Notizie Valute e materie prime Oro a un soffio da 2.200$. Fattore Fed e tassi, il driver chiave

Oro a un soffio da 2.200$. Fattore Fed e tassi, il driver chiave

11 Marzo 2024 17:32

È inarrestabile (o quasi) la sua corsa che lo ha portato a un passo ormai dall’infrangere il massimo storico di tutti i tempi in area 2.200 dollari l’oncia. Si tratta dell‘oro, bene rifugio per eccellenza, che in questo primo scorcio di 2024 non ha perso smalto nonostante i mercati siano in una fase risk on (quindi più orientati verso gli asset più rischiosi).
Bisogna ricordare che in generale il metallo prezioso guadagna terreno soprattutto nei periodi di incertezza, come l’attuale scenario di instabilità geopolitica. Ma quanto lontano potrebbe spingersi il metallo giallo e quali sono i principali driver che lo guideranno nel 2024? Vediamo cosa dicono gli esperti.

Oro, la corsa continua e continuerà

Prosegue la striscia positiva dell’oro che anche oggi strappa un segno positivo e viaggia in questo momento a quota 2.189,55 (+0,19%). La scorsa settimana i prezzi del metallo giallo hanno raggiunto i massimi storici (con una striscia consecutiva di rialzi dalla fine di febbraio, la più lunga dal 2021), chiudendo l’ottava con una crescita di quasi il 5%.

Occhi sulle mosse Fed

Tutti gli occhi restano puntati sulla Fed e alle indicazioni in arrivo dai meeting o dalle dichiarazioni del presidente Powell. “I trader dell’oro hanno reagito a un sottile ma evidente cambiamento di tono da parte della Federal Reserve, in particolare dopo che mercoledì scorso il presidente Jerome Powell ha riconosciuto pubblicamente la probabilità di un taglio dei tassi nei prossimi mesi. La dichiarazione di Powell ha coinciso con la pubblicazione dei dati sul lavoro negli Stati Uniti, che hanno rivelato una creazione di posti di lavoro nel settore privato inferiore alle aspettative”, ha segnalato Ricardo Evangelista, analista senior di ActivTrades, indicando inoltre che “con la flessione del dollaro, il calo dei rendimenti del Tesoro, la continua instabilità geopolitica e le preoccupazioni per la crescita economica globale, il prezzo del metallo prezioso dovrebbe rimanere ben sostenuto e ulteriori guadagni non dovrebbero essere una sorpresa”.

Oro in ascesa: le nuove stime di ING

Il fattore chiave per le prospettive dei prezzi dell’oro nell’ultimo anno resta la politica monetaria della Federal Reserve. E’ quanto ribadiscono gli economisti di ING che, restano allineati alle attese del mercato, con un primo taglio dei tassi previsto per il mese di giugno. Il CME Fed Watch Tool segnala la possibilità di un primo taglio a giugno con una probabilità del 55%.

In generale, i fondamentali restano favorevoli all’oro. “Le quotazioni dell’oro si sono mantenute al di sopra del livello chiave di 2.000 dollari l’oncia da dicembre, con il metallo prezioso sostenuto dalla domanda di beni rifugio in un contesto di tensioni geopolitiche, con i rischi in Ucraina e nel Medio Oriente che continuano a fornire un sostegno”, segnala Ewa Manthey, commodities strategist di ING, secondo la quale i prezzi aumenteranno ancora in un contesto in cui la domanda di beni rifugio fornirà un supporto in un contesto di incertezza geopolitica con le guerre in corso e le imminenti elezioni statunitensi.

ING ha rivisto al rialzo le previsioni sull’oro per il 2024: per il quarto trimestre la stima media per il è di 2.150 dollari l’oncia e di 2.084 dollari per l’intero 2024, in un contesto in cui la Fed inizi a tagliare i tassi a giugno e il dollaro si indebolisca. I rischi al ribasso ruotano attorno alla politica monetaria Usa e al rafforzamento del biglietto verde. La narrativa “the higher-for-longer” potrebbe, infatti, mostrare un dollaro più forte per un periodo più lungo e una debolezza delle quotazioni dell’oro.

Oro vs Bitcoin, corrono entrambi ma…

Intanto sui mercati continua a tenere banco anche il rally del Bitcoin che ha raggiunto nuovi massimi storici, alimentato dalle prospettive cicliche del suo halving, tradizionalmente favorevole in passato, e dalla forza dei flussi di fondi degli Exchange Traded Fund (ETF), con iShares Bitcoin IBIT che ha registrato oltre 9,4 miliardi di dollari di afflussi. “Questo trend contrasta con la situazione dell’oro, dove i principali ETF come GLD e IAU hanno visto un deflusso di capitali, anche se la domanda da parte degli investitori rimane robusta al di fuori degli ETF – segnala Gabriel Debach, market analyst di eToro -. Entrambe le classi di attività stanno beneficiando della prospettiva di un possibile taglio dei tassi, con entrambe che scambiano attualmente su massimi storici”. Con una precisazione da parte dell’esperto: “mentre Bitcoin sembra trarre vantaggio dagli investimenti diretti e dagli ETF, l’oro si trova in una situazione diversa. La scommessa su un taglio dei tassi sta sostenendo entrambe le classi di attività, ma i differenti flussi di fondi evidenziano le diverse dinamiche di mercato tra Bitcoin e l’oro”.