Notizie Notizie Mondo Elezioni presidenziali Francia: fattore Le Pen spiazza mercati, si riaccendono timori su effetto nazionalismo

Elezioni presidenziali Francia: fattore Le Pen spiazza mercati, si riaccendono timori su effetto nazionalismo

6 Aprile 2022 13:55

Shock Le Pen in Francia, a pochi giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali del prossimo 10 aprile.

Dall’ultimo sondaggio Ipsos Sopra Steria Cevipof stilato per il quotidiano francese Le Monde è emerso che lo scarto tra Marine Le Pen e l’attuale presidente Emmanuel Macron si è ridotto in modo notevole: Macron conterebbe sul 26,5% del sostegno elettorale contro il 21,5% di Le Pen, a fronte dello scarto 28%-17,5% del precedente sondaggio, condotto tra il 21 e il 24 marzo.

Gli investitori che guardano alla Francia non la prendono bene: il rischio di una Europa meno unita, tra l’altro in tempi di guerra tra la Russia e l’Ucraina, torna a essere scontato dalle azioni e dai bond direttamente interessati.

Ieri i titoli di stato francesi e la borsa di Parigi sono stati colpiti dalle vendite. Non una sorpresa: le stesse elezioni politiche italiane del 2018 che portarono alla formazione del governo M5S-Lega si tradussero in un allargamento dello spread BTP-Bund e in un aumento dei tassi.

I mercati finanziari sono stati molto chiari in questi ultimi anni nel bocciare ogni forma di nazionalismo e populismo, tanto più in un’Europa non abbastanza forte, in quanto ancora fin troppo lontana da rappresentare quegli Stati Uniti d’Europa a cui molti europeisti ambiscono.

Risultato: i forti smobilizzi sui bond francesi hanno portato i tassi decennali a volare al record dal 2015, mentre l’indice azionario benchmark CAC 40 ha fatto ieri peggio delle altre borse europee, scendendo di quasi l’1,3%. La borsa di Parigi è in ribasso anche oggi, insieme al resto dell’Europa.

Ascesa Marine Le Pen, mercati bocciano bond e banche francesi

L’estrema destra rappresentata da Marine Le Pen con il partito Rassemblement National (Raggruppamento Nazionale o Raduno Nazionale, fino al 2018 noto con il nome di Fronte Nazionale), sembra riscuotere sempre più simpatie tra gli elettori francesi: non sui mercati, che puniscono in modo particolare i bond e i titoli delle banche francesi.

Macron è considerato tuttora il candidato che più di tutti ha le maggiori possibilità di conquistare (per la seconda volta) l’Eliseo nel ballottaggio del prossimo 24 aprile; tuttavia, il rischio di una vittoria di Le Pen inizia a farsi più concreto: e così gli smobilizzi si accaniscono sulle banche BNP Paribas, Société Générale e Crédit Agricole, che ieri hanno perso fino a -6%.

E’ tornato a far parlare di sé anche lo spread Francia-Germania a 10 anni, che si è allargato a 53 punti dai 41 punti base di giovedì scorso, salendo al record dall’inizio della pandemia Covid, ovvero dall’aprile del 2020.

“Questi ultimi sondaggi preoccupano i mercati – ha commentato all’Ft Peter Schaffrik, strategist dei mercati globali di RBC Capital Markets: “Non si tratta solo di una minaccia alla continuità (della politica). Le Pen è portatrice di proposte molto diverse. La gente inizia a temere che dopo la dimostrazione recente di unità possa aprirsi una nuova spaccatura all’interno dell’Ue“, in cui gli egoismi nazionali tornino a prevalere.

Si teme insomma che possano tornare a soffiare forte i venti del populismo e del nazionalismo, in un momento c’è già alta tensione in Europa su alcune questioni cruciali, come l’ipotesi del tetto sui prezzi del gas e l’embargo sul petrolio e gas della Russia di Putin.

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Il manifesto elettorale di Le Pen, spiega un articolo del Financial Times, non contempla più l’idea di abbandonare l’euro, contrariamente a quanto avvenne nel testa a testa contro Macron, il primo, del 2017.

Ma la candidata rimane scettica sul libero commercio, così come non è sicuramente una fan dell’apertura dei confini.

Tanto che Jérome Legras, responsabile della divisione di analisi di Axios Alternative Investments, sottolinea che una sua eventuale vittoria potrebbe mandare in soffitta la risposta finora coordinata che l’Unione europea ha dato all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Legras spiega che, in questo contesto di incertezza, le banche sono le prime che i trader tendono a scaricare: “Le aspettative (ora) sono di una risposta europea coordinata per cercare di smorzare lo shock economico ..(provocato dalla guerra). E c’è il timore che con Le Pen non ci sarebbe lo stesso livello di coordinamento”.

