Notizie Notizie Mondo Effetto Bce, euro al minimo in tre mesi sotto $1,17. Rumor Fed e Trump sostengono il dollaro

Effetto Bce, euro al minimo in tre mesi sotto $1,17. Rumor Fed e Trump sostengono il dollaro

27 Ottobre 2017 11:03

Proseguono le vendite sull’euro dopo l’annuncio della Bce sulla riduzione del piano di Quantitative easing, che avverrà a partire da gennaio del 2018.

Dopo essere sceso sotto la soglia a $1,18, l’euro perde ulteriormente terreno e buca anche quota $1,17. La prospettiva di un Quantitative easing infinito o, più precisamente, open-ended, come lo ha definito Mario Draghi, rende la svolta della Banca centrale europea dovish.

L’euro scende così al minimo dalla fine di luglio, soffrendo anche il rafforzamento del dollaro, che sale invece al record dallo scorso 12 luglio, dopo che la Camera dei Rappresentanti Usa ha approvato una risoluzione di budget, proposta da Donald Trump e dai leader repubblicani del Congresso, primo passaggio del bazooka fiscale di Trump che si tradurrà in un taglio delle tasse di 1,5 trilioni in dieci anni. La risoluzione era stata approvata dal Senato la scorsa settimana.

Il Bloomberg Dollar Spot Index riporta un solido rialzo, salendo al ritmo più forte in cinque settimane.

Il biglietto verde è sostenuto anche da indiscrezioni diffuse da Politico, secondo cui Donald Trump avrebbe deciso di non rinnovare il mandato di Janet Yellen, numero uno della Fed, che scade a febbraio dell’anno prossimo. In teoria Yellen fa parte della rosa dei cinque candidati al timone della banca centrale Usa.

Tuttavia, secondo Politico, il presidente Usa avrebbe deciso di darle in benservito, e i rumor sono sufficienti a portare gli investitori a scommettere sulla nomina di un candidato più falco di Yellen, che prosegua dunque con più decisione nel percorso delle strette monetarie. La stessa fonte ha inoltre riferito che, a questo punto, la scelta sarebbe tra il governatore della Fed Jerome Powell e l’economista John Taylor.

Le indiscrezioni sul futuro della Fed e l’annuncio della Bce alimentano gli smobilizzi sull’euro, che ieri ha perso più dell’1% nei confronti del dollaro, attestandosi ai minimi dallo scorso 27 luglio e bucando la media mobile degli ultimi 100 giorni, a $1,1674, per la prima volta da aprile. 

In una intervista rilasciata a Cnbc Bill Northey, responsabile investimenti per il gruppo US Bank, ha fatto notare che “il concetto del tapering dovrebbe implicare la rimozione della politica accomodante”. Di conseguenza, quanto annunciato da Draghi “non è stato esattamente quanto il mercato si aspettava, in quanto a essere annunciata è stata una forma dovish di tapering, visto che c’è stata sia una proroga che una riduzione (del piano)”.

A questo punto, ogni “rialzo potenziale dei tassi viene rinviato al 2019”.

Gli ultimi dati diffusi dalla Commissione CFTC segnalano che le posizioni speculative nette lunghe sull’euro sono scese dai livelli record, anche se sempre attorno ai massimi degli ultimi anni, al di sopra della soglia di $13 miliardi.

L’euro rimane inoltre in rialzo rispetto al dollaro di quasi +11% rispetto alla fine del 2016.