Tassi Treasuries a due anni superano il 2%, prima volta da crac Lehman Brothers
Per la prima volta dal crac di Lehman Brothers, ovvero dal settembre del 2008, i tassi dei Treasuries Usa a 2 anni hanno superato la soglia del 2%. Il balzo è stato scatenato dalla pubblicazione, negli Usa, dell’indice dei prezzi al consumo di dicembre, che ha mostrato un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche.
La componente core è salita dello 0,3% su base mensile, più del +0,2% atteso dal consensus e al record in quasi un anno.
Su base annua, l’accelerazione è stata pari a +1,8%, rispetto al +1,7% precedente.
La solidità dell’economia Usa è stata confermata anche dalla pubblicazione del dato relativo alle vendite al dettaglio, che nel mese di dicembre è avanzato dello 0,4%, lievemente al di sotto del +0,5% atteso dal consensus ma in crescita per il quarto mese consecutivo.
I numeri di ottobre e novembre sono stati rivisti entrambi al rialzo e inoltre, nell’intero 2017, la crescita è stata pari a +4,2%, al ritmo più forte in tre anni.
Intervistato da Bloomberg Lewis Alexander, responsabile economista presso Nomura Securities, che aveva stimato un aumento mensile della componente core dell’indice CPI pari a +0,3%, così com’è stato, ha commentato:
“I dati sono coerenti con la view che la Fed ha sull’inflazione, ovvero che la debolezza della sua crescita è dovuta a fattori temporanei”.
Jennifer Lee, economista senior per BMO Capital Markets, ha commentato entrambi i dati affermando che “il trend della componente core dell’indice dei prezzi al consumo, insieme al dato solido sulle vendite al dettaglio..sostiene le nostre aspettative su un rialzo dei tassi, da parte della Fed, a marzo“.
Immediata anche la reazione dei tassi sui Treasuries a 10 anni, che sono saliti al 2,583%, mentre quelli trentennali sono avanzati al 2,894%.
A tal proposito, vale la pena menzionare quanto detto ieri da William Dudley, presidente dimissionario della Fed di New York.
Secondo Dudley, è possibile che la Federal Reserve stia sopravvalutando il problema dell’inflazione, e che la verità è che l’economia Usa non solo sia in buone condizioni di salute, ma che rischi anche di surriscaldarsi, nei prossimi anni.
Nel discorso che ha proferito alla Securities and Financial Markets Association, Dudley ha detto:
“Sembra strano focalizzarsi sul rischio di un surriscaldamento dell’economia quando l’inflazione è bassa, ma credo che sia questo il rischio reale nel corso dei prossimi anni”.
Il risultato è che la Banca centrale Usa potrebbe essere costretta ad alzare i tassi in modo più sostenuto che in passato per far fronte a un possibile surriscaldamento dell’economia. E, “se ciò accadesse, il rischio di un hard landing aumenterebbe”.