Notizie Notizie Italia Ftse Mib, i migliori e peggiori di marzo: corre Saipem, giù Tim

Ftse Mib, i migliori e peggiori di marzo: corre Saipem, giù Tim

28 Marzo 2024 18:02

Sui mercati azionari cala il sipario sul mese di marzo e anche sul primo trimestre del 2024. I listini si preparano così al lungo ponte pasquale, con la ripresa delle contrattazioni prevista per martedì 2 aprile.

Il mese di marzo è stato un nuovo mese di rialzi per le Borse europee e per Wall Street. L’indice Ftse Mib ha terminato il mese in area 34.750 punti, sui massimi dal 2007. Nell’ultimo mese il listino principale di Milano ha registrato un rialzo di circa il 6,6%, mostrando un ritmo di crescita tra i più elevati nel Vecchio continente (a fare meglio solo l’Ibex con aumenti di oltre il 10,7%).

A livello societario, marzo è stato scandito dalla presentazione dei risultati finanziari ma anche di numerosi piani industriali da parte di alcune big del Ftse Mib, come Iveco, Telecom Italia, Leonardo (solo per citarne alcuni).

Ma vediamo quali sono stati i titoli migliori e peggiori di marzo del paniere principale di Borsa Italiana.

I titoli migliori di marzo del Ftse Mib

Classifica Migliori 5 Var% 1 mese
1 SAIPEM 52,50%
2 LEONARDO 18,50%
3 IVECO GROUP 18,10%
4 BPER BANCA 18,10%
5 BANCO BPM 14,40%

La maglia di migliore del mese di marzo del Ftse Mib viene indossata da Saipem che registra un +52,5%. A guidare i rialzi dell titolo del gruppo attivo nel settore dei servizi petroliferi gli annunci di fine febbraio, quando sono stati presentati i numeri 2023, la guidance 2024 e l’aggiornamento del piano strategico 2024-2027 che promette un ritorno al dividendo fissato nel 2025 e una raccolta ordini di 18 miliardi di euro. In occasione dei conti 2023, gli analisti di Barclays hanno sottolineato che “Saipem ha registrato numeri molto forti e una guidance positiva”, con i “numeri del solo quarto trimestre che battono le nostre stime e quelle del consensus Bloomberg di oltre il 20%”.

Oggi sempre Barclays ha confermato il rating overweight sulla società guidata da Puliti e ha rivisto al rialzo il prezzo obiettivo che è salito da 2,50 a 2,90 euro.

In seconda posizione Leonardo che archivia marzo con un rialzo del 18,5%.

In terza posizione Iveco che chiude il mese di marzo con un saldo positivo del 18,1%. A sostenere il titolo, che è anche uno dei migliori del Ftse Mib da inizio 2024, le indicazioni sul nuovo piano illustrato nel corso del Capital Market Day di metà marzo. A livello di target finanziari, Iveco punta a raggiungere a fine piano (quindi al 2028) ricavi netti per le attività industriali pari a circa 19 miliardi di euro, con un Ebit margin adjusted tra il 7 e l’8%, investimenti per circa 6/7% e un free cash flow di circa 0,9 miliardi.

Fuori dal podio Bper, registrando a marzo un +18,1%. Sul finire del mese la banca emiliana ha incassato la valutazione di S&P Global Ratings che ha assegnato il rating BBB-/A-3, con outlook positivo. Secondo gli esperti dell’agenzia di rating americana, la consolidata presenza di Bper in Italia, la qualità degli attivi risanata e le buone prospettive di redditività sosterranno il merito di credito della banca. Altro tema in casa Bper è quello del rinnovo del consiglio di amministrazione in vista del 19 aprile, quando è in programma l’assemblea degli azionisti.

I titoli peggiori del mese di febbraio a Piazza Affari

Classifica Peggiori 5 Var% 1 mese
1 TELECOM ITALIA -21,20%
2 NEXI -14,70%
3 BRUNELLO CUCINELLI -6,90%
4 ERG -6,10%
5 DIASORIN -5,40%

Il mese di marzo ha visto il crollo in Borsa di Telecom Italia (-21,2%). Basta ricordare che in una sola seduta, quella del 7 marzo, giorno della presentazione del nuovo piano industriale “Free to run” (il primo senza la rete), il titolo della big delle telecomunicazioni ha perso qualcosa come quasi il 24%. Sull’andamento del titolo (che in generale ha vissuto un mese ad alta volatilità) ha acceso un faro la Consob. Intanto negli ultimi giorni il mercato si è soffermato anche sull’articolo del “Financial Times” dal titolo “Telecom Italia targeted by short sellers with €1bn bet”, secondo il quale Tim sarebbe vittima scommesse short (ovvero ribassiste) da 1 miliardo di euro.

Nelle retrovie anche Nexi (-14,7%) ed Brunello Cucinelli (-6,9%).