Spagna: è crisi tra Madrid e Barcellona, governo si riunirà sabato per decidere su autonomia Catalogna
E’ crisi profonda tra Madrid e Barcellona. Anche il secondo ultimatum, dopo quello di lunedì scorso (Leggi QUI), lanciato dal governo spagnolo alla Catalogna, è scaduto senza un chiarimento definitivo della situazione. Le parole del presidente separatista catalano, Carles Puigdemont, sono state evasive e non hanno dato una risposta precisa sulla volontà o meno di proclamare in maniera unilaterale l’indipendenza della regione, dopo il referendum dell’1 ottobre scorso. Ora si attende la reazione del governo centrale guidato da Mariano Rajoy, che ha indetto una riunione straordinaria del consiglio dei ministri per sabato mattina.
Alla scadenza questa mattina dell’ultimatum lanciato da Madrid, il presidente della regione autonoma della Catalogna non ha chiarito, come richiesto, la situazione. “Se il governo centrale continua a evitare il dialogo e persiste nella repressione – ha risposto Puigdemont – il Parlamento regionale potrà procedere, se lo ritiene opportuno, a votare la dichiarazione formale di indipendenza”. Puigdemont insiste sulla proposta di dialogo. Lunedì scorso, allo scadere del primo ultimatum, il presidente catalano aveva chiesto due mesi di dialogo per gestire al meglio la situazione e trovare una soluzione. Dall’altra parte, il governo di Madrid intende rimanere sulle proprie posizioni e non cedere terreno. Rajoy ha convocato per sabato mattina una riunione straordinaria per decidere come procedere e per esaminare il processo previsto dall’articolo 155 della Costituzione, che permetterebbe di sospendere l’autonomia alla Catalogna.
“La risposta del governo catalano non è stata abbastanza chiara per il governo spagnolo, che ora attiverà l’articolo 155”, commenta Steven Trypsteen, economista di ING. Una escalation delle tensioni che non porterà a niente di buono né per l’economia della Spagna né per quella della Catalogna. Molte società hanno già spostato la sede legale, fuori dai confini della regione, mentre il governo spagnolo ha già ridotto la sua stima di crescita per il 2018 al 2,3% dal precedente 2,6% proprio per questa crisi politica (Leggi QUI). “Sono ancora possibili molti esiti diversi, come quello delle elezioni anticipate in Catalogna, prima che entri in vigore l’articolo 155 – conclude Trypsteen – Ma una cosa sembra certa: si è ancora lontano da una soluzione cooperativa del problema, che possa allentare la pressione sugli spread spagnoli”.