Notizie Notizie Italia Draghi rompe il silenzio: “Siamo in guerra, agire senza preoccuparsi di aumento debito”

Draghi rompe il silenzio: “Siamo in guerra, agire senza preoccuparsi di aumento debito”

26 Marzo 2020 09:35

La pandemia di coronavirus è una tragedia umana di proporzioni bibliche“. Inizia così l’intervento dell’ex presidente della Banca centrale europea, Draghi, pubblicato sul “Financial Times“. “Siamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza”, sottolinea Draghi, secondo il quale la sfida è “come affrontare con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione, resa ancora peggiore da una pletora di default che lascerebbero danni irreversibili“. 

 

Agire senza preoccuparsi di aumento debito

Una lunga analisi quella dell’ex presidente dell’Eurotower spiega: “È già chiaro che la risposta deve comportare un aumento significativo del debito pubblico. La perdita di reddito sostenuta dal settore privato dovrà alla fine essere assorbita, tutta o in parte, dai bilanci pubblici. Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato”. E’ quello che succede in guerra, e visto che questa è una guerra (come ha ribadito Draghi in diversi passaggi) è questa la strada che è necessario percorrere: “Sono state finanziate da aumenti del debito pubblico. Durante la Prima guerra mondiale, in Italia e Germania, è successo per cifre tra il 6 e il 15% delle spese di guerra”.

Nel suo lungo commento pubblicato dal quotidiano finanziario inglese, l’ex numero uno di Bankitalia indica che: “La questione chiave non è se ma come lo Stato dovrebbe utilizzare efficacemente il proprio bilancio. La priorità non deve essere solo quella di fornire un reddito di base a coloro che perdono il lavoro. Innanzitutto, dobbiamo evitare che le persone perdano il lavoro. In caso contrario, usciremo da questa crisi con un tasso di occupazione e una capacità in termini produttivi permanentemente inferiori”. E per farlo aggiunge Draghi è necessario “una immediata iniezione di liquidità” che risulta “essenziale per tutte le imprese per coprire le spese operative durante la crisi, siano esse grandi o piccole”. “Diversi governi hanno già introdotto misure per incanalare la liquidità verso le imprese in difficoltà ma è necessario un approccio più completo”, esorta ancora Draghi.

 

Mobilitare intero sistema finanziario 

La ricetta per Draghi “è di mobilitare l’intero sistema finanziario: mercati obbligazionari, principalmente per grandi società, sistemi bancari e in alcuni paesi anche le poste“. E l’azione deve essere immediata, evitando ritardi burocratici. In particolare, le banche devono prestare denaro a costo zero alle società. “Diventerebbero un veicolo per le politiche pubbliche” e “il capitale necessario per svolgere questo compito deve essere fornito dal governo sotto forma di garanzie statali”.

 

I commenti

“Draghi da leggere. Notate bene. Dice che necessariamente il debito pubblico dovrà aumentare. E di molto. Ma *non dice mai* che la BCE debba monetizzarlo”. E’ quanto si legge in un tweet pubblicato nella notte dall’economista e professore della Bocconi, Tommaso Monacelli.

Dopo l’intervento di Draghi arriva anche il tweet del giornalista e scrittore Alan Friedman che parla del possibile futuro dell’ex presidente Bce: “Più che sporcarsi le mani come premier, sarebbe meglio creare per lui un nuovo posto europeo come Super Commissario per coordinare il salvataggio dell’economia dell’eurozona, e poi a fine 2021 il Parlamento italiano potrebbe eleggerlo successore del presidente Mattarella”.

Intanto è tornata in primo piano l’ipotesi di creare un governo di unità nazionale, con a capo proprio Mario Draghi, per affrontare l’emergenza economica. Una possibile strada di cui si parla da tempo che ieri è stata nuovamente ripresa anche da “Il Corriere della Sera”.