, da dove parte l’oleodotto che va in Turchia e consente ai curdi di avere ingenti profitti. Il comando delle operazioni congiunte dell’esercito iracheno ha  comunque smentito una operazione militare dell’esercito per riprendere la provincia di Kirkuk. 

“Le tensioni – rimarcano gli analisti di MPS Capital Services – sono nate dopo l’esito favorevole del recente referendum a favore dell’Indipendenza dei curdi nel nord dell’Iraq, che però non è riconosciuto né dall’Iraq né dalla Turchia e dagli altri paesi limitrofi”. “Nel caso di scontri potrebbe esserci la rottura di area 60$”, aggiunge Mps Capital Services.  

Si rafforza la domanda cinese
Una sponda importante arriva anche da forti dati cinesi. Le importazioni di petrolio, nel periodo compreso tra gennaio e settembre, sono state in media di 8,5 milioni di barili al giorno, per poi salire fino a 9 milioni di barili al giorno, a settembre.

Sostegno anche dalle scorte Usa. Ieri l’EIA ha reso noto che le scorte di petrolio sono scese nell’ultima settimana di 2,7 milioni di barili, a 462,22 milioni di barili.

L’Agenzia internazionale dell’Energia (Aie) intanto ha confermato le stime di crescita della domanda globale di petrolio. Per il 2017 è attesa una crescita di 1,6 milioni di barili al giorno per un totale di 97,7 milioni. La crescita per il 2018 dovrebbe rallentare a +1,4 milioni di barili al giorno toccando quota 99,1 milioni. Per quanto riguarda l’offerta, a settembre la produzione dei Paesi Opec è rimasta sostanzialmente stabile.