Notizie Notizie Italia Lo spread non molla la presa, Rossi (Bankitalia): timori uscita da euro spingono a vendere Btp

Lo spread non molla la presa, Rossi (Bankitalia): timori uscita da euro spingono a vendere Btp

8 Giugno 2018 16:06

Nuova ondata di vendite sui Btp con lo spread in allargamento anche oggi e tassi che si riavvicinano pericolosamente ai massimi toccati il 209 maggio in piena crisi politica. Sul tema spread è intervenuta anche Bankitalia. “L’aumento dello spread non è frutto di una demoniaca e misteriosa manovra da parte di pochi speculatori – ha detto oggi Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia – ma dipende dal maggior rischio percepito sull’Italia”. Davanti al rischio che un paese come l’Italia possa uscire dall’euro, ha aggiunto Rossi, i gestori dei nostri risparmi si coprono vendendo i titoli e la speculazione si accoda a tale movimento.

Lo spread Btp-Bund si è spinto oggi a ridosso di quota 270 punti base con tasso del Btp decennale arrivato fino al 3,10%, non lontano dai picchi del 29 maggio (3,13%) che corrispondono con i livelli più alti dal 2014.

Patuelli: spread complica vita delle banche 
“Lo spread è una tassa che l’Italia paga sui mercati internazionali – taglia corto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli – più cresce e più si impoverisce l’Italia e più si complica la vita alle banche”. Un aumento dello spread rischia infatti di intaccare i livelli patrimoniali delle banche che hanno in portafoglio una quantità elevata di titoli di Stato.
Intervenuto al convegno Acri, Patuelli ha sottolineato come lo spread in crescita è preoccupante per l’Italia “perchè in precedenza viaggiava in una direzione di maggiore benessere per tutti e lo spread è una tassa che l’Italia paga sui mercati internazionali”.

Analisti parlano anche di questioni tecniche 
“Le pressioni sui Btp a breve termine sono state aggravate dalla combinazione fra due fattori tecnici – sottolinea il report di giugno di Anima – il posizionamento sbilanciato degli investitori, costretti in alcuni casi a liquidare le posizioni per l’impennata della volatilità e la mancanza di liquidità sul mercato, con volumi di contrattazione molto modesti”.