Per esempio, continua Legras, “non sarebbe scontato disporre di quel cuscinetto macro che è importante per la redditività delle banche”. 

Inoltre, oltre alla lotta contro l’immigrazione e all’impegno ad aumentare i finanziamenti da destinare alle forze dell’ordine e alle prigioni, Le Pen ha promesso di rinazionalizzare la rete autostradale francese, mandando al tappeto i titoli delle società francesi attive nel comparto delle infrastrutture, come Vinci e Eiffage, che ieri in Borsa hanno perso quasi il 5%. Insomma, una vittoria di Le Pen, ha commentato all’FT un banchiere, “sarebbe un disastro”.

Barclays su vittoria Le Pen: quella simpatia verso la Russia di Putin

Ma il disastro, è questa la domanda martellante, si estenderebbe anche all’Europa?

Sicuramente l’Ue non sarebbe immune agli effetti di una vittoria di Le Pen. Così la divisione di ricerca del colosso bancario britannico Barclays: “Una vittoria di Le Pen il prossimo 24 aprile scuoterebbe il quadro politico francese e avrebbe conseguenze importanti sia per la diplomazia che per l’Europa. La costituzione francese conferisce grandi poteri al presidente nelle decisioni attinenti alla difesa e alla politica estera. In particolare, l’articolo 52 stabilisce che il presidente negozia e ratifica i trattati internazionali”.

“La presidenza di Le Pen finirebbe per avere implicazioni indiscutibili e immediate sul ruolo della Francia in Europa. Un primo possibile problema direttamente legato alla guerra in Ucraina è rappresentato dalla cordialità precedentemente manifestata nei confronti del presidente (russo) Putin e verso la Russia – si legge nell’analisi di Barclays – Sebbene dall’inizio della guerra abbia cercato di prendere le distanze dal presidente Putin, lo scorso 31 marzo, in un intervento alla TV francese (Elysée 2022, France 2), Le Pen ha detto che la Russia potrebbe diventare un alleato della Francia nella lotta al fondamentalismo islamico: dichiarazione – rimarcano da Barclays – che è improbabile che sia stata vista con favore dagli altri governi Ue”.

Le Pen ha detto inoltre che, “se eletta, lancerebbe un referendum per cambiare la costituzione francese, ribaltando la supremazia delle leggi Ue su quelle francesi (intervento France Inter, 19 gennaio 2022). La candidata del ha anche promesso di fermare al libera circolazione di cittadini e beni tra la Francia e il resto dell’Ue, fattore che sarebbe una violazione del mercato unico”. E, si legge ancora nella nota degli analisti, “sebbene abbia abbandonato l’idea di una Frexit, in questo modo Le Pen, di fatto, impedirebbe alla Francia di rispettare i trattati europei”. Insomma, “le relazioni tra la Francia e il resto dell’Ue verrebbero probabilmente messe a dura prova nel caso in cui Le Pen vincesse”.

Barclays: vittoria Le Pen fermerebbe processo integrazione Ue

Potente sarebbe il colpo che l’Ue dovrebbe incassare: “Una vittoria di Le Pen fermerebbe il processo dell’integrazione Ue, preannunciando anche una possibile crisi istituzionale europea. Tutti i progressi verso una politica energetica comune, una difesa comune e una maggiore integrazione fiscale diventerebbero molto più complicati da realizzare, in un momento in cui, per affrontare queste questioni urgenti, c’è davvero bisogno di una leadership europea efficace“.

E’ anche vero, spiegano gli analisti, che “rendere effettiva l’agenda di politica interna di Le Pen richiederebbe la conquista, da parte del suo partito, della maggioranza assoluta in Parlamento“.

A tal proposito, “le elezioni parlamentari si terranno (in Francia) il 12 e il 19 giugno, e (Le Pen) potrebbe faticare ad assicurarsi la maggioranza”. Inoltre,  “anche se fosse eletta il 24 aprile, è possibile che la sua vittoria verrebbe interpretata più alla stregua di una bocciatura di Macron come presidente, piuttosto che come un sostegno inequivocabile dell’elettorato francese alla sua agenda, soprattutto se si considerano la frammentazione del quadro politico francese e il suo sistema elettorale”.

