Notizie Notizie Italia Manovra 2020, Sabatini (Abi) lancia appello Pir e spread. E avverte su sacrifici banche

Manovra 2020, Sabatini (Abi) lancia appello Pir e spread. E avverte su sacrifici banche

11 Novembre 2019 11:28

Parla di manovra ma anche di Pir, commentandone la frenata provocata dalla legge di bilancio dello scorso anno, varata dal governo M5S-Lega.

In audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il Direttore Generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, affronta diverse tematiche, e lancia qualche appello al governo giallorosso affinché rifletta per riconsiderare alcune modifiche che hanno avuto un impatto sull’industria del risparmio e degli investimenti. Non può mancare il monito a quelle sulla disciplina dei Pir, Piani individuali di Risparmio, che sono state introdotte con la legge di bilancio 2019, e che hanno “fortemente frenato la diffusione” di questi strumenti.

“Anche se non oggetto di specifico intervento nell’ambito del provvedimento all’attenzione – ha detto Sabatini – si auspica una “riflessione”, con l’obiettivo di “restituire allo strumento quel ruolo fondamentale per l’incentivazione del finanziamento privato all’economia reale che ne aveva caratterizzato l’introduzione”.

Tra l’altro, del caso Pir aveva parlato di recente uno stesso articolo del Financial Times

“I fondi PIR hanno sofferto flussi in uscita netti per sette mesi consecutivi pari a quasi 1 miliardo di euro, nel periodo compreso tra febbraio e agosto, rispetto ai flussi in entrata di 4 miliardi che avevano caratterizzato l’anno precedente. La crisi è stata tale che grandi nomi del calibro di JPMorgan Asset Management e Invesco hanno chiuso del tutto i loro fondi PIR”, aveva fatto notare il quotidiano britannico.

I Pir sono stati lanciati nel 2017 per assicurare agli investitori retail un modo fiscalmente vantaggioso per canalizzare i loro risparmi nell’economia locale e come una opportunità di mercato significativa per i gestori.

Opportunità che però è stata affossata dalla vecchia maggioranza del primo governo Conte, che ha introdotto alcune modifiche, accolte con un coro di proteste dall’industria del risparmio gestito.

Il riferimento, in particolare, è al decreto del 30 aprile 2019 che ha varato alcune novità, tra cui l’introduzione di un vincolo del 3,5% delle somme destinate all’investimento su PMI quotate all’AIM e un altro 3,5% in venture capital, nell’ottica di dare maggiore impulso allo sviluppo delle imprese di piccole dimensioni o di recente costituzione.

Tali modifiche hanno danneggiato l’appeal del formato dei PIR, sia per i gestori dei fondi che per gli investitori.
 
NON SOLO PIR, SABATINI (ABI) PARLA ANCHE DI SPREAD E SACRIFICI BANCHE

Non poteva mancare da parte di Sabatini un riferimento a quella che più volte è stata definita una occasione storica per l’Italia:

“I recenti sviluppi finanziari segnalano una netta riduzione del differenziale di rendimento tra BTP e Bund a scadenza decennale. Lo spread si colloca ora intorno ai 150 punti base, in calo rispetto ai 240 punti base toccati nella prima decade di agosto 2019. La riduzione dello spread ha effetti positivi sulla finanza pubblica poiché crea spazi di manovra fiscale. Questi risparmi possono essere utilizzati per stimolare la crescita economica”.

In generale, “per ridare slancio alla crescita e stimolare gli investimenti delle imprese, è necessario rafforzare il clima di fiducia e di certezza sulle scelte di politica economica”, ha detto ancora il dirigente dell’Abi, precisando che, “in tal senso, è auspicabile che nel dibattito parlamentare e nel confronto con le istituzioni europee prevalgano equilibrio e realismo per favorire e sostenere una stabile ripresa economica, incentivando i fattori produttivi e l’occupazione”.

Ma come stanno in tutto questo le banche italiane?

“Nonostante l’indebolimento congiunturale, il settore bancario si conferma solido. Ad agosto 2019, le sofferenze nette erano pari a 32,5 miliardi di euro, in calo del 20% rispetto a un anno prima e del 64% rispetto al picco registrato a fine 2015 – ha sottolineato Sabatini – Il tasso di deterioramento del credito si colloca sui valori minimi storici e si mostra resistente al basso tono congiunturale (1,4% nel secondo trimestre del 2019)”.

Il grado di patrimonializzazione si colloca al 13,5% in termini aggregati, su livelli ampiamente superiori ai minimi regolamentari. Gli impieghi al settore privato continuano a crescere, anche se a tassi contenuti”.

C’è tuttavia da fare una importante precisazione: nell’erogazione del credito, quello alle imprese continua a soffrire, impedendo al tessuto imprenditoriale di accedere alla linfa vitale di nuovi finanziamenti:

“Questa dinamica continua, però, ad essere caratterizzata da una netta divaricazione tra l’andamento del credito alle imprese, che registra una contrazione che riflette una domanda ancora modesta e quello alle famiglie, che invece cresce a tassi stabilmente superiori al 2%”.

Sabatini ha fornito qualche cifra anche sui salvataggi delle banche, avvenuti grazie all’impegno profuso dall’intero sistema bancario italiano:

“In Italia in questi anni il costo diretto della gestione delle banche in crisi sostenuto dal settore bancario è stato pari a 12,5 miliardi di euro“.

Le banche hanno “profuso, anche nel 2019, ingenti sforzi, attraverso il Fondo interbancario di tutela dei depositi, per il salvataggio di Carige. L’intervento, che ha consentito di gestire senza ricorso alle risorse pubbliche stanziate dal DL 8 gennaio 2019 convertito nella legge 8 marzo 2019 e senza le tensioni sempre associate a questi eventi, ha comportato costi significativi per le banche“.

Questi sacrifici che le banche stanno compiendo, ha avvertito il direttore generale dell’Abi, finiscono per ripercuotersi negativamente sulle imprese e sull’intera economia nel suo complesso:

“Il mondo bancario risulta ancora una volta uno dei settori maggiormente chiamati alla contribuzione alla manovra di fine anno, attraverso disposizioni che, come avvenuto già in occasione della manovra di bilancio 2019, drenano liquidità in maniera consistente e rappresentano un ulteriore sacrificio per le banche, con impatti sul loro ruolo di sostegno all’economia, a famiglie e imprese”.

“Assumono una connotazione settoriale le previsioni aventi ad oggetto il differimento della deduzione delle svalutazioni e perdite su crediti (comma 1), la deducibilità delle perdite su crediti in sede di prima applicazione dell’Ifrs 9 (comma 2) e la deducibilità delle quote di ammortamento del valore dell’avviamento e di altri beni immateriali (comma 3). Le tre disposizioni sono accomunate dalla previsione di un ulteriore rinvio, rispetto a quanto già disposto con la legge di bilancio per il 2019, della possibilità di attribuire rilevanza fiscale a poste negative che hanno già maturato i requisiti per le deducibilità fiscale secondo criteri di competenza”.

In questo modo, ha fatto notare Sabatini, “si impone alle banche di finanziare, attraverso la fiscalità, le esigenze erariali, sostenendo un onere di natura finanziaria”. Un sacrificio che, proprio perchè pagato dalle banche, alla fine viene pagato, secondo il dirigente dell’Abi, dall’intera economia.