Notizie Notizie Italia BTP resta sui minimi a oltre un anno: ecco i temi da monitorare nel 2024

BTP resta sui minimi a oltre un anno: ecco i temi da monitorare nel 2024

Pubblicato 22 Dicembre 2023 Aggiornato 23 Dicembre 2023 15:59

Sui mercati finanziari tengono banco le aspettative/scommesse dei tagli ai tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (Bce). In questo scenario in primo piano la discesa del rendimento del decennale tedesco (Bund) che è scivolato sotto la soglia del 2% per la prima volta da nove mesi, e quella sul decennale italiano (BTP) che ha toccato il livello più basso da fine agosto 2022. Anche lo spread BTP-Bund prosegue la sua discesa sotto la soglia di 160 punti base, snobbando di fatto la notizia sul voto “no Mes” della Camera.

BTP, calo del 30% da massimi di ottobre: il quadro grafico attuale

Sul fronte obbligazionario, continua anche oggi il calo dei rendimenti dei titoli di Stato in Europa e negli Stati Uniti. In particolare, il Btp decennale mostra una contrazione di oltre l’1%, arrivando così al test del 3,55%. Questo rappresenta il livello più basso da fine agosto 2022 per il nostro Btp, che mostra un crollo di circa il 30% dai massimi raggiunti a ottobre di quest’anno in area psicologica del 5%.

“Da lì abbiamo infatti assistito ad una brusca correzione dei rendimenti italiani, una tendenza peggiorata anche dal breakout ribassista delle principali medie mobili a 50 (linea blu) e 200 periodi (linea arancione). La tendenza ribassista del rendimento del decennale italiano è evidenziata anche dall’inclinazione delle principali medie mobili, ma anche dalla posizione short dell’indicatore di direzione Parabolic Sar (pallini blu sopra i livelli di rendimento)”, indica Giulio Visigalli, analista dell’ufficio studi di Borse.it.

Parola all’esperto: “è in atto uno strong Buy sulla curva, soprattutto sulle scadenze medie e lunghe BTP”

Approfondiamo il tema dei BTP con l’intervista al portfolio manager Andrea Melo, che anticipa alcuni temi chiave per il 2024 oramai alle porte.

Nell’ultimo periodo i BTP sono saliti agli onori della cronaca per il calo dei rendimenti sotto il 4%. Come legge i recenti segnali?

Analizzando i flussi 2023 i maggiori acquirenti di BTP sono stati i francesi, ovvero la Francia che ha sostenuto i nostri titoli di stato contribuendo notevolmente a stabilizzare prezzi, volatilità e conseguentemente uno spread ridotto rispetto ai titoli tedeschi.

Da poche settimane è in atto uno strong Buy sulla curva e in particolare sulle scadenze medie e lunghe BTP: quello che il  mercato sta prezzando è un taglio dei tassi 2024 in conseguenza di un rallentamento deciso dell’inflazione e un quadro macroeconomico a livello europeo di crescente debolezza.

Personalmente “non rincorro mai le operazioni”: il timing migliore per costruire una posizione lunga sui BTP ritengo sia ormai alle spalle. Questo non significa che i prezzi dei nostri titoli nazionali non possano ancora salire, ma il rapporto rischio rendimento non è più, a mio avviso, particolarmente vantaggioso.

Quali i driver/eventi potrebbero impattare nuovamente?

I driver sono chiaramente tutti di ordine geopolitico e macroeconomico. Il patto di stabilità è stato approvato, ed è una notizia positiva. Dovrà poi essere ratificato dal Parlamento europeo entro aprile e vedremo allora cosa succederà). Guardando alla sostanza delle cose, i mezzi a disposizione della Commissione europea per  far rispettare i parametri sono pressoché inesistenti. Quindi chi davvero disciplinerà i Paesi membri, a mio avviso, sarà ancora una volta il mercato. Inoltre, un elemento di rischio che segnalo è che non esiste nessun accordo per aumentare il bilancio comunitario e il Pnrr è in scadenza.

Tra le questione da monitorare anche le performance delle quotazioni del petrolio. Se per varie cause/concause i prezzi dovessero nuovamente riportarsi e rimanere a ridosso dei 90-95 dollari al barile, una tale soglia potrebbe dare uno scossone ai mercati: da un lato verrebbe compromessa una crescita già debole (mi riferisco sempre all’area euro),  dall’altro si assisterebbe a una spinta inflazionistica. Scenario di cui trarrebbero beneficio i metalli preziosi che verrebbero comprati dagli operatori in cerca di riparo dall’inflazione.

L’ultima questione è quella legata alla sfera geopolitica e politica, con molti temi che (al momento) sintetizzo in: elezioni 2024 USA, crisi Mediorientale e infine Canale Suez da cui passa il 10% del traffico mondiale Cargo.