Notizie Notizie Italia Anche i PIR in vacanza? Alert degli analisti su possibile sboom estivo delle mid e small cap

Anche i PIR in vacanza? Alert degli analisti su possibile sboom estivo delle mid e small cap

21 Giugno 2017 10:19

La spinta alle mid e small cap italiane arrivata dai PIR (Piani Individuali di risparmio), introdotti da gennaio 2017, potrebbe perdere slancio in questi mesi in caso di rallentamento fisiologico della raccolta nei mesi estivi dopo il boom della prima parte dell’anno. 

Verso pausa dopo ampia sovraperformance
Gli analisti di Equita hanno pertanto deciso di ridurre il peso azionario nel nostro portafoglio mid-small nella convinzione che nei prossimi mesi vi sarà una correzione delle quotazioni dovuta al probabile (e fisiologico) rallentamento della raccolta dei fondi PIR e alla significativa outperformance delle mid cap italiane rispetto ai peers europei. Infatti i multipli delle aziende domestiche sono ora a premio dell’8% rispetto ai comparable mentre in media hanno sempre trattato in linea o, durante i periodo di stress sul rischio paese, a significativo sconto.

“Il nostro timore – rimarca la sim milanese in un report – è che in assenza degli acquisiti alimentati dalla raccolta dei PIR possano prendere il sopravvento le prese di profitto legate a valutazioni su livelli storicamente elevati e all`approssimarsi delle elezioni politiche in Italia (marzo-aprile 2018)”.

La cautela sulle mid-small, aggiunge Equita, è anche coerente con la view cauta sul mercato nel suo complesso.

Cosa sono i PIR
I Piani individuali di risparmio (PIR) sono una forma di investimento a medio termine con l’obiettivo di veicolare i risparmi delle famiglie verso le imprese italiane e in particolare verso le piccole e medie imprese giovandosi dell’esenzione fiscale fino a un tetto di 30 mila euro l’anno. L’investimento avviene attraverso strumenti finanziari come obbligazioni, azioni e quote di fondi di investimento su imprese italiane, anche di piccole-medie dimensione, o aziende con stabile organizzazione in Italia. Ogni singolo PIR prevede un investimento minimo di 500 euro e un importo massimo di 30mila euro l’anno. L’investimento deve essere mantenuto per almeno 5 anni con un importo complessivo massimo di 150.000 euro. Il 70% di quanto investito deve essere destinato a strumenti finanziari emessi da imprese italiane oppure da imprese europee purché abbiano una stabile organizzazione in Italia. Di questa porzione, almeno il 30% (quindi il 21% del totale) deve essere investito in strumenti finanziari emessi da imprese che non sono inserite nell’indice Ftse Mib di Borsa italiana.