Notizie Notizie Italia Bri mette in guardia l’Italia: con incertezze politiche e allargamento spread sono banche le più colpite

Bri mette in guardia l’Italia: con incertezze politiche e allargamento spread sono banche le più colpite

24 Settembre 2018 09:55

Manovra sotto i riflettori a Piazza Affari. Si apre una settimana decisiva per l’Italia, con il Governo impegnato giovedì nell’approvazione della nuova legge di bilancio che verrà sottoposta a Bruxelles per la valutazione del rispetto dei vincoli sul deficit. “Si sta scommettendo su un documento di Economia e Finanza non troppo distante dalle indicazioni dell’Europa – commenta Pietro Di Lorenzo di Sos Trader -. Sono evidenti, però, le forti pressioni che sta subendo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, affinché si finanzino alcuni provvedimenti incrementando il deficit”.

E mentre si attendono indicazioni e dettagli da Roma sulla prima manovra firmata dall’esecutivo giallo-verde, nel suo rapporto trimestrale “Divergences widen in markets” la Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri), l’organizzazione finanziaria mondiale composta da 60 banche centrali di vari paesi, che insieme rappresentano il 95% circa del Pil mondiale, analizza i mercati sempre più divisi e si sofferma sulla situazione italiana (partendo dalle tensioni politiche di fine maggio, prima della formazione del governo Lega-Movimento 5 Stelle).

L’allargamento dello spread Btp-Bund, segnala la Bri nel suo rapporto trimestrale, “riflette le preoccupazioni degli investitori sulle incertezze politiche future, in particolare sulle potenziali politiche fiscali del nuovo governo. Sul fronte obbligazionario, sottolineano gli esperti dell’organizzazione con sede in Svizzera, l’Italia ha recentemente attraversato “una serie di episodi idiosincratici di stress”. Per esempio, lo spread Btp-Bund a due anni si era allargato più dei titoli di altri paesi europei in scia alla recente crisi in Turchia. 
Ma la scintilla a metà maggio con la circolazione di una bozza preliminare del contratto di Governo che prevedeva, tra i vari punti, anche la cancellazione del debito da parte della Banca centrale europea (Bce). A fine maggio lo spread è poi schizzato di 200 punti base, toccando livelli che non vedeva da agosto 2012. La Bri sottolinea, tuttavia, che nonostante questo brusco aumento il differenziale si mantiene sotto i livelli della crisi.


Ad essere colpite maggiormente sono le banche della zona euro, in particolare modo quelle francesi, italiane e spagnole. “Il mix tra lo stress registrato sui mercati dei titoli di stato italiani e la crisi valutaria in Turchia hanno esercitato una forte pressione sulle banche della zona euro – si legge nel documento della Bri -. L’andamento dei titoli ha ampiamente sottoperformato quello dei peer di altre economie avanzate. Una divergenza tra le quotazioni delle banche dell’Eurozona e quelle statunitensi che è iniziata a fine maggio, quando l’incertezza politica in Italia è aumentata”. Sulle banche lo spread pesa in maniera diretta a causa dell’indebolimento del capitale attraverso le ampie perdite sul valore dei Btp e in maniera indiretta a causa di condizioni di finanziamento più difficili.

Al di là dell’Italia, lo scenario resta ancora altalenante. E sono diversi i fattori che entrano in gioco, tra cui le decisioni della Fed e il rafforzamento del dollaro. C’è poi sempre la questione emergenti. “Le crisi valutarie in Argentina e Turchia, sebbene guidate principalmente da fattori interni, hanno cementato i più ampi cambiamenti di atteggiamento degli investitori”.