Le ricadute sui mercati asiatici dei primi sei mesi di Trump. Che si prepara alla campagna di mid-term
I mercati asiatici hanno registrato una performance superiore alle attese nei primi sette mesi del 2017, con i rendimenti azionari supportati da una crescita più solida degli utili dei titoli tecnologici, mentre la ripresa dei prezzi delle materie prime ha avvantaggiato le società cicliche e industriali. Come spiega Christopher Chu, Fund Manager di Union Bancaire Privée (UBP), i rialzi sono anche legati a un’attuazione più morbida delle attese dell’agenda protezionistica di Donald Trump: promesse elettorali come il ritiro degli Usa dal trattato NAFTA e la definizione di “manipolatore di valute” attribuita alla Cina sono potenzialmente dirompenti, ma devono ancora concretizzarsi. Permangono tuttavia molti punti interrogativi. “La preferenza per accordi unilaterali, invece che multilaterali, getta dubbi sull’impegno della Casa Bianca a favore della cooperazione globale, mentre i messaggi inviati su Twitter dal Presidente Trump lanciano segnali che confondono”, dice Chu.
TPP e Accordo sul clima
TPP e Accordo sul clima
Finora sono due le mosse importanti attuate da Trump nei suoi primi mesi di presidenza: le decisioni di uscire dalla Transpacific Partnership (TPP) e dagli accordi di Parigi sul clima. Entrambe le scelte supportano lo slogan “America first”, con l’intervento sul TPP che detta i toni per il commercio e quello sull’accordo di Parigi che sottolinea le sue preferenze per gli investimenti. Ma, ancora più importante, i punti di contatto tra le due decisioni riflettono la piena libertà di movimento dell’amministrazione, dato che per nessuna delle due è stato necessario un passaggio al Congresso. “Pensiamo che il mercato debba considerare entrambe queste scelte di Trump come un’avvisaglia di cosa intende fare in futuro – dice Chu – Senza un supporto bipartisan, Trump privilegerà un approccio che cerca di evitare il sistema di pesi e contrappesi, ma considerata la separazione di poteri sancita dalla Costituzione americana, probabilmente si dovrà scontrare con ostacoli politici”. Tuttavia, secondo gli osservatori, Trump potrebbe restare lontano da un percorso protezionista anche per una questione di tempo. “Già in pausa estiva, i membri del Congresso devono prepararsi per le prossime elezioni di mid-term del 2018, con molti che puntano a ricostruirsi un capitale politico dopo sei mesi controversi e Trump potrebbe iniziare la sua corsa alla rielezione prima della fine del primo anno di presidenza, usando gli appuntamenti della campagna elettorale per incolpare il Congresso degli scarsi progressi fatti”, afferma Chu.
I mercati asiatici
Ma che cosa significa questa campagna elettorale anticipata per i mercati asiatici? Secondo lo strategist, suggerisce che la tendenza di forza del dollaro legata agli stimoli fiscali probabilmente svanirà, poiché le priorità per gli affari interni difficilmente cambieranno a breve. “Il dollaro più debole potrebbe fare allentare le condizioni finanziarie, dando alla Yellen, presidente della Federal Reserve, un po’ di spazio di manovra per operare una graduale normalizzazione dei tassi di interesse, dato che la temporanea inflazione sembra durare più delle attese”, dice Chu. Queste condizioni di mercato favorevoli dovrebbero dare sostegno ai fattori di supporto, che aiuteranno a bilanciare la volatilità derivante dalle politiche delle Banche centrali, come dimostrato dalla crescita economica stabile lo scorso anno. “In Asia, le riserve di valuta estera e i ratio patrimoniali restano a livelli buoni e garantiscono liquidità sufficiente, riducendo considerevolmente l’impatto delle azioni intraprese dalle Banche centrali”, dice Chu. Che conclude: “Guardando ai mesi rimanenti del primo anno di Trump, restano delle sfide. Tuttavia, qualsiasi correzione di breve termine dei mercati asiatici andrebbe vista come un punto d’ingresso attraente, dato che le misure attualmente implementate puntano a dare sostegno alle prospettive di medio e lungo termine”.