Notizie Notizie Mondo Fed spiazzata da valutazioni mercati e bassa volatilità, teme bolla e instabilità finanziaria

Fed spiazzata da valutazioni mercati e bassa volatilità, teme bolla e instabilità finanziaria

6 Luglio 2017 09:05

Fed sempre più spiazzata dall’inflazione Usa, che continua a viaggiare a livelli ancora troppo bassi rispetto a quelli desiderati. E’ quanto emerge dalle minute relative alla ultima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, degli scorsi 13-14 luglio. Riunione che si è concretizzata con un rialzo dei tassi di 25 punti base, al range compreso tra l’1% e l’1,25%.

Tra i membri del Fomc, c’è più di qualcosa che non torna.

La Fed ha alzato i tassi sui fed funds ben quattro volte dal dicembre del 2015, eppure i rendimenti dei Treasuries Usa sono scesi negli ultimi mesi, probabilmente – si legge nelle minute – a causa di “una crescita economica di lungo periodo che appare più debole”. Per non parlare dei mercati azionari, che continuano a vivere il secondo mercato toro più duraturo della storia.

A tal proposito, commentando i corsi azionari, i membri del Fomc hanno “suggerito che l’aumento della tolleranza al rischio da parte degli investitori potrebbe star contribuendo alle elevate quotazioni in senso più ampio; inoltre, alcuni funzionari hanno manifestato preoccupazioni per la scarsa volatilità dei mercati, fattore che, unito a un basso premio sull’azionario, potrebbe contribuire ad aumentare i rischi che incombono sulla stabilità finanziaria”.

Insomma, la Fed teme una bolla, a dispetto delle strette monetarie che ha tutta l’intenzione di portare avanti. Anche perchè, a suo avviso, la debolezza dell’inflazione sarebbe dovuta a fattori temporanei, “inclusi i forti cali dei prezzi dei servizi telefonici wireless e dei farmaci da prescrizione”. Fenomeni che a suo avviso “dovrebbero avere poco impatto sull’inflazione, nel medio termine”. 

Divergenze tra i membri del Fomc sulla tabella di marcia da seguire per le dismissioni di quegli asset da $4,5 trilioni che pesano sul suo bilancio, frutto delle diverse operazioni di Quantitative easing lanciate negli anni della crisi finanziaria. Lo smobilizzo dovrebbe avvenire nell’arco di pochi mesi, ma di fatto il timing non è stato ancora deciso.

Preoccupazione anche per la dinamica del tasso di disoccupazione, troppo basso in quanto sceso al 4,3%, al di sotto di quello che la Fed considera un valore di piena occupazione, il 4,7%.

“Alcuni membri (del Fomc) si sono mostrati preoccupati sul rischio che un tasso di disoccupazione notevolmente inferiore a quello che viene considerato ‘normale’ possa nel lungo termune costituire per l’inflazione, creando squilibri macroeconomici o finanziari, che alla fine potrebbero scatenare una crisi economica significativa”.

I toni da falco emersi dalle minute non hanno sconvolto i mercati più di tanto. Sul fronte del reddito fisso, i tassi sui Treasuries a 2 anni sono inizialmente scesi per poi fare una virata e rimanere praticamente piatti all’1,41%.

In ribasso anche i tassi a tre anni, che hanno brevemente testato il minimo della sessione all’1,56%, per poi ridurre il calo e salire all’1,59%. In flessione i tassi decennali, che hanno perso 0,7 punti base al 2,343%.

Focus sull’azionario per le osservazioni che la Fed sta facendo sempre più di frequente riguardo alla valutazione degli asset.

Stewart Warther, strategist dell’azionario e del mercato dei derivati presso BNP Paribas, ha fatto notare, intervistato da Bloomberg, che “stiamo assistendo a discussioni sempre più frequenti riguardo alla valutazione degli asset. C’è un’attenzione crescente alla necessità di preservare la stabilità finanziaria attraverso misure che limitino gli eccessi presenti sui mercati ed è per questo che (i membri del Fomc) stanno puntando anche alla riduzione del bilancio”.

Il contesto, sui mercati finanziari, è caratterizzato da corsi azionari e mercati calmi, con l’indice della volatilità CBOE Volatility Index che si è attestato in media a 10,5 a giugno, la metà circa della sua media storica, mentre lo scorso 19 giugno lo S&P 500 ha testato un nuovo record.