Notizie Valute e materie prime Petrolio, AIE: domanda in rallentamento da qui al 2028, cresce energia pulita

Petrolio, AIE: domanda in rallentamento da qui al 2028, cresce energia pulita

14 Giugno 2023 12:37

La crescita della domanda globale di petrolio si ridurrà nei prossimi anni, accelerando così la transizione verso energie alternative ai combustibili fossili. Lo rende noto la International Energy Agency (IEA, o AIE) nel rapporto “Oil 2023” diffuso oggi, che fornisce una panoramica completa delle dinamiche in evoluzione dell’offerta e della domanda di petrolio fino al 2028.

Lo scenario per il mercato del petrolio

Il mercato petrolifero globale si sta gradualmente ricalibrando, dopo tre anni turbolenti condizionati prima dalla pandemia di Covid-19 e poi dall’invasione russa dell’Ucraina, con i prezzi di riferimento del greggio tornati al di sotto dei livelli prebellici.

Secondo l’AIE, il mercato potrebbe irrigidirsi in modo significativo nei prossimi mesi per via dei tagli alla produzione dell’OPEC+, che mitigano la ripresa delle forniture globali di petrolio. Le prospettive sono attese in miglioramento nel periodo di previsione 2022-28.

Sulla base delle attuali politiche governative e delle tendenze del mercato, la domanda globale di petrolio aumenterà del 6% tra il 2022 e il 2028 per raggiungere 105,7 milioni barili al giorno, sostenuta dalla robusta domanda nei settori petrolchimico e aeronautico.

Tuttavia, secondo l’AIE, la crescita della domanda annua rallenterà da 2,4 milioni di barili al giorno a soli 400.000 barili al giorno nel 2028.

La crisi energetica accelera la transizione dal petrolio all’energia pulita

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia all’inizio del 2022 ha provocato un’impennata dei prezzi del petrolio e ha portato in primo piano i problemi relativi alla sicurezza dell’approvvigionamento, contribuendo ad accelerare la diffusione di tecnologie per l’energia pulita.

Da tempo, inoltre, i paesi consumatori stanno cercando di ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili per limitare le emissioni di gas serra e prevenire un cambiamento climatico che avrebbe conseguenze catastrofiche. Secondo l’AIE, quindi, la crescita della domanda di petrolio nel mondo rallenterà notevolmente nei prossimi anni.

L’Agenzia prevede che nel 2024 i consumi cresceranno ad un tasso dimezzato rispetto agli anni precedenti e che entro questo decennio verrà raggiunto il limite massimo della domanda, man mano che l’adozione dei veicoli elettrici ridurrà l’utilizzo di benzina nelle automobili. Tuttavia, la capacità produttiva continuerà ad aumentare, garantendo un’offerta adeguata fino al 2028.

Sempre meno dipendenza dagli idrocarburi

Nei prossimi mesi, il mercato mondiale del petrolio potrebbe subire un significativo inasprimento, poiché si prevede un aumento dei consumi di carburante in Cina, man mano che l’economia del Dragone si riprende dal post pandemia, e una riduzione della produzione da parte dei paesi OPEC+, guidati dall’Arabia Saudita.

Il 2023 sarà un anno di tensione, soprattutto nella seconda metà, con una riduzione delle scorte di petrolio nonostante la diminuzione della crescita della domanda globale, stimata in 860.000 barili al giorno, rispetto ai 2,4 milioni di barili al giorno del 2022.

Tuttavia, negli anni successivi, il mondo sarà sempre meno dipendente dagli idrocarburi. L’utilizzo della benzina, il secondo prodotto petrolifero più importante, inizierà a diminuire dal 2023, mentre l’uso del petrolio come combustibile per i trasporti calerà completamente a partire dal 2026. La crescita residua del petrolio sarà principalmente legata ai prodotti petrolchimici e al carburante per l’aviazione.

Queste tendenze sono il risultato di una svolta verso fonti a basse emissioni innescata dalla crisi energetica globale, nonché dell’enfasi politica sui miglioramenti dell’efficienza energetica e sulla rapida crescita delle vendite di veicoli elettrici (EV).

Gli investimenti upstream

Intanto, malgrado il rallentamento della domanda, crescono gli investimenti nelle nuove forniture. La spesa per il cosiddetto “upstream” (l’insieme dei processi operativi per l’esplorazione di nuovi giacimenti e l’estrazione di petrolio) aumenterà dell’11% nel 2023, raggiungendo un massimo di otto anni a $528 miliardi, contribuendo a garantire che la produzione resti in linea con la domanda fino alla fine del decennio.

Si prevede che la produzione aumenterà di 5,9 milioni di barili al giorno, circa il 6%, entro il 2028, grazie all’aumento della capacità negli Stati Uniti, Brasile e Guyana. La capacità dell’alleanza OPEC+ aumenterà di soli 800.000 barili al giorno, guidata dai giganti del Medio Oriente, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Obiettivo zero emissioni ancora lontano

Il previsto rallentamento nel consumo di petrolio non sarà sufficiente per consentire ai governi di tutto il mondo di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Secondo un precedente report dell’AIE, l’industria energetica avrebbe dovuto interrompere gli investimenti in tutti i nuovi progetti petroliferi e del gas per raggiungere le emissioni “net zero” entro il 2050.