Notizie Notizie Italia UniCredit: addio definitivo a Fineco. E al via sub-holding con sede in Germania per raggruppare attività estere

UniCredit: addio definitivo a Fineco. E al via sub-holding con sede in Germania per raggruppare attività estere

9 Luglio 2019 08:16

Diverse le novità in casa UniCredit, ma la prima è sicuramente quella, ancora in fase di rumor, riportata in prima pagina dall’edizione odierna del Sole 24 Ore. Il gruppo di piazza Gae Aulenti gestito dall’AD Jean-Pierre Mustier starebbe lavorando a un piano per modificare la propria architettura societaria.

Un piano che prevede la creazione di una sub-holding basata in Germania, in cui far confluire tutte le attività non italiane dell’istituto.

“E sopra, a controllare il tutto, la holding ‘madre’ italiana. È un progetto ad ampio respiro quello che si sta studiando in casa UniCredit. La banca di piazza Gae Aulenti, a quanto risulta al Sole 24Ore, ha aperto una gara cui hanno aderito diversi advisor, finalizzata a trovare il soggetto che deve aiutare a rivedere nel profondo l’architettura societaria. L’obiettivo finale è rendere più nitida l’identità pan-europea del gruppo, che oggi al contrario vede tutte le controllate fare capo alla holding italiana. Il riassetto tra l’altro permetterebbe anche di ridurre il costo del funding“.

“Il riassetto – spiega il quotidiano di Confindustria – nelle intenzioni del management, migliorerebbe la resolvability del gruppo. Tradotto, permetterebbe di ottimizzare la struttura e rendere più ordinata la risoluzione della banca nell’eventualità (estrema) di una crisi, riducendo così le richieste del regolatore ai fini Tlac. E inoltre consentirebbe, dettaglio non secondario, di ridurre il costo del funding”.

Il motivo della scelta della base della newco, che sarebbe in Germania, non è certo casuale. Secondo le indiscrezioni UniCredit avrebbe deciso di puntare su un paese con rating a Tripla A, proprio per beneficiare di un costo più basso della raccolta, in quanto l’emissione di eventuale debito avverrebbe con l’assist del rating del paese in cui è basata la subholding.

Ma UniCredit, sempre secondo quanto riportato dal Sole, ha anche un altro obiettivo: quello di allontanarsi in qualche modo dal rischio Italia, che ha pesato sulla valutazione di una banca che detiene comunque più della metà dell’attivo fuori dall’Italia:

“A quanto risulta, infatti, sotto all’ombrello della divisione estera rientrerebbero tutte le 13 realtà territoriali estere, le cosiddette operational company: si va dall’Austria, alla Germania, Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria e Turchia”.

“A quanto risulta al Sole, la scatola estera sarebbe controllata al 100% dalla holding italiana. Holding madre che verrebbe confermata in Italia, a Milano, dove il gruppo manterrebbe la sede, il quartier generale e la quotazione del titolo, e sotto cui ricadrebbero tutte le attività domestiche”

NOVITA’ IN CASA UNICREDIT ANCHE CON CESSIONE QUOTA RESIDUA IN FINECO

UniCredit si prepara intanto alla vendita, attraverso un accelerated bookbuilding, della quota residua, pari al 18,3%, di Fineco, che vale circa 1,1 miliardi. La cessione segue quella di un mese fa, effettuata sempre sul mercato e tramite un accelerated bookbuilding a investitori istituzionali, per la vendita del 17% della banca online. Anche questa operazione sarà rivolta a determinate categorie di istituzionali, e avrà come conseguenza “l’aumento del flottante in modo da rendere il gruppo guidato da Alessandro Foti una vera public company”, precisa il quotidiano di Confindustria. 

UNICREDIT: QUOTA POTENZIALE IN MEDIOBANCA OLTRE IL 10%

La quota potenziale di UniCredit in Mediobanca sale oltre il 10%. E’ quanto emerge dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti. Precisamente, se si considerano le partecipazioni in strumenti finanziari e aggregati la quota si attesta al 10,117%. Il Sole 24 Ore precisa comunque che UniCredit ha fatto sapere che le operazioni che hanno comportato il superamento della soglia del 10% “in nessun modo sono dirette ad acquisire azioni Mediobanca a titolo di stabile partecipazione“. E, comunque, in realtà la partecipazione diretta con annessi diritti di voto è salita dall’8,4% all’8,848%. Balla un 1,269% in derivati.