Notizie Notizie Mondo Preview Fed e Bce: ecco cosa faranno le banche centrali secondo Algebris

Preview Fed e Bce: ecco cosa faranno le banche centrali secondo Algebris

13 Dicembre 2022 10:02

Preview FED e BCE: cosa faranno le banche centrali secondo Algebris?

Si inizia con la Fed, con il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa, che si riunirà oggi, martedì 13 novembre, per fare il suo grande annuncio domani, mercoledì 14 novembre “in cui verranno forniti anche gli aggiornamenti sulle proiezioni economiche”.

A seguito di una serie di dati macro deboli, e dell’inflazione in calo a novembre, la Fed rallenterà il ritmo dei rialzi da 75 punti base (pb) a50 pb, con un tasso sui Fed funds tra il 4,25% e il 4,50%. Tuttavia, la bancacentrale si orienterà verso un tasso terminale più alto di quello indicato inprecedenza, probabilmente più vicino al 5%, rispetto all’attuale proiezione del 4,65%”.

Così il team strategie di credito globale di Algebris, secondo cui le “previsioni di inflazione saranno probabilmente riviste al ribasso e la Fed dovrà riconoscere una lieve recessione per il 2023″.

Cosa faranno i mercati?

Si concentreranno sul posizionamento della Fed sul tasso di disoccupazione, interpretandolo come indicatore chiave di una politica più accomodante, in caso di rallentamento prolungato”.

Gli esperti di Algebris continuano a vedere un tasso terminale vicino al 5% o leggermente inferiore e la possibilità di discutere di potenziali ribassi nella seconda parte del 2023.

Il calo dei prezzi delle materie prime e l’imminente rallentamento significano che l’inflazione continuerà a scendere, raggiungendo il 5% entro l’estate del 2023. Continuiamo a ritenere che il picco dei tassi USA e del dollaro sia stato raggiunto. Per la maggior parte, il mercato ha prezzato questo scenario. Detto questo, ci aspettiamo ulteriori rialzi, soprattutto nel comparto valutario e creditizio, vista l’entità dei deflussi registrati nel 2022 e gli attuali livelli di valutazione”.

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Il giorno dopo, giovedì 15 dicembre sarà il turno della BCE che, secondo gli esperti, attuerà “un rallentamento del ritmo dei rialzi a 50 pb, che porti il tasso sui depositi al 2%, insieme all’inizio del programma di Quantitative Tighteting (QT)”.

La riduzione del bilancio sarà probabilmente poco incisiva e avverrà attraverso una riduzione degli asset a un ritmo di circa 10-20 miliardi di euro al mese, una cifra modesta rispetto ai 95 miliardi di dollari al mese decisi dalla Fed. La banca centrale probabilmente attuerà il programma evitando di rinnovare i titoli in scadenza nell’Asset Purchase Program (APP).

È probabile che le previsioni di inflazione scendano in modo significativo, dato che le ultime proiezioni erano state rilasciate a settembre, quando i prezzi del gas erano più alti del 30%. Anche l’ultimo dato riporta un po’ di sollievo. Vediamo il tasso terminale della BCE vicino al 3%, ma con un maggiore rischio di ulteriori rialzi rispetto alla Fed, dato che i tassi reali sono maggiormente negativi, l’inflazione è più persistente e le spaccature all’interno del Consiglio direttivo sono più profonde”, concludono da Algebris.