Notizie Mercati privati: il 2023 è l’anno dei nuovi fondi. Parola di UBP

Mercati privati: il 2023 è l’anno dei nuovi fondi. Parola di UBP

25 Aprile 2023 13:15

Il 2023 è l’anno dei nuovi fondi. E’ quanto sostiene Brice Thionnet, Head of Private Markets di UBP che indica dove cercare le opportunità migliori.

“L’ampiezza degli investimenti nei mercati privati consente agli investitori di scegliere la propria strategia in modo da trarre vantaggio da qualsiasi contesto economico e di mercato. Nell’attuale contesto – che vede un’inflazione elevata, un aumento dei tassi d’interesse e una potenziale recessione globale – vediamo opportunità nei seguenti temi: Spese aziendali fondamentali – Private Equity per i software aziendali” sostiene Thionnet.

Mercati privati: la view di UBP

“Il business delle società di software specializzate rimarrà probabilmente favorevole. Le aziende hanno bisogno di migliorare la loro produttività e i software aziendali rimangono l’obiettivo principale per promuovere l’automazione e l’efficienza dei processi. Il potere dei software aziendali è mission-critical, in quanto determina i ricavi e fidelizza i clienti. Le aziende leader di nuova generazione sono già ai blocchi di partenza” continua l’esperto.

Il direct lending come asset class è cresciuto in modo significativo dopo la crisi finanziaria globale, soprattutto a causa dell’ampio ridimensionamento delle banche tradizionali. Il direct lending raccoglie prestiti in transazioni di origine privata, incorporando spesso elementi di incremento del rendimento. Vediamo opportunità specifiche nelle strategie regionali di direct lending con un profilo difensivo e nelle strategie focalizzate sul settore del finanziamento asset-backed dell’edilizia sociale e a prezzi accessibili” continua l’analista.

In merito ai mercati immobiliari, “per il 2023 è previsto un reset dei prezzi, che però non interesserà allo stesso modo tutti i segmenti del mercato. Vediamo una forte opportunità di ottenere un reddito premium nel settore governativo europeo, dove gli edifici sono spesso costruiti ad hoc, hanno termini di locazione lunghi e indicizzati all’inflazione (fino a 20 anni), tassi di rinnovo dei contratti di locazione dell’85% e indici di occupazione superiori al 90%”.

Infine sostiene l’analista, “le politiche climatiche stanno preparando il terreno per la mobilitazione di capitali globali con l’obiettivo di ridurre a zero le emissioni. Le infrastrutture sono fondamentali per una transizione verso un’economia a basse emissioni di anidride carbonica e per l’urgente necessità di capacità di ripresa energetica. La nostra attenzione si concentra esplicitamente sulle infrastrutture per la transizione nei settori energia e ambiente, digitalizzazione, mobilità e decarbonizzazione. Gli investitori sono attratti dalle infrastrutture anche per le loro caratteristiche di rendimento costante e in grado di mitigare l’inflazione e per la forte protezione dai ribassi”.