Ancora, “ci aspettiamo che alle elezioni parlamentari di giugno, il campo di Macron organizzi una risposta comune insieme al centro-sinistra, ai verdi e all’area moderata di centro destra del partito dei Repubblicani. Dal canto suo, Le Pen cercherebbe probabilmente di formare una alleanza con i sostenitori di Zemmour e con la frangia più a destra dei repubblicani, ma non riuscirebbe a nostro avviso ad assicurarsi la maggioranza”.

Il punto tuttavia è che proprio questa situazione, secondo Barclays, rischierebbe di sfociare in una “crisi politica“, e dunque in un “aumento dell’incertezza e in possibili implicazioni negative per l’attività economica“.

La Française AM: con Le Pen scenario non positivo per Europa

Un commento sull’ascesa nei sondaggi di Le Pen è stato rilasciato da François Rimeu, Senior Strategist de La Française AM:con vittoria Le Pen scenario non positivo per crescita Europa:

“Si profila un testa a testa tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen al ballottaggio del prossimo 24 aprile. Quale impatto potrebbe avere il risultato delle elezioni sullo sviluppo economico e sui mercati in Europa? C’è il pericolo che una vittoria di Marine Le Pen possa portare il Paese ad un’uscita dall’Euro? Come avete adeguato il vostro portafoglio in vista delle elezioni?”.

“Alla data del 04/04/2022 – fa notare Rimeu – il divario tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen si sta riducendo, con gli ultimi sondaggi che mostrano l’attuale presidente in leggero vantaggio. Anche se una vittoria di Marine Le Pen non sembra essere il più probabile dei risultati, non si può escludere una sorpresa finale, soprattutto perché difficilmente l’elettorato di sinistra darà a Macron lo stesso sostegno del 2017 al secondo turno. Guardando la volatilità implicita su Euro / USD (o gli spread su titoli di stato di paesi simili), i mercati sembrano vedere le elezioni francesi come un non evento, il che delinea uno scenario completamente diverso rispetto al 2017″.

“Per quanto ci riguarda – scrive lo strategist – abbiamo adeguato i nostri portafogli in vista delle elezioni, riducendo l’esposizione ai titoli di stato francesi, ma aumentando l’esposizione verso la Germania e vendendo euro rispetto al dollaro. Escludendo una reazione a catena dei mercati finanziari, le implicazioni a lungo termine rimangono però difficili da valutare. Marine Le Pen non vuole più uscire dall’Eurozona, quindi il rischio di una Frexit sembra essere molto basso per la Francia. Tuttavia, potrebbe portare a una maggiore incertezza per lo sviluppo economico del continente. Le politiche di immigrazione dovranno essere discusse di nuovo, così come le regole fiscali, le relazioni diplomatiche e così via. A prima vista, non sembra uno scenario positivo per la crescita europea futura“.

Abrdn:

Ha detto la sua sulle elezioni presidenziali francesi anche Pietro Baffico, European Economist di abrdn:

“In vista delle elezioni presidenziali francesi, il presidente Macron resta ancora in vantaggio nei sondaggi del primo e del secondo turno. Anche se il sostegno ai candidati populisti è ancora forte, queste elezioni si svolgono in un contesto economico e politico molto diverso rispetto al 2017. Nonostante la Francia abbia sperimentato una delle più forti riprese dopo la pandemia, l’alta inflazione sta erodendo il potere d’acquisto dei lavoratori, mettendo la questione al centro della campagna elettorale, insieme alla strategia climatica della Francia. Macron sta correndo da presidente in carica e gode di un sostegno più forte in questa fase della campagna rispetto ai suoi due predecessori. Il ritiro di Angela Merkel lo ha lasciato come l’uomo di stato più maturo d’Europa, mentre la guerra in Ucraina sta indebolendo la posizione dei populisti vicini a Putin. Lo scenario politico è molto frammentato, con l’ascesa di Eric Zemmour che divide il voto di estrema destra e i tradizionali partiti di governo che ancora lottano per guadagnare consensi”.

“Nel frattempo – continua Baffico – l’euroscetticismo di Marine Le Pen sembra essersi moderato rispetto al 2017 nel tentativo di appellarsi maggiormente alle forze politiche di centro. Il rischio maggiore non è tanto la vittoria assoluta di un candidato estremista, ma piuttosto un parlamento più frammentato dopo le elezioni. Un governo centrista al secondo mandato dovrà probabilmente scendere a compromessi con i partiti sia di sinistra sia di destra sulla politica economica, energetica ed europea. Questo rischia di portare alla stasi politica. La rielezione di Macron sarebbe accolta