Notizie Indici e quotazioni Oro inarrestabile, sfonda anche quota $2.020: mercato dominato da ‘fame lingotti’, ipotesi ‘overbought’ ampiamente snobbata

Oro inarrestabile, sfonda anche quota $2.020: mercato dominato da ‘fame lingotti’, ipotesi ‘overbought’ ampiamente snobbata

5 Agosto 2020 10:45

E finalmente l’oro ce l’ha fatta, agguantando quella soglia psicologica a cui la comunità degli analisti guardava ormai da mesi. La notizia dell’esplosione che ha colpito Beirut ha avuto un effetto immediato sui prezzi, che già stavano prezzando la presenza di diversi fattori di incertezza, sui mercati, tra cui la debolezza ostinata del dollaro, le tensioni tra Stati Uniti e Cina, l’incapacità dei democratici e repubblicani Usa, in trattative serrate al Congresso, di giungere a un accordo sul prossimo piano di stimoli fiscali, del valore di $1 trilione.

Per non parlare della minaccia sanitaria ed economica diventata una costante nel mondo: quella rappresentata dalla pandemia del coronavirus COVID-19.

La tragedia che ha colpito il Libano ha rialimentato i timori su eventuali nuove tensioni geopolitiche: il risultato è che le quotazioni dell’oro già ieri hanno testato il valore di chiusura record ben oltre quota $2000, a $2.021 l’oncia. Come si legge in una nota di Mizuho Bank, “Probabilmente le esplosioni a Beirut, che hanno ucciso diverse persone, ferendone migliaia, hanno contribuito al rally dell’oro sopra quota $2020”.

Nelle contrattazioni asiatiche, i prezzi dell’oro hanno continuato a salire, con il contratto spot balzato fino a 2.030,72, prima di rallentare a $2,014.41, sulla scia delle prese di profitto.

Così Giuseppe Sersale, del Team Anthilia, che ricorda come “un safe asset come l’oro abbia chiuso luglio ai massimi storici (superando quelli marcati nel 2011) archiviando un +11% sul mese. Un chiaro messaggio sulla liquidità nel sistema”.

Ancora Sersale:

“Lo spettacolare rally del metallo giallo appare sostanzialmente come il prodotto di una serie di effetti riconducibili alla politica monetaria e fiscale e alla financial repression: 1) l’impatto dello stimolo fiscale sta facendo recuperare le attese di inflazione, come si vede dalla performance dei break even inflation USA ed Euro. 2) la potenza dei programmi di acquisto delle banche centrali mantiene compressi i rendimenti dei bonds, rendendo nullo lo svantaggio tipico dell’oro (non paga cedola) e producendo nel contempo la corposa discesa dei tassi reali.

“ANALISI TECNICA SNOBBATA, SUI MERCATI PREVALE LA FAME DI LINGOTTI”

Dal canto suo Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades, spiega “che è molto tempo che assistiamo a un movimento strutturale dei prezzi del lingotto, con gli investitori che continuano ad aumentare la percentuale del metallo giallo detenuta nel loro portafoglio”.

In questa situazione, “il livello di resistenza di $2000 è stato disintegrato, visto che i prezzi hanno guadagnato altri 30 dollari testando nuovi record quasi ogni giorno”. De Casa aggiunge tra l’altro che, “in questo scenario, i livelli tecnici stanno perdendo di importanza, in quanto il mercato è piuttosto dominato, in modo chiaro, da una enorme fame di lingotti”.

Tra l’altro, “gli investitori non stanno considerando gli indicatori di analisi tecnica o uno scenario eventuale di overbought, ovvero di ipercomprato, visto che stanno semplicemente acquistando oro sperando, in alcuni casi, di realizzare veloci guadagni e, in altri, di fare hedge in caso di ulteriori correzioni del mercato azionario e – in modo particolare – in caso di un deprezzamento del dollaro significativo”.

Deprezzamento tutto confermato dai numeri di luglio, mese in cui lo US Dollar ha perso più del 4%, riportando il mese peggiore in un decennio, ovvero peggiore, su base mensile, dal settembre del 2010. Fattore, questo, che ha portato l’euro a balzare sul dollaro al record in due anni, oltre $1,18.

Una nota di Mps Capital Services invita a non dimenticarsi neanche dell’argento, segnalando che ieri il metallo prezioso è balzato di oltre il 6%, “con le quotazioni che sembrano avviate in tempi più rapidi delle attese verso i 30$”.

In generale, dall’inizio dell’anno, i prezzi dei contratti spot dell’oro sono volati di oltre +32% e si apprestano a concludere l’anno migliore dal 1979. Boom anche per prezzi dell’argento, saliti di oltre +30% nello stesso arco temporale.