Notizie Notizie Italia Eni avvia produzione maxi-giacimento Zohr, esempio di successo del Dual Exploration Model

Eni avvia produzione maxi-giacimento Zohr, esempio di successo del Dual Exploration Model

20 Dicembre 2017 11:43

Eni oggi ha avviato la produzione del giacimento super-giant Zohr, la più grande scoperta di gas mai effettuata nel Mediterraneo.

Zohr, con un potenziale fino a 850 miliardi di metri cubi di gas (circa 5,5 miliardi di barili di olio equivalente) in posto, rappresenta infatti una delle maggiori scoperte di gas a livello mondiale e fa parte dei sette progetti record di Eni. Record non solo per dimensioni ma soprattutto per lo sviluppo e la messa in produzione in tempi velocissimi. 

Il colosso petrolifero italiano infatti in meno di due anni e mezzo (scoperto ad agosto 2015) ha messo in produzione questo giacimento che si trova nel blocco di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto a circa 190 chilometri a nord di Port Said. Un giacimento in grado di soddisfare parte della domanda egiziana di gas naturale per i prossimi decenni.

Ma c’è molto di più in quanto Zohr rappresenta proprio un caso esemplare del successo della strategia del Dual Exploration Model. Successo che Eni può vantare in virtù della sua capacità di scoprire un maggior numero di nuovi giacimenti rispetto alla media dei competitors.

Più nel dettaglio questo approccio si basa su un principio semplice: mentre si accrescono le riserve di idrocarburi attraverso i successi esplorativi, si trae vantaggio dalla monetizzazione anticipata ottenuta attraverso la cessione di quote di minoranza, mantenendo comunque il controllo e l’operatorship dell’asset. Conducendo in parallelo le fasi di esplorazione, di appraisal e di sviluppo, il time-to-market è più rapido e c’è una riduzione dei costi per la messa in produzione delle scoperte e un cash flow anticipato. Questa combinazione vincente ha permesso alla società di generare tra il 2014 e il 2017 circa 9 miliardi di dollari dalle attività di esplorazione.

Nell’ambito di questa strategia, si ricorda che Eni ha ceduto a BP il 10% nella concessione di Shorouk, dove si trova il giacimento di Zohr. L’accordo è stato raggiunto per 375 milioni di dollari ed il rimborso di 150 milioni di dollari pro quota degli investimenti già effettuati. Inoltre Eni ha ceduto il 30% a Rosneft. Le condizioni di acquisto, concordate nel dicembre 2016, hanno previsto un corrispettivo di 1.125 milioni di dollari e il rimborso pro quota da parte di Rosneft degli investimenti già effettuati.

Eni possiede una quota di partecipazione del 60% nella concessione Shorouk, dopo aver ceduto il 30% a Rosneft e il 10% a BP. La società è co-operatore del progetto attraverso Petrobel, detenuta pariteticamente da Eni e dalla società di stato Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC), per conto di Petroshorouk. Quest’ultima è una società detenuta pariteticamente da Eni e dalla società di stato Egyptian Natural Gas holding Company (EGAS).

 

Analisi Tecnica

Il titolo Eni rimane in prossimità dei 14 euro, livello molto importante che si è comportato sia da supporto che resistenza statica. Più in particolare sono due trend line che stanno racchiudendo i prezzi e questo trova conferma anche su grafico settimanale.

Da una parte infatti abbiamo la trend line ribassista di medio-lungo periodo, descritta da massimi del 3 gennaio e 3 aprile, che Eni ha rotto a novembre, ma solo per pochi giorni (bear trap). Dall’altra abbiamo invece quella rialzista di medio termine che si ottiene congiungendo i minimi del 29 agosto, con quelli del 28 novembre e 15 dicembre. Si nota inoltre che i prezzi sono in questa fase sostenuti anche dalle tre medie mobili a 25, 60 e 200 periodi.

A questo punto solo la rottura della trend line ribassista su citata potrebbe vedere un incremento della forza del movimento rialzista con prima resistenza statica importante a 14,6 euro e successiva a 15 euro. Al ribasso invece da monitorare la trend line rialzista di medio periodo, la cui rottura potrebbe vedere un rafforzamento delle pressioni ribassiste verso 13,7 euro.