Notizie Notizie Italia UniCredit corre con mix bilancio-addio Mediobanca. Continua taglio esposizione verso i BTP

UniCredit corre con mix bilancio-addio Mediobanca. Continua taglio esposizione verso i BTP

7 Novembre 2019 10:34

Mediobanca è una società “estremamente ben gestita” ma per Unicredit era un “asset non core” e, “in linea con la nostra strategia di dismissione di partecipazioni non strategiche”, abbiamo deciso di vendere la nostra quota in Piazzetta Cuccia, “un’altra banca, un competitor”.

Così il numero uno di UniCrediti, Jean Pierre Mustier, nel corso di una conference call con le agenzie di stampa, indetta per commentare i risultati di bilancio del gruppo UniCredit, ha commentato anche l’altra grande notizia arrivata ieri sera: quella relativa alla decisione dell’istituto di uscire da Mediobanca.

Come è avvenuta l’uscita, e perchè? Sul modo in cui è avvenuta ulteriori dettagli sono emersi stamattina, dopo che la notizia dell’addio a Piazzetta Cuccia era arrivata nella serata di ieri.

UniCredit ha completato ieri in tarda serata la procedura di accelerated bookbuilding per la cessione a investitori istituzionali di circa 74,5 milioni di azioni ordinarie detenute in Mediobanca – Banca di Credito Finanziario, corrispondenti a circa l’8,4 per cento del capitale azionario esistente della Società, al prezzo di 10,53 per azione. Il regolamento dell’Offerta è previsto in data 11 novembre 2019.

La partecipazione oggetto dell’Offerta rappresenta l’intera partecipazione detenuta da UniCredit nella Società e il prezzo incorpora uno sconto del 2,3 per cento circa rispetto all’ultimo prezzo di chiusura di Mediobanca pre-annuncio. Si apprende anche che l’impatto atteso dell’operazione, che sarà contabilizzata nel quarto trimestre dell’anno, è sostanzialmente neutrale sul CET1 capital ratio del Gruppo UniCredit.

PERCHE’ UNICREDIT HA MOLLATO MEDIOBANCA? MUSTIER RISPONDE

La domanda è: perché UniCredit è uscita da Mediobanca?

I motivi sono stati illustrati dallo stesso AD Mustier. La decisione, ha spiegato, è arrivata anche dopo che lo scorso anno, alla scadenza del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia e con l’uscita di Bollorè, non è stato possibile raggiungere un’intesa sulla formazione di un nuovo accordo “più forte” fra i soci, come richiesto da Unicredit.

Quando la nostra proposta è stata respinta abbiamo considerato la nostra quota non strategica e in linea con la nostra strategia è stata venduta”, ha detto.

Rispondendo a chi gli chiedeva se l’addio a Mediobanca non rischiasse di ripercuotersi negativamente su Generali, rendendola più esposta alle mire degli investitori esteri, Mustier ha detto:

Generali “è una compagnia estremamente ben gestita. Abbiamo sempre ribadito l’auspicio che resti indipendente e italiana. Avevamo proposto agli azionisti di Mediobanca un patto forte per proteggere Piazzetta Cuccia e le sue controllate ma la nostra proposta è stata respinta”.

Addio a Mediobanca, dunque: e, in parallelo, la notizia dei risultati del terzo trimestre dell’anno, che hanno messo in evidenza utili a 1,1 miliardi di euro, uguali all’utile netto rettificato di gruppo, quest’ultimo in rialzo del 25,7%, e meglio delle attese.

“Uno dei migliori trimestri del decennio”, ha detto Mustier.

Il mix addio Mediobanca- bilancio viene accolto con favore dal mercato: il titolo UniCredit scatta subito al rialzo, per poi accelerare nel corso della sessione, confermandosi il migliore dell’indice Ftse Mib, e volando fino al 5%. Dal canto suo, mollata da UniCredit, Mediobanca riporta una performance praticamente piatta.

Dal bilancio di UniCredit arrivano anche altri dettagli: nel terzo trimestre del 2019, UniCredit ha ridotto la propria esposizione verso la carta italiana, dunque i BTP, per un importo pari a 3,6 miliardi a 44,9 miliardi.

L’istituto, si legge in una nota, ha “raggiunto il target relativo alla riduzione della sensitività del BTp nel terzo trimestre 2018 di circa il 35% con un trimestre di anticipo’.

Viene segnalato come la banca capitanata da Jean-Pierre Mustier, già nel mese di maggio, avesse reso nota l’intenzione di limare l’esposizione verso i BTP, portando i titoli a scadenza.

E qui viene automatico ripensare ai recenti rumor diffusi dall’agenzia di stampa Reuters, a fine ottobre, secondo cui Mustier avrebbe un piano ben preciso per rilanciare le quotazioni del titolo UniCredit, che ha azzerato il 30% del suo valore dall’aprile del 2018: rendere la banca meno italiana.

Il rumor non è del tutto nuovo, visto che ha a che fare con un altro obiettivo di Mustier di cui si parla ormai da un bel po’: quello di creare una subholding tedesca per tutelarsi dal rischio Italia.

Così aveva commentato a Reuters, Stefano Caselli, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari presso l’Università Bocconi: “UniCredit è per dimensione uno dei principali gruppi europei ma, a causa delle sue radici italiane, viene dagli investitori associato al rischio Italia in misura a mio parere eccessiva perché non tiene dovuto conto della sua diversificazione geografica”.

Una precisazione a tal proposito è arrivata oggi proprio da Mustier, in occasione della conference call con gli analisti sui risultati di bilancio. Nel caso in cui UniCredit decidesse di lanciare una holding internazionale in cui convogliare le sue attività estere, ha precisato l’AD, questa non verrebbe quotata e avrebbe sede in Italia.  Mustier ha ammesso che il gruppo sta valutando l’opportunità di creare una holding internazionale, ma ha anche precisato: “Noi non abbiamo mai detto che avremmo avuto una holding in Germania”.
 

ALTRI NUMERI BILANCIO UNICREDIT: CET1 RATIO E NON SOLO. ATTESO NUOVO PIANO TEAM 23

A fine settembre il Cet1 ratio della banca si attestava al 12,6%. Guardando ai primi nove mesi del 2019, il risultato netto contabile è stato pari a 4,3 miliardi e l’utile netto rettificato a 3,3 miliardi, in aumento dell’8,2% su base annua.

Complessivamente, i ricavi sono scesi nei nove mesi del 2%, a fronte del calo delle commissioni pari a – 2,1% a 4,7 miliardi.

Chiuso il piano Transform 2019, il prossimo 3 dicembre Unicredit presenterà il nuovo piano “Team 23”. Lo ha reso noto il Ceo Jean Pierre Mustier, commentando i risultati trimestrali. “Vorrei ringraziare ancora una volta tutti i colleghi di UniCredit che hanno reso possibili gli eccezionali risultati di Transform 2019. Insieme continueremo ad andare avanti con successo e presenteremo la nostra nuova strategia di business, ‘Team 23’, il prossimo 3 dicembre”.

Mustier ha fatto notare che “dal lancio di Transform 2019, le esposizioni creditizie deteriorate lorde di Gruppo sono scese di quasi 50 miliardi”.

UniCredit ha confermato la guidance sui ricavi e sull’utile netto rettificato per il 2019, confermando contestualmente anche il target, sempre per quest’anno, di portare il carico degli NPL – crediti deteriorati lordi – a scendere al di sotto di quota 10 miliardi.