Notizie Notizie Italia Eni e i catalyst di inizio 2024: il 16 febbraio i conti, a marzo il nuovo piano strategico al 2027

Eni e i catalyst di inizio 2024: il 16 febbraio i conti, a marzo il nuovo piano strategico al 2027

Pubblicato 24 Gennaio 2024 Aggiornato 25 Gennaio 2024 09:06

Prima i conti finanziari, poi a distanza di poco meno di un mese la presentazione del nuovo piano strategico 2024-2027. Questi i principali catalyst di inizio 2024 per Eni, finita di recente in primo piano nella cronaca finanziaria per la potenziale cessione fino al 4% della quota in mano al Governo.

Seguendo il calendario finanziario, i risultati al 31 dicembre verranno comunicati il 16 febbraio prima dell’avvio delle contrattazioni in Europa, mentre il nuovo business plan verrà presentato quasi un mese dopo (il 14 marzo).

Soffermiamoci sulla stagione delle trimestrali che sta per entrare nel vivo per le big del Ftse Mib (ecco qui il calendario completo, domani i numeri di STMicroelectronics),  e passiamo in rassegna le stime sui numeri trimestrali di Eni: ecco le attese degli analisti.

Cosa dicono gli analisti: da Intesa a Equita, le preview

In generale, il quarto trimestre dell’anno, sottolineano gli analisti di Morgan Stanley, si preannuncia debole per le big del comparto energetico in Europa. In un recente report “4Q23 Preview: Losing Steam” gli analisti della banca d’affari sottolineano che “dopo un solido terzo trimestre, gli utili dovrebbero calare su base sequenziale”.

Ma quali sono le attese per i numeri di Eni? In attesa della presentazione dei numeri del quarto trimestre 2023, previsti per metà febbraio, gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno confermato la raccomandazione d’acquisto su Eni (rating buy) ma hanno limato il target price che passa da 20,4 a 20 euro.

“Il forte calo dei margini di raffinazione del quarto trimestre 2023 riportato da TotalEnergies (-47% t/t), Repsol (-34% su base trimestrale) e Saras (-50%), abbinati alla persistente debolezza del business chimico di Eni, sono chiare indicazioni, a nostro avviso, che Eni potrebbe riportare perdite operative nel business downstream nell’ultimo trimestre 2023 – spiegano gli esperti della banca italiana -. Aggiungendo alcune svalutazioni E&P e minori utili da Plenitude, parzialmente compensati da un miglioramento dei risultati Global Gas & LNG Portfolio (GGP), riduciamo la nostra stima sull’Ebit rettificato del 3,5%”.

Equita: utili operativi attesi in declino del 9%

Secondo la preview di Equita sono attesi utili operativi in declino del 9% su base sequenziale“. Un calo, spiegano, come risultante di alcune ipotesi: recupero dei volumi upstream (+4% su base trimestrale) in linea con il centro della guidance; lieve calo dei prezzi del Brent (-3% su base trimestrale); recupero del prezzo del gas hub europeo (+17% su base trimestrale); risultato solido della divisione Global Gas & LNG Portfolio (GGP) poco oltre la guidance; calo dei margini di raffinazione (stimiamo praticamente dimezzati); forte debolezza del business di Versalis (petrolchimica); e infine effetto stagionalità e attività di manutenzione nel business downstream;

Gli esperti della sim milanese riducono anche le stime Eps del 1% in funzione della debolezza del business della petrolchimica che “stimiamo possa essere pesantemente in perdita in quarto trimestre 2023 – come già rilevato da alcuni operatori per quel settore (Shell, Basf) – e nonostante la buona performance attesa dei volumi upstream e della divisione GGP”. In particolare, Equita stima un Eps 2023 pari a 2,48 euro, marginalmente inferiore alla stima di consensus (Factset stima 2,51 euro).

Nel complesso gli analisti di Equita restano positivi sul titolo del gruppo guidato nda Descalzi. “Sulle nostre stime 2024 (80 dollari al barile per il Brent), il titolo tratta a multipli eccessivamente compressi sia in assoluto che in relativo rispetto alle medie di settore (tra il 15% e il 30% di sconto sulle varie metriche di valutazione)”, precisano dalla sim milanese che mantiene il rating buy e il tp di 19,5 euro su Eni.

Barclays: Eni potrebbe unirsi al club dei 100 mld$ di capitalizzazione?

Eni era finita di recente sotto la lente d’ingrandimento di Barclays che le ha dedicato un report dal titolo “Could it be $100bn market cap?“. Secondo gli analisti della banca d’affari inglese, Eni è stato il titolo energetico che ha messo a segno la migliore performance tra i titoli sotto la copertura di Barclays nel 2023. “Vediamo uno slancio operativo sostenuto da rendimenti di cassa interessanti”.

E stando alla view di Barclays, che mantengono una raccomandazione overweight e un prezzo obiettivo di 19 euro, “con le giuste condizioni di mercato, la capitalizzazione di mercato di Eni potrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari, dagli attuali 55 miliardi di dollari, eguagliando le super major”. Per fare un confronto con le altre big europee, se l’attuale market cap di Eni è di 55 miliardi di dollari, quella di Shell è di oltre 200 miliardi, quella di TotalEnergies sopra 150 miliardi, e BP ed Equinor hanno una capitalizzazione attorno ai 100 miliardi.