Notizie Indici e quotazioni Borse Europa terminano poco mosse una seduta povera di spunti

Borse Europa terminano poco mosse una seduta povera di spunti

Pubblicato 11 Marzo 2024 Aggiornato 12 Marzo 2024 09:02

Le borse europee chiudono poco distanti dalla parità, in una seduta povera di spunti macroeconomici rilevanti.

Panoramica sulla chiusura delle Borse del 11 marzo 2024

Indici Europa e Italia

L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in ribasso dello 0,6%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,27% a 33.315,07 punti.

Poco mossi il Dax tedesco (-0,3%), il Cac40 francese (-0,1%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,2%).

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Migliori e Peggiori a Piazza Affari

Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo su Bper Banca, Moncler e Iveco Group.

Al contrario, i peggiori del listino sono Telecom Italia, nonostante le indicazioni aggiuntive sulla riduzione del debito nel 2025-26, Leonardo e e A2a. Quest’ultima dopo un accordo da 1,2 miliardi con Enel e alla vigilia del piano industriale.

Giornata volatile per le banche, in scia alla consultazione di Banca d’Italia per l’introduzione di una nuova riserva di capitale per il rischio sistemico.

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Andamento Spread Btp / Bund

Sull’obbligazionario, lo Spread Btp/Bund con il rendimento del decennale italiano in aumento al 3,62% e quello del Bund al 2,3%.

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Forex e Commodity

Sul Forex, cambio euro/dollaro poco mosso a 1,093 e dollaro/yen sotto i 147 yen per dollaro, dopo la revisione del Pil giapponese del quarto trimestre da -0,1% a +0,1%. La mancata recessione dell’economia nipponica rafforza le ragioni per un aumento dei tassi da parte della BoJ nella riunione di questo mese.

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Tra le materie prime, il petrolio Brent sempre in area 82 dollari al barile, mentre l’oro si mantiene oltre i 2.180 dollari l’oncia.

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Nuovo record per il Bitcoin, che ha toccato quota 72.600 dollari per la prima volta.

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Domani inflazione Usa

In assenza di dati di spicco, l’attenzione è già proiettata al rapporto di domani sull’inflazione statunitense, vero market mover della settimana. I prezzi al consumo Usa dovrebbero evidenziare una crescita annua del 3,1%, in linea con gennaio, e un rallentamento dell’indice core dal 3,9% al 3,7%.

Nei prossimi giorni sono in programma anche le vendite al dettaglio Usa, i dati sui salari nel Regno Unito e le dichiarazioni di alcuni banchieri della Bce. In Cina, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,7% e i prezzi alla produzione sono scesi del 2,7% annuo a febbraio.