Italia: S&P’s alza stime di crescita ma preoccupa possibile incremento dell’IVA
Quante volte negli ultimi anni abbiamo sentito dire che la crisi è ormai passata, che la ripresa si sta rafforzando e che il peggio è alle spalle? Tante. Questa volta però, rileva l’agenzia Standard & Poor’s, è diverso. In un report, non a caso intitolato “Questa volta è differente: La ripresa della Zona Euro è viva e vegeta”, l’agenzia rileva che la ripartenza delle economie di Eurolandia che, dal 2013, ha messo fine da due fasi recessive (2009 e 2011-12, contro l’unica di Stati Uniti e Regno Unito), continua ad irrobustirsi ed è destinata a durare.
“Secondo le analisi, nella restante parte dell’anno la crescita si confermerà robusta. Per l’anno corrente, stimiamo un Pil in aumento del 2,1%”, riporta la studio. “Di confortante, c’è che l’attuale sovra-performance è diffusa a tutte le maggiori economie della Zona Euro e che il tasso di dispersione della crescita tra i Paesi facenti parte della moneta unica è ai minimi dal 1999”.
In questo contesto, l’agenzia stima che gli investimenti e il settore delle costruzioni continueranno a sostenere l’economia. “Gli investimenti hanno aggiunto lo 0,5% alla crescita del Pil nel 2016 e probabilmente forniranno un contributo simile quest’anno e il prossimo. Inoltre, il settore delle costruzioni ha toccato il fondo e dovrebbe crescere del 2% nel 2017 e nel 2018 (dopo un -2,4% medio tra il 2007 e il 2015).
Italia: indicazioni positive ma attenzione a tensioni politiche
Per quanto riguarda il nostro Paese, S&P’s per il 2017 si attende un Pil in aumento dell’1,4%, contro l’1,2 precedente, mentre l’anno prossimo il dato è visto all’1,3%, dal +1 per cento. “Dai recenti sviluppi sono arrivati segnali incoraggianti. Il Pil è cresciuto dello 0,4% nel secondo trimestre per il terzo trimestre consecutivo grazie a un rafforzamento degli investimenti e della domanda dei consumatori”.
Inoltre, indicazioni positive arrivano dai crediti problematici, scesi, in termini di flussi netti, dai 39,6 miliardi del 2013 agli 11,8 miliardi dei primi sette mesi. “Stando ai dati trimestrali della Banca d’Italia, il tasso dei nuovi nonperforming loan (NPL) […] è salito al 6% nel secondo trimestre 2009 da un livello pre-crisi del 2%”. Il dato a fine 2016 è sceso al 2,3%, “quasi ai livelli pre-crisi”.
Anche se la politica fiscale dovrebbe continuare a sostenere la crescita, “il Paese si conferma vulnerabile alle tensioni politiche: se il bilancio non fosse approvato entro la fine dell’anno, un possibile incremento dell’IVA potrebbe penalizzare i consumi nel 2018”.