Notizie Notizie Italia Goldman Sachs & Co avvertono Giorgia Meloni: segua l’agenda Draghi

Goldman Sachs & Co avvertono Giorgia Meloni: segua l’agenda Draghi

12 Settembre 2022 14:50

Giorgia Meloni vincerà, ma “se abbandonerà l’agenda Draghi saranno guai”. E’ quanto sentenziano le banche d’affari del calibro di Goldman Sachs, UBS e Société Générale, nelle loro rispettive analisi dedicate alle elezioni politiche 2022 del prossimo 25 settembre.

I loro messaggi inequivocabili sono stati riportati dal quotidiano La Repubblica nell‘articolo dal titolo più che chiaro: Le banche d’affari danno la vittoria a Meloni: “Ma se abbandonerà l’agenda Draghi saranno guai”, firmato da Sara Bennewitz.

Un articolo che rischia di rinfocolare e starà già rinfocolando la rabbia degli elettori di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, e non solo.

Tanti gli italiani che avevano sfogato la loro ira contro Goldman Sachs, per il report che era stato pubblicato già prima della crisi di governo che ha poi segnato la fine dell’esecutivo Draghi e la necessità delle elezioni anticipate.

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E’ essenziale – rimarcavano alla fine di maggio da Goldman Sachs – valutare se le prossime elezioni nell’area possano interrompere la continuità politica e impedire che i programmi garantiscano l’aiuto alla crescita – rafforzato dal REPowerEU e così importante per la sostenibilità del debito – del Sud Europa”, scrivevano gli analisti, riferendosi alle elezioni in calendario l’anno prossimo nel Sud Europa, dunque anche in Italia che, nel momento del report, venivano ancora previste alla scadenza naturale della legislatura, per la primavera del 2023.

Goldman Sachs e il doppio alert su elezioni Italia

Nella nota si leggeva:  l’Italia rimane “il paese più a rischio di discontinuità politica”, con le “imminenti elezioni che potrebbero portare i partecipanti al mercato a trovare l’occasione per comprendere fino a che punto il debito italiano sia sostenibile”.

La realizzazione del PNRR ergo l’agenda di Mario Draghi era stata l’auspicio del commento di Goldman Sachs.

E, a pochi giorni dalle elezioni anticipate, il il PNRR si conferma ancora la parola chiave delle ultime analisi sfornate da Goldman Sachs, insieme a UBS e Société Génerale.

Così La Repubblica:

Al successo del Pnrr tutti legano le prospettive di crescita dell’Italia e la sostenibilità futura del suo debito”.

Meloni attenzionata anche da Ubs e SocGen

Gli analisti del colosso svizzero Ubs hanno scritto che, nel caso in cui il nuovo governo – che, viene riconosciuto, sarà guidato quasi sicuramente dal centrodestra capitanato da Fratelli d’Italia (come vengono chiamati Brothers of Italy) di Giorgia Meloni –  dovesse rinunciare a centrare gli obiettivi incisi nel Pnrr di Mario Draghi, si concretizzerebbe lo scenario peggiore.

Ovvero?

Ubs fa notare come gli slogan elettorali dei vari partiti si incentrino sulle varie promesse di “alleviare la pressione sui costi delle famiglie e delle aziende”, in un contesto in cui l’inflazione galoppa (+9,1% in Eurozona ad agosto) e in cui gli alert sull’avvento di una recessione si fanno sempre più frequenti. E in un contesto, anche, in cui lo spread BTP-Bund “è già più che raddoppiato”, sottolineano.

“Il nuovo sistema elettorale dovrebbe dare alla coalizione di centro destra la maggioranza dei seggi in parlamento, che comunque vada sarà molto diverso da quello attuale – riporta La Repubblica Ubs stima che il Btp, anche dopo le elezioni, viaggerà tra 200 e 250 punti base, che è un premio sufficiente dato il rischio maggiore del debito tricolore. Solo se la recessione dovesse essere peggiore del previsto, o se dopo le elezioni ci fosse nuova incertezza, lo spread potrebbe arrivare fino a quota 300 punti base. Se invece il nuovo governo dimostrasse di essere determinato a tenere il debito sotto controllo e a eseguire il Pnrr, e la Ue risolvesse la crisi energetica, lo spread potrebbe tornare sotto quota 200″.

Insomma, se Meloni & Co. vorrano davvero proteggere l’Italia, dovranno attenersi alla lettera all’agenda di Mario Draghi.

Dal canto suo, Goldman Sachs sottolinea che, se l’esito elettorale pare ormai scontato (con la vittoria del centro destra), l’incertezza politica resta comunque elevata: le diverse agende dei partiti della coalizione, le pressioni della crisi e i limitati spazi di manovra nel bilancio dello Stato, rendono impossibile fare una riforma fiscale ambiziosa”. Viene data per scontata la vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni politiche, leader di FdI.

Goldman Sachs fa notare che “dal 18 agosto ad oggi il partito di Giorgia Meloni ha guadagnato consensi nei sondaggi, e ancora più peso all’interno della coalizione di centrodestra”.

L’attenti arriva anche dai francesi di Société Générale. La Repubblica riporta quanto scritto da SocGen:

“Per la banca d’affari francese l’incognita maggiore è capire se e come Giorgia Meloni proseguirà nel lavoro impostato dal governo Draghi. La politica è importante per la sostenibilità del debito, se il Pnrr fosse interamente implementato potrebbe rilanciare la crescita dello 0,6% in 10 anni, il che significa ridurre il debito pubblico del 12%, una svolta che ridurrebbe la curva dello spread di 100 punti base. Anche i fondi del Next Generation Eu rappresentano l’1% del Pil entro il 2025”. Sottolineando che “ogni rinvio del Pnrr, ma anche una riforma fiscale che tagliasse le tasse, ridurrebbe la sostenibilità del debito tricolore. La banca francese si aspetta che da qui a dicembre l’incertezza resterà alta e lo spread oscillerà tra 260 e 300 punti base” .

Goldman Sachs è tornata sotto i riflettori italiani anche qualche giorno fa, con il suo report dedicato alla crisi dell’energia, con tanto di previsioni shock sul #carobollette #caroenergia per l’Italia e l’Europa in generale.

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Va detto che Giorgia Meloni, vista come la presidente del Consiglio più probabile del nuovo governo in Italia, è finita nel mirino non solo di Goldman Sachs, UBS e SocGen ma anche, si ricorda, dalla Bce di Christine Lagarde, che, sempre secondo La Repubblica, avrebbe lanciato un attenti alla leader di Fratelli di Italia.

Nel fare riferimento allo scudo anti-frammentazione euro, che in Italia è noto come scudo anti-spread salva Btp, annunciato da Francoforte lo scorso 21 luglio, La Repubblica ha pubblicato giorni fa l’articolo La Bce avverte Meloni: ‘Scudo anti-spread solo con i conti a posto'”.

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