Notizie Notizie Mondo Mercati Emergenti, Buono il quadro a medio e lungo termine. In luce il gruppo CE3

Mercati Emergenti, Buono il quadro a medio e lungo termine. In luce il gruppo CE3

4 Settembre 2017 10:47

 

Lo scorso luglio l’indice MSCI EM ha guadagnato oltre il 5%, portando così l’incremento del segmento Mercati Emergenti oltre il 20% da inizio anno. Il movimento è andato di pari passo con un nuovo forte calo del dollaro americano e un sensibile rialzo dei prezzi delle materie prime, mentre l’andamento congiunturale, quasi ovunque positivo, ha supportato il rialzo. La domanda a questo punto, è la seguente: gli EM sono giunti a fine corsa? “Con il recente rialzo dei corsi, l’indice MSCI EM ha rotto il trend al ribasso che era seguito ai massimi storici del 2007. A medio termine questo potrebbe comportare altri aumenti dei corsi”, è la sintesi di un report pubblicato da Raiffeisen Capital Management. Tuttavia esistono alcuni elementi che invitano alla prudenza, almeno nel breve periodo. Da un lato, come fanno notare gli analisti di Raiffeisen, il sentiment di mercato sembra molto ottimistico, mentre i rialzi dei corsi finora si sono manifestati soprattutto in due settori, vale a dire quello della tecnologia e dell’informazione e, con un certo distacco, nel settore del consumo ciclico. Dall’altro, gli andamenti del dollaro, dei tassi d’interesse Usa, dei dati sull’inflazione e delle azioni americane sembrano contrastanti: le quotazioni azionarie segnalano una forte crescita dei fatturati e degli utili societari, ma la debolezza del dollaro, i rendimenti delle obbligazioni Usa, che continuano a essere bassi, e i tassi d’inflazione piuttosto stagnanti indicano, tuttavia, il contrario. “Ciò significa o un’imminente fine della svalutazione del dollaro o sorprese negative riguardo agli utili societari Usa nei prossimi trimestri – spiega il team di Raiffeisen – Entrambi comporterebbero problemi per i corsi azionari nei Paesi Emergenti”. L’ultima, ma non meno importante, perplessità si riferisce alla crescita delle esportazioni dei mercati emergenti asiatici, che sembra avere superato il suo apice. “Almeno nel breve periodo potrebbero quindi manifestarsi movimenti contrari e correzioni delle valute e delle azioni degli Emerging Markets. Ma  il quadro di medio e lungo termine è ancora positivo, sia per i mercati azionari che per le valute dei Paesi emergenti, anche se si potranno registrare notevoli differenze da Paese a Paese”, è la previsione di Raiffeisen.

 

Il gruppo CE3

 

Nell’analisi sull’universo “emergente” Raiffeisen ha dedicato un approfondimento al gruppo CE3, ovvero Polonia, Repubblica ceca e Ungheria, che appare particolarmente promettente. Le ragioni? Partendo dalla Polonia, il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita superiore alla media sia nel 2017 che nel 2018. Le prospettive di lungo periodo impongono tuttavia diverse sfide, in particolare a causa di una struttura demografica sfavorevole: “La percentuale dei pensionati sta rapidamente aumentando e a medio termine potrebbero manifestarsi pressioni inflazionistiche considerato il mercato del lavoro sempre più stretto”, spiegano gli strategist. Sul piano della politica interna e nei confronti dell’Ue, l’attenzione si era concentrata sulla riforma del sistema giudiziario, giudicata limitativa dell’indipendenza dei tribunali: eventualità scongiurata – in seguito alle proteste della popolazione e alle critiche dell’Ue – dal presidente polacco che non ha firmato una parte della riforma. Quanto al governo ceco ha nettamente alzato a oltre il 3% la sua previsione di crescita per il 2017. “L’inflazione, da parte sua, è lievemente calata nell’ultimo periodo, anche se continua a essere superiore al valore obiettivo della Banca centrale, che a inizio agosto, per la prima volta dal 2008, ha aumentato leggermente il tasso guida, dallo 0,05% allo 0,25%”, è l’analisi di Raiffeisen. Ma le maggiori sorprese giungono dall’Ungheria, dove l’inflazione ha già superato il suo apice ed è nuovamente scesa sotto il 2%. Contemporaneamente, a giugno le vendite al dettaglio sono aumentate più di quanto previsto dagli analisti. Non solo: la produzione industriale rimane solida e il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso al 4,3%. “Per concludere i mercati azionari della regione a luglio hanno guadagnato, ma meno della media dei Paesi Emergenti: in Polonia e nella Repubblica Ceca, per esempio, gli indici azionari sono cresciuti del 3% circa, in Ungheria quasi del 2 per cento”, dice Raiffeisen.