Notizie Notizie Mondo Outlook 2018, Crescita mondiale a quota 3,8%. I fattori di rischio? Stretta monetaria, conflitto Usa-Corea e debito cinese

Outlook 2018, Crescita mondiale a quota 3,8%. I fattori di rischio? Stretta monetaria, conflitto Usa-Corea e debito cinese

30 Novembre 2017 14:34

 

 

 

 

L’orientamento è positivo nei confronti dei mercati azionari globali rispetto alle obbligazioni e ai titoli di Stato con rating elevato. La crescita dell’economia mondiale dovrebbe proseguire a un ritmo robusto, simile a quanto registrato nel 2017 (+3,8%). Tuttavia, gli investitori dovranno affrontare un contesto in rapida evoluzione in ambito monetario, politico, tecnologico, sociale e ambientale, che esporrà i mercati azionari a tre principali fattori di rischio: un aumento significativo dei tassi d’interesse, lo scoppio di un conflitto tra Stati Uniti e Corea del Nord, e una crisi del debito in Cina.

È probabile che l’anno prossimo l’espansione si stabilizzerà, dando sostegno ai mercati azionari – è il commento di Mark Haefele, Global Chief Investment Officer di UBS Wealth Management – Tuttavia, gli investitori dovranno prestare attenzione ai rischi e alle opportunità che scaturiranno dall’inasprimento monetario, dai fitti calendari politici, dalle grandi innovazioni tecnologiche e dai cambiamenti ambientali e sociali”.

I tre rischi: Banche centrali…

Come spiega Haefele nell’outlook 2018, le Banche centrali inaspriranno le politiche monetarie e alcune di loro alzeranno i tassi d’interesse. In certe aree, in particolare quella dei servizi finanziari, questi cambiamenti porteranno opportunità d’investimento, tranne nel caso improbabile di una stretta di entità significativa.

“Va detto – dice Haefel – che un incremento dei tassi comporta anche un aumento della volatilità, una maggiore dispersione dei rendimenti dei singoli titoli e, in determinate circostanze, una correlazione più elevata tra azioni e obbligazioni. Questi fattori possono invece favorire i gestori patrimoniali specializzati in strumenti alternativi e altri gestori attivi”.

….Guerra…

Basse le probabilità di scenari politici estremi, in particolare di conflitto militare tra Stati Uniti e Corea del Nord, ma l’evoluzione del quadro politico può avere un impatto significativo a livello locale. “Gli investitori possono coprire questo rischio diversificando i portafogli a livello globale o sfruttando le opportunità che ne derivano, soprattutto in relazione alle tendenze di lungo periodo, come lo sviluppo di infrastrutture nei Mercati Emergenti”, è scritto nel report.

…Ambiente e tecnologia

Anche i cambiamenti sociali, ambientali e tecnologici continuano a generare sia rischi che opportunità. “I temi tecnologici di lungo periodo che ci sembrano più rilevanti per il mercato azionario sono l’utilizzo dei dati, l’automazione e la robotica, oltre alla mobilità intelligente”, dice lo strategist. Che aggiunge: “Gli investitori possono destinare capitali anche a vari ambiti sociali e ambientali attraverso un crescente ventaglio di investimenti sostenibili, che comprende le obbligazioni delle banche multilaterali di sviluppo, l’impact investing e una serie di azioni quotate”.

Occhi puntati sulla Cina

Anche se Ubs non prevede scenari estremi in ambito finanziario, come una crisi del debito in Cina nel 2018, non vanno sottovalutate le possibili aree di rischio. Il totale delle attività bancarie in Cina ha raggiunto il 310% del Pil, un livello quasi tre volte superiore alla media degli EM. In ogni caso l’elevato tasso di crescita, il vasto potere delle autorità e il conto capitale chiuso, “conferiscono alla Cina una certa capacità di evitare un credit crunch e il nostro scenario di riferimento prevede una crescita del Pil cinese del 6,4% nel 2018, rispetto al 6,8% del 2017”.

Americhe e Mercati Emergenti

Quanto alle aree geografiche, nel 2018 l’economia statunitense dovrebbe registrare un’espansione del 2,2%, in linea con il 2017, sostenuta dalla forza del mercato del lavoro e della redditività aziendale. Le attese di Ubs sono che Federal Reserve e Bank of Canada alzino i rispettivi tassi due volte nel corso dell’anno.
In America latina si dovrebbe verificare un’accelerazione della crescita dallo 0,5% al 3,1% in Brasile e dal 2% al 2,2% in Messico. “Questa dinamica dovrebbe sostenere il debito dei Mercati Emergenti, che offre valutazioni medie rispetto al reddito fisso di altre regioni”, commenta Haefele.

Europa e Svizzera

Quanto all’Europa, l’espansione economica potrebbe rallentare rispetto a quest’anno, passando dal 2,3% all’1,9% nell’Eurozona e dal 2,2% all’1,9% nell’Ue. Non mancheranno però alcune aree in accelerazione: su tutte la Svizzera, che dovrebbe passare dallo 0,8% del 2017 all’1,8% del 2018.

“Manteniamo un orientamento positivo nei confronti delle azioni della zona euro rispetto a quelle del Regno Unito – è scritto nel report – Gli indicatori anticipatori dell’economia dell’Eurozona si attestano ai livelli più alti da diversi anni e le società della regione sono esposte a un miglioramento delle prospettive economiche globali”.

Asia-Pacifico

Molto varie, infine, le previsioni relative all’are Asia-Pacifico, che nel complesso presenta dinamiche positive. La crescita del Giappone dovrebbe mantenersi stabile all’1,8%. La Cina proseguirà sulla strada di una decelerazione controllata dell’economia, con un rallentamento dell’edilizia residenziale a seguito del calo dei prezzi degli immobili. L’India, infine, dovrebbe sorpassare la Cina, accelerando dal 6,6% al 7,4%, poiché le riforme economiche cominceranno a dare frutti.