Piazza Affari guadagna appeal grazie ai Pir. Doris: verso boom di quotazioni
Rischio bolla Pir? Tanti se lo chiedono dopo l’effetto che la nuova normativa ha avuto su Piazza Affari, in particolare sui prezzi delle Pmi che nei primi tre trimestri dell’anno hanno corso a velocità doppia rispetto alle blue chips. Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, non vede però tale eventualità, anzi. “E’ un timore di chi guarda al passato e non si è accorto del cambiamento in atto. Le richieste di quotazione in Borsa saranno una valanga”, ha detto Doris nel corso di un’intervista a Il Messaggero.
Quest’anno il numero di Ipo ha raggiunto quota 30 e secondo il ceo di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, entro fine anno arriveranno sul listino altre 10-12 matricole. Numeri ancora circoscritti destinati a lievitare nei prossimi anni.
“In pochi anni saranno 1.000-1.500 le nuove società quotate – dice Doris in un’intervista pubblicata oggi su Il Messaggero -. Solo da noi si sono affacciate oltre una decina di società per debuttare sul mercato. Parliamo del 10% delle società oggi quotate all’Aim. Finalmente la Borsa rappresenterà l’economia italiana. Un’economia che esporta nel mondo”. Con l’agevolazione fiscale prevista dai PIR, aggiunge Doris, il Governo ha messo la palla nel campo dei privati. “Chi investe nei Pir e aiuta l’economia viene premiato. Funziona così. Dunque, qualsiasi imprenditore dovrebbe mettere un chip”, dice Doris.
Il patron di Banca Mediolanum cita l’esenmpio della Gran Bretagna dove dall’introduzione di strumenti analoghi ai Pir, 20 anni fa, le società quotate all’AIM sono state 3.700. Sul mercato delle Pmi c’era 100 società quotate e ora sono 960.
Quest’anno in Italia sono stati raccolti 4,11 miliardi di euro con le IPO, più del doppio rispetto agli 1,45 miliardi di euro nel 2016 (dati Bloomberg). I numeri di quest’anno appaiono destinati a raggiungere i livelli massimi di quotazioni a oltre 10 anni e la prospettiva è che tale trend si estenda anche nel 2018 con la possibilità di andare anche oltre il muro delle 50 quotazioni. In particolare è forte l’attesa per grandi nomi quali Valentino Fashion Group, Furla e Eataly. Per quest’ultima Giovanni Tamburi, presidente di Tamburi I.P. (azionista di Eataly al 20%), ha confermato l’intenzione di quotarla nel 2018 con il collocamento di circa il 33% del capitale.