Notizie Valute e materie prime Rifugio nell’oro: prosegue rally, nel mirino quota 1.700$. Ecco cosa dice l’analisi tecnica

Rifugio nell’oro: prosegue rally, nel mirino quota 1.700$. Ecco cosa dice l’analisi tecnica

24 Febbraio 2020 12:46

Torna a salire la febbre da oro sui timori della propagazione del coronavirus, al di là dei confini cinesi. Una paura che spinge gli investitori a stare lontani dagli asset più rischiosi, cercando riparo tra i cosiddetti beni rifugio come l’oro appunto. Nell’ultimo periodo le quotazioni avevano continuano a salire, con il metallo giallo che la scorsa settimana si è portato ai massimi a sette anni e ha infranto anche i 1.600 dollari l’oncia, che secondo alcuni studi di analisi tecnica rappresenta una soglia psicologica oltre la quale ci si aspetta che il rialzo prosegua.

Anche stamattina, alla luce dei nuovi aggiornamenti della diffusione dell’epidemia in Europa (in particolare in Italia), l’oro ha trovato nuovi spunti rialzisti e ora punta a sfondare la soglia dei 1.700 dollari l’oncia. Come sottolinea Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades, in un commento settimanale su “La Stampa”: “L’oro è inserito in un trend rialzista ormai da molti mesi, che ha trovato nuova benzina dopo il “profit warning” di Apple, la quale ha dichiarato che potrebbe non raggiungere i target di bilancio ipotizzati a causa del coronavirus e degli effetti che questo avrà sulla domanda dei suoi prodotti”.

 

Punto di vista tecnico ( a cura dell’ufficio studi di Borse.it)

Con l’Oro assistiamo anche al rafforzamento del dollar index e quindi dell’Eur/USD e dello yen sull’euro. Soprattutto noto dello yen, anche perché il dollaro si era già apprezzato un botto.

Come sempre il prezioso si conferma bene rifugio per eccellenza e accelera al rialzo sfiorando quota 1.700 dollari, ormai nel mirino. L’impostazione grafica del metallo giallo è ancora fortemente al rialzo e il segnale più importante è stato dato il 18 febbraio, quando l’oro, in un sol colpo ha infranto la trend ribassista di breve e la resistenza statica a 1.588 dollari. In tale scenario e visto il forte ipervenduto, la corsa dell’oro non sembra destinata a fermarsi nel breve. L’intensità del movimento dipenderà ovviamente dal deterioramento del sentiment sui mercati azionari, in ogni caso, sul break dei 1.700 dollari, target a 1.750 e 1.800 dollari. Al ribasso invece il primo supporto utile è a 1.600 dollari.

Una rally destinato a proseguire,  le ragioni  spiegate da Notz Stucki

Ma per quale motivo e in quali circostanze gli investitori preferiscono l’oro rispetto alle asset class tradizionali? Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki, spiega: “Nel corso degli anni l’oro è stato storicamente un asset in grado di proteggere gli investitori dai periodi di inflazione, soprattutto poichè quest’ultima erodeva il valore della moneta. Pertanto, si è osservato che nel lungo periodo la quotazione dell’oro segue quello dell’inflazione, a differenza della moneta che si deprezza a causa dell’aumento dei prezzi. Dato che si tratta di un asset denominato in dollari, prendiamo in considerazione l’inflazione USA, per cui vediamo come il tasso sia stato leggermente sopra al 2% nel corso del 2019 e nel gennaio scorso ha continuato, seppur debolmente, a salire. Tuttavia, l’anno scorso la quotazione dell’oro è salita fino a quasi il 20%, ben al di sopra del tasso di inflazione”. Le ragioni in questo caso vanno ricondotte, sempre secondo l’analisi, al contesto macroeconomico: il rallentamento economico e le incertezze globali incombenti nel 2019 hanno portato le Banche centrali ad elargire un’ingente liquidità a favore dell’economia reale, ma, siccome famiglie e imprese vedevano ancora dei rischi nel richiedere finanziamenti per fare investimenti, la grande liquidità rimasta nelle banche è finita principalmente negli asset finanziari e nelle commodities.

L’esperto si sofferma in particolare sullo scenario 2020, ricordando che allo stato attuale le politiche monetarie hanno meno spazio di manovra e l’inflazione è stabile, ma l’oro continua a sovraperformare la maggior parte di listini.

Ad esempio, si noti come quest’anno la performance sia superiore rispetto a quella dell’S&P 500 (come mostra il grafico): +6,59% contro un +4,41% dell’indice azionario americano. E in questo scenario per Giacomo Calef le spiegazioni sono due. Da un lato, tra tassi bassi delle obbligazioni e prezzi alti delle azioni, risulta più difficile ricercare valore nelle asset class tradizionali, quindi alcuni investitori potrebbero aver aggiunto in portafoglio una posizione nel metallo prezioso per impiegare la liquidità (che in diversi casi è sottoposta a tassi negativi). Ma dall’altro lato, gli stessi potrebbero temere seriamente gli effetti del Coronavirus, anticipando una possibile discesa dei profitti nel corso del 2020 e scegliendo, pertanto, l’oro come bene rifugio.