Notizie Notizie Mondo Five-Year Outlook, Una crescita globale stabile è lo scenario più probabile per il futuro

Five-Year Outlook, Una crescita globale stabile è lo scenario più probabile per il futuro

23 Novembre 2017 09:03

 

 

Sono tre i potenziali trend delineati nel “Five year outlook” di BMO Global Asset Management e che dovrebbero guidare l’economia globale nei prossimi cinque anni (2018-2022): crescita stabile con modesti livelli di inflazione, recessione indotta dalla somma di inflazione e tapering. E infine lo scenario meno probabile, cioè quello di una crescita sostenuta e senza inflazione.

Secondo il rapporto di BMO il più accreditato è il primo scenario, con il 60% delle probabilità, ovvero quello che mostra una crescita stabile a livello globale, con livelli di inflazione modesti. “Crediamo che i risultati di questa relazione possano aiutare gli investitori a comprendere meglio il mondo in cui operiamo, fornendo maggiori informazioni per le loro decisioni di investimento”, è il commento di Richard Wilson, Ceo di BMO Global Asset Management. Vediamo allora i tre scenari nel dettaglio.

Scenario 1: Avanti tutta

Lo scenario base prevede uno stabile prosieguo della crescita globale con modesti livelli di inflazione. Il graduale rientro della politica monetaria accomodante con un rialzo dei tassi di interesse e una riduzione del quantitative easing verrà quindi attenuato da una modesta inflazione e dalla flessibilità dei mercati, ridimensionando i venti contrari in una leggera brezza.

Ma – è scritto nel report – è importante che l’Europa sorpassi gli Usa alla guida della crescita globale. “L’economia mondiale è in forma e mostra buoni margini di profitto, creando le giuste condizioni per cui le attività maggiormente rischiose hanno maggior possibilità di registrare buoni risultati – si legge nell’outlook – La graduale stretta delle Banche centrali rappresenta un vento contrario, anche se minore, che ridurrà le possibilità di rendimenti a livello generale: le obbligazioni governative potrebbero sottoperformare e, con un allargamento degli spread, le obbligazioni societarie potrebbero fare anche peggio”.

Scenario 2: Effetti a sorpresa della politica monetaria

Le possibilità di uno scenario meno ottimista sono aumentate a causa delle maggiori preoccupazioni verso gli errori politici. Il secondo scenario (probabilità del 20%) suggerisce che la recessione globale possa essere una minaccia per due ragioni: la prima è che la politica monetaria applicata in passato potrebbe avere stimolato eccessivamente i mercati, e questo potrebbe alimentare l’inflazione, che andrebbe a coincidere con il tapering e quindi accentuarne l’impatto. Questo potrebbe portare inizialmente in recessione gli Usa, e a seguire anche al resto del mondo. 
Dall’altro lato, le Banche centrali potrebbero assumere un atteggiamento più aggressivo. La tempistica della stretta potrebbe essere troppo veloce portando a un rallentamento dell’economia, a una compressione degli utili societari e a una recessione globale.

Questo scenario – recita il report  – condurrebbe a una significativa correzione dei mercati azionari e a un apprezzamento delle obbligazioni. Potremmo assistere in un primo momento a una svendita delle obbligazioni governative a causa di un aumento dell’inflazione e dei tassi, prima di una forte ripresa generata da un indebolimento delle quotazioni azionarie che porterebbe all’inizio della recessione”.

Scenario 3: Il miracolo delle Banche centrali

Il documento assegna una probabilità del 10%, infine, allo scenario più ottimistico, dove le Banche centrali riescono a portare le economie al pieno impiego, in maniera graduale, senza spingere al rialzo l’inflazione. Questo scenario suggerisce inoltre una normalizzazione dei bilanci e dei tassi delle Banche centrali, condizione che garantirebbe un migliore comportamento sia dei mercati che degli investitori.

In questo scenario da “Mondo Perfetto” le attività più rischiose potranno dare buoni risultati, l’obbligazionario sarebbe soggetto a una lieve pressione e la volatilità rimarrebbe bassa”, conclude il report.