Boom di titoli di stato in portafogli banche italiane. Ma per Equita il vero problema non è il doom loop
Tra i dati che Bankitalia ha diramato con il report “banche e monete”, è arrivato anche uno che ha alimentato più di un timore: quello relativo alla presenza dei titoli di stato nei portafogli delle banche italiane. Dal rapporto è emerso, infatti, che, nel mese di luglio, il valore del debito sovrano made in Italy in mano agli istituti del paese ha superato la soglia dei 400 miliardi di euro, salendo fino a 401,3, di cui 287,2 miliardi di BTP.
L’ammontare, come ha fatto notare Equita SIM, corrisponde al record degli ultimi tre anni. E ripropone il dilemma del doom loop, ovvero dell’abbraccio mortale tra le banche italiane e i titoli di stato italiani verso cui sono esposte. Equita Sim ha tuttavia sottolineato che gran parte di quell’aumento abbia interessato istituti di credito che non sono quotati. Aggiungendo che sarà la stessa regolamentazione Ue, in ogni caso, a impedire che l’esposizione raggiunga soglie troppo alte. Così si legge nella nota:
“Lo stock (di titoli di stato) è aumentato a luglio di 11 miliardi a 401 miliardi, raggiungendo il massimo da 3 anni. Crediamo che gran parte dell’incremento sia stato registrato da banche non quotate e/o da BancoPosta visto che a fine secondo trimestre le banche quotate avevano leggermente ridotto lo stock rispetto al primo trimestre (-3 miliardi a 158 miliardi) né era emersa la volontà di aumentare l’esposizione a questa asset class.”.
Ancora, la SIM precisa che “continuiamo a ritenere che, in una prospettiva di medio periodo di completamento dell’Unione bancaria, le banche saranno chiamate a ridurre lo stock di titoli di stato. In base ai nostri calcoli la riduzione potrebbe raggiungere i 69 miliardi (-44%) con un impatto negativo del 5% sul NII (net interest income, margine di interesse netto) ma benefici più che proporzionali in termini di percezione di rischio”.
Nella stessa nota, più che sul doom loop, Equita ha lanciato un alert sul rischio che i crediti deteriorati delle banche italiane tornino a salire. Rischio incorporato nelle sue stime, visto che l’outlook è di un nuovo rialzo dei nuovi flussi di NPL.
“Stimiamo nuovi flussi di NPL di 789 milioni di euro (rispetto ai 859 milioni di euro di giugno e una media mensile 2019 di 713 milioni di euro)”, a fronte di un “tasso di crescita dello stock confermato a 3,5%”. L’alert è chiaro: “l’accelerazione dei flussi di NPL in un contesto macro che potrebbe peggiorare rappresenta la più tangibile minaccia per il settore bancario: in base ai nostri calcoli un aumento del default rate da 1,7% del 2Q a 2,6% avrebbe un impatto negativo del 27% sugli utili 2020″.