Notizie Notizie Mondo I 10 interrogativi del 2020 sui mercati tra dubbi crescita e nuovi rischi

I 10 interrogativi del 2020 sui mercati tra dubbi crescita e nuovi rischi

9 Gennaio 2020 10:15

Come sarà il 2020 per i mercati finanziari? Difficile fare previsioni. Certamente, sarà un anno ricco di eventi e, da come è iniziato, piuttosto impegnativo per gli operatori che si dovranno confrontare con le crescenti tensioni geopolitiche, oltre che gli interrogativi sul commercio, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e, come sempre, la crescita globale e dunque l’evoluzione delle politiche monetarie delle banche centrali. Per avere un’idea più chiara in testa, Natixis ha individuato i 10 interrogati del 2020 e le relative risposte, per bocca di Esty Dwek, head of global market strategy di Natixis IM Solutions.

 

1. Ci sarà una recessione negli Stati Uniti o a livello globale?
No, crediamo che il 2020 registrerà una continua ripresa dell’attività economica, seppur moderata. Prevediamo che la crescita si mantenga intorno ai livelli attuali per le principali economie, mentre riteniamo che gli Stati Uniti potrebbero regalare addirittura una sorpresa in positivo.

 

2. La tregua Usa-Cina sul fronte commerciale reggerà?
Sì. Ci aspettiamo che la recente tregua prosegua, poiché entrambe le parti hanno forti incentivi a evitare un’ulteriore escalation. Riteniamo tuttavia che altre fasi (oltre alla fase 1 raggiunta a dicembre) o un accordo commerciale onnicomprensivo siano poco probabili, con le trattative che probabilmente si fermeranno.

 

3. Il Regno Unito gestirà un accordo commerciale con l’Unione Europea entro la fine dell’anno?
No. Il premier inglese Boris Johnson ha fatto una campagna per concludere il processo Brexit e non intende prorogare ulteriormente oltre dicembre 2020 il periodo di transizione. Tuttavia, riteniamo improbabile che un accordo commerciale completo venga raggiunto nel giro di pochi mesi tra Londra e Bruxelles. Ci aspettiamo una proroga, ma allo stesso riconosciamo la possibilità di proseguire con la normativa del WTO per continuare i negoziati.

 

4. Le principali banche centrali rimarranno in attesa?
Sì, riteniamo che la Federal Reserve non avrà bisogno di ulteriori tagli dei tassi di interesse, visto il miglioramento del contesto globale e il fatto che l’inflazione non aumenterà tanto da giustificare una revisione della politica monetaria. Ci aspettiamo che anche la Bce rimanga in attesa, facendo pressione sui responsabili politici in materia di sostegno fiscale. Crediamo che la Bank of Japan (BoJ) continuerà con un indirizzo accomodante, ma sarà limitata nelle proprie azioni. Infine, la Bank of England (BoE) potrebbe invece dover tagliare per sostenere un’economia fragile.

 

5. L’inflazione core aumenterà molto negli Stati Uniti?
No. È probabile che l’inflazione aumenti, soprattutto per effetto del petrolio, ma riteniamo che l’inflazione core rimarrà contenuta, suggerendo che ci sarà poca pressione sulla Fed per aumentare i tassi.

 

6. Politica e geopolitica saranno ancora driver di mercato?
Sì. È probabile che le questioni legate al commercio continuino a occupare le prime pagine dei giornali, e non solo relativamente a Stati Uniti e Cina, ma anche per quanto riguarda l’Europa. Con le presidenziali imminenti negli Stati Uniti e vari punti interrogativi per quanto riguarda la politica in Germania, Italia e Francia, anche la politica interna potrebbe diventare un tema molto importante. Mentre, con una forward guidance relativamente chiara, è probabile che le banche centrali assumano un ruolo di secondo piano.

 

7. Vedremo di nuovo mercati azionari positivi?
Sì. Riteniamo che il miglioramento del contesto globale e la riduzione dell’incertezza che ruota intorno al commercio e alla Brexit continueranno a fungere da sostegno per la propensione al rischio, e quindi per i mercati azionari. Dovrebbe persistere una maggiore volatilità, come dimostrano le tensioni tra Stati Uniti e Iran.

 

8. I rendimenti aumenteranno sensibilmente?
No. Riteniamo che una crescita migliore e un altrettanto miglior sentiment degli investitori implichi un aumento dei rendimenti, ma i timori di crescita non scompariranno e, con l’inflazione contenuta, i rendimenti rimarranno probabilmente anch’essi contenuti.

 

9. I titoli value registreranno performance notevoli?
No. È probabile che il recente rialzo prosegua nel breve termine, tema che dovrebbe vedere gli asset europei continuare a fare bene, ma ci aspettiamo che la domanda di titoli di qualità continuerà, sostenendo i titoli growth e il mercato statunitense nel medio termine.

 

10. Il prezzo del petrolio aumenterà?
No. Mentre le tensioni in Medio Oriente probabilmente continueranno, suggerendo un premio al rischio più elevato per i prezzi del petrolio, l’offerta rimane ampia grazie allo shale oil da parte degli Usa, portando a immaginare che non vi sarà un aumento dei prezzi. È improbabile che la crescita registri un picco, aspetto che dovrebbe anche fungere da limite ai prezzi.