News Notizie Notizie Italia Piazza Affari ancora giù: Ftse Mib -0,7%. Unipol su e DiaSorin giù

Piazza Affari ancora giù: Ftse Mib -0,7%. Unipol su e DiaSorin giù

23 Luglio 2020 17:47

Ancora una giornata di ribassi per Piazza Affari, che chiude la seduta odierna con segno meno, in linea con le Borse europee e l’andamento iniziale di Wall Street. Sui mercati pesano le tensioni tra Stati Uniti e Cina, a cui si aggiungono l’evoluzione dei contagi che alimenta l’incertezza per la ripresa. Intanto dal fronte macro Usa è giunto il primo aumento dei sussidi disoccupazione da fine marzo, ossia da quando è scattata l’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown. Nella settimana conclusa lo scorso 18 luglio si sono registrate 1,42 milioni di nuove richieste di sussidi alla disoccupazione negli Usa, in aumento rispetto alle 1,31 milioni della settimana precedente. Gli analisti avevano stimato un dato sostanzialmente stabile a 1,3 milioni. In questo quadro l’indice Ftse MIb di Piazza Affari ha archiviato la seduta con una flessione dello 0,7% a 20.454,46 punti.

Tra i titoli di Piazza Affari, in evidenza STMicroelectronics che è scattata in avanti con un balzo di oltre il 3% pero poi rallentare e chiudere a -0,4%, dopo aver rivisto al rialzo la guidance sui ricavi per il 2020. Il big italo-francese dei chip si attende per il terzo trimestre una crescita dei ricavi netti per 2,45 miliardi di dollari, pari a un aumento del 17,4% su base sequenziale, più o meno 350 punti base. Si tratta di un dato migliore delle attese del mercato, con il consensus Bloomberg che indicava un fatturato di 2,27 miliardi. La vetta del paniere principale è stata però conquistata da Unipol con un +4%.

Sul fondo del listino invece Banco Bpm e DiaSorin, entrambe con un tonfo di oltre il 3%. Su quest’ultima pesa la notizia dell’inchiesta aperta dalla Procura di Pavia sull’accordo siglato tra la società piemontese e il Policlinico di San Matteo sui test sierologici per il Covid, mettendo sotto indagine l’amministratre delegato. DiaSorin ha ribadito la correttezza del suo operato ricordando come l’accordo fosse stato già finito al vaglio del Tar della Lombardia e al Consiglio di Stato.