Notizie Notizie Italia Exor fa indigestione di utili nel primo semestre grazie a cessione Magneti Marelli

Exor fa indigestione di utili nel primo semestre grazie a cessione Magneti Marelli

5 Settembre 2019 12:25

Giornata di acquisti per Exor a Piazza Affari con il titolo che segna un rialzo dell’1,7% a 63,34 euro, dopo aver toccato un massimo intraday a 63,40 euro, sostenuto dai risultati semestrali. La holding della famiglia Agnelli ha chiuso i primi sei mesi del 2019 con utili consolidati per 2.427 milioni di euro, più che triplicati rispetto ai 741 milioni dell’analogo periodo dello scorso anno. Il balzo dei profitti, spiega la nota, è riconducibile ai miglioramenti della performance delle controllate e include la quota di spettanza di Exor della plusvalenza generata dalla cessione di Magneti Marelli per 1.092 milioni di euro (l’importo totale è di 3,8 miliardi di euro).

L’indebitamento finanziario netto consolidato di Exor al 30 giugno 2019 si esprime in 2.521 milioni di euro e presenta un miglioramento di 734 milioni rispetto al 31 dicembre 2018. La variazione positiva è dovuta principalmente ai dividendi incassati dalle società controllate per 1.059 milioni di euro, parzialmente compensati dall’acquisto di azioni EXOR (196 milioni di euro) e dal pagamento di dividendi (100 milioni di euro).

Al 30 giugno 2019 il net asset value di Exor (cioè il valore delle partecipazioni al netto del debito) è salito a 23.882 milioni di dollari (circa 21 miliardi di euro) rispetto ai 19.740 milioni di fine dicembre 2018. Il NAV per azione a fine giugno scorso era di 101,06 dollari per azione, rispetto agli 82,33 dollari di fine 2018, con un incremento di 18,73 dollari per azione (+22,8%), grazie soprattutto della corsa di Ferrari. Le azioni della Rossa di Maranello sono cresciute del 63,3% facendo lievitare di 2,79 miliardi di dollari il valore della partecipazione. In crescita del 34,3% i titoli della Juventus, del 14,1% quelli di CNH Industrial, del 9,6% quelli degli altri investimenti mentre ha registrato una flessione del 4,5% FCA.

Si segnala inoltre che il 3 settembre EXOR ha annunciato il forte sostegno al nuovo piano “Transform 2 Win” di CNH Industrial che stabilisce obiettivi di crescita redditizia chiaramente definiti e fortemente positivi e che prevede lo spin-off, entro i primi mesi del 2021, degli asset “On-Highway” (veicoli commerciali e powertrain), da affiancare agli asset “Off-Highway” del gruppo (segmenti agricoltura, costruzioni e specialty), dando vita a due distinti business leader mondiali, ciascuno focalizzato sulla creazione di valore nelle rispettive aree di attività. EXOR continuerà ad essere l’azionista di riferimento in entrambe le entità anche dopo il completamento del processo di scissione.

Sconto sul NAV resta elevato al 30%, debito netto in linea con le attese

Secondo gli analisti di Equita, che hanno rating Buy con target price a 80 euro, “Il titolo tratta a significativo sconto sul NAV (30%) che riteniamo eccessivo anche alla luce dell’annunciato spin-off del business on-highway di CNH Industrial che aumenta la flessibilità strategica (ritenendo possa sfociare in una aggregazione o meno probabile una cessione) e dei rumours di stampa che ipotizzano una riapertura delle negoziazioni per una fusione FCA-Renault (cui noi crediamo) la cui realizzazione contribuirebbe a migliorare significativamente il profilo di rischio”.

“Il debito netto a fine giugno era 2,52 miliardi in calo di 0,73 miliardi rispetto a dicembre prevalentemente per i dividendi ricevuti dalle controllate (incluso quello straordinario di FCA) coerente con quello che utilizziamo nel NAV che sconta anche i costi, gli oneri finanziari e cash-in del secondo semestre”, puntualizza Equita.

“L’utile netto, comunque poco significativo in quanto è la somma degli utili pro-quota delle controllate, già noti, a 2,43 miliardi, cresciuto di 3,3 volte su base annua in quanto include anche la plusvalenza per la cessione di Magneti Marelli” spigano gli analisti, aggiungendo che “il buy-back continua da novembre 2018 acquistati 4,9 milioni di titoli (2% del capitale), investendo 269 milioni (in media circa 55 euro per azione). Ad oggi detiene il 3,9% di azioni proprie”.