Notizie Notizie Mondo La rivincita del Bitcoin contro l’AD di JP Morgan. Dimon: pentito di averlo definito una frode

La rivincita del Bitcoin contro l’AD di JP Morgan. Dimon: pentito di averlo definito una frode

9 Gennaio 2018 14:30

Jamie Dimon, numero uno di JP Morgan, cambia idea sul Bitcoin e si definisce addirittura pentito di aver definito la criptovaluta “una frode”.

In un’intervista rilasciata al Financial Times, il presidente e amministratore delegato del colosso bancario Usa ha detto che la tecnologia “blockchain è reale”. 

“E’ possibile avere criptodollari in yen e via dicendo – ha aggiunto – Sulle Ico…è meglio considerarle una per una“.

L’acronimo ICO sta per initial coin offerings e fa riferimento a quelle transazioni che alcune aziende attive nel mercato delle criptovalute lanciano per raccogliere finanziamenti.

Pur dicendosi pentito per aver bollato il Bitcoin una frode, Dimon ha ribadito di “non essere affatto interessato alla questione”.

Pesanti erano state le dichiarazioni con cui qualche mese fa Dimon aveva descritto il fenomeno Bitcoin. 

“La valuta è destinata a non funzionare. Non è possibile un business in cui si inventa una moneta dal nulla”, aveva detto, prevedendo una brutta fine per l’investimento che sta tanto catalizzando l’attenzione degli investitori, insieme alle altre monete digitali Ripple, Litecoin, Ethereum.

“Semplicemente – aveva avvertito – si tratta di una cosa non reale”, che “esploderà”, con il risultato che “qualcuno si farà male”. 

Il Ceo di JP Morgan aveva affermato tra l’altro che, se avesse scoperto che un qualsiasi trader della sua banca avesse fatto trading sulla criptovaluta, lo avrebbe licenziato “in un secondo”, in quanto stupido.

“Se siete talmente stupidi da comprarlo, prima o poi pagherete un prezzo”,  aveva ribadito, rispondendo alla domanda posta da un moderatore nel corso di un convegno che si è svolto a ottobre presso l’Institute of International Finance.

Negli ultimi 12 mesi, i prezzi del Bitcoin sono volati di oltre +1500%. I guadagni sono imputabili tuttavia soprattutto al 2017, visto che la performance della moneta digitale numero uno al mondo ha decisamente rallentato il passo nei primi giorni del 2018.