Germania: mercato del lavoro mostra i muscoli (ma non spinge le retribuzioni)
Nuova dimostrazione di forza dall’economia tedesca. Nel mese di ottobre il tasso di disoccupazione si è confermato al 5,6%, il livello minore dalla riunificazione, e il totale delle persone alla ricerca di lavoro è sceso di 11 mila unità a 2,495 milioni. Gli analisti si attendevano un calo di 10 mila unità.
“Continua il buon momento del mercato del lavoro”, ha detto Detlef Scheele, n.1 dell’Agenzia Federale per l’Impiego, nel corso della conferenza stampa di presentazione dello studio. “A causa –ha proseguito Scheele – della forte ripresa dell’economia nel corso dell’autunno, la disoccupazione e la sottoccupazione sono diminuiti più in modo deciso rispetto al solito”.
“Solido come una roccia”. Così Carsten Brzeski, economista di ING, definisce il mercato del lavoro della prima economia europea. “Gli indicatori ci segnalano che si tratta di un trend positivo destinato a continuare”: i piani di assunzioni del comparto manifatturiero “sono ai massimi dal 2011 e l’indice elaborato dall’Agenzia Federale del Lavoro è in trend rialzista da inizio 2015 e ogni mese aggiorna i massimi storici”. In questo contesto, continua l’esperto, “il mercato del lavoro è destinato a confermarsi un importante driver per la crescita dell’economia”.
La situazione tedesca, dove il totale degli occupati in lavori caratterizzati da retribuzioni particolarmente basse è ai massimi storici ormai dal 2014, mostra chiaramente i fattori strutturali che, nonostante un basso tasso di disoccupazione, limitano una risalita dei salari.
“Riteniamo che questi fattori strutturali siano rappresentati dalla globalizzazione, dall’automazione e dalla digitalizzazione”. Si tratta di elementi che per Brzeski che hanno limitato la crescita delle retribuzioni nominali, +2% annuo dal 2009, e che ne fanno ritenere improbabile un aumento nel prossimo futuro.