Piazza Affari alle prese con il ritorno del rischio politico, oggi Boe e Bce
L’incertezza continua a prevalere a per Piazza Affari dopo il tonfo di quasi l’1,5% della vigilia dettato dal riemergere di timori legati al rischio politico. L’indice Ftse Mib ha aperto in calo per poi ritrovare il segno più e alle 9:40 segna un progresso dello 0,34% a quota 22.476 punti. Rimane però la debolezza del settore bancario che ieri ha perso circa il 3% rispetto al -0,9% del comparto a livello europeo. “L’incertezza continuerà a dominare da qui fino alle elezioni”, rimarca Vincenzo Longo, market strategist di IG.
Questa mattina le banche si muovono in ordine sparso con Banco BPM che cede quasi il 2%, -0,15% per Ubi Banca mentre tenta il rimbalzo Unicredit (+0,9%).
Il concretizzarsi della possibilità di elezioni politiche già il prossimo 4 marzo, con sciglimento anticipato delle Camere entro fine anno dopo l’approvazione della legge di bilancio, ha alzato il livello di tensione sui mercati con lo spread balzato oltre area 150 punti base, nei pressi dei massimi a due mesi.
Le elezioni politiche già al 4 di marzo hanno “apparentemente avuto un impatto assai robusto sui BTP, e su azionario e banche italiane – rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – . Onestamente, mi pare pretestuoso, visto che da tempo si sapeva di questa possibilità, e che comunque le elezioni si sarebbero tenute, al più tardi, entro la primavera“.
Ieri il leader del centro destra Silvio Berlusconi ha palesato la possibilità che il governo Gentiloni resti in carica nel caso di esito delle elezioni che non permetta la formazione di una coalizione di governo. L’ex presidente del consiglio esclude quindi un governo tecnico, preferendo la continuità con Gentiloni e un ritorno al voto in tempi brevi se dalle urne non uscirà una coalizione vincente.
Centro studi di Confindustria ha rimarcato come le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante “e disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire lungo il cammino delle riforme o non far nulla (che, in termini relativi, vuol dire arretrare), se non proprio tornare indietro”.
Dopo la mossa della Fed, che ieri ha alzato il costo del denaro di 25 punti base confermando la previsione di tre ulteriori rialzi nel 2018, oggi è un’altra giornata ricca di appuntamenti economici con in primo piano gli annunci di politica monetaria di Bce e Bank of England. Entrambe dovrebbero lasciare i tassi invariati. In mattinata focus sui dati preliminari del Pmi manifatturiero di dicembre che per l’area euro è atteso in lieve calo a 59,8 dai 60,1 punti precedenti.