Domani è il “Super Tuesday” di Eurolandia, questi gli appuntamenti da non perdere
Giornata campale quella che domani attende la Zona Euro. Finora, le indicazioni arrivate dalle economie dei Paesi facenti parte della moneta unica hanno rappresentato la sorpresa positiva del 2017. Domani, Eurostat diffonderà tre tra i più importanti indicatori macro tra quelli elaborati: l’aggiornamento sul PIL del terzo trimestre, l’inflazione di ottobre e il tasso di disoccupazione relativo il mese di settembre.
“L’economia europea ha accelerato dalla fine del 2016, e diversi dati indicano per il terzo trimestre la prosecuzione di un solido tasso di crescita”, ha rilevato Bert Colijn, economista di ING. L’esperto rileva che la produzione industriale è cresciuta ad agosto “e questo significa che la crescita del manifatturiero potrebbe addirittura essere più forte di quella del secondo trimestre”.
Per quanto riguarda la stima preliminare sull’andamento dell’economia di Eurolandia, Colijn stima un +0,6% trimestrale. “In questi giorni, i dati più interessanti non sono quelli appena rilasciati, ma quelli precedenti, visto che le ampie revisioni al rialzo negli ultimi trimestri rendono il quadro macroeconomico ancora migliore”. Su queste basi, l’attesa per il Pil 2017 è stata portata al 2,3%.
Per quanto riguarda i prezzi al consumo, le indicazioni più importanti arriveranno dall’indice “core”, quello calcolato al netto delle componenti più volatili. È probabile che i prezzi dei prodotti energetici spingano il tasso “headline” all’1,5% mentre il dato depurato dovrebbe attestarsi all’1,1%.
“Se da un lato un rapido recupero dei prezzi verso quota 2% sembra decisamente improbabile, la pressione sui prezzi ‘sottostanti’ è cresciuta, producendo alcune spinte rialziste nel dato ‘core’ che dovrebbero manifestarsi prima della fine dell’anno”.
Per quanto riguarda l’ultimo punto, l’occupazione, sono attesi nuovi miglioramenti: tre anni fa il tasso di disoccupazione superava il 12% e domani potrebbe scendere dal 9,1 al 9 per cento. “Ci attendiamo una discesa al 9% a settembre e un’ulteriore stagnazione del dato sarebbe negativa e rappresenterebbe un elemento avverso alla crescita dei prezzi nel 2018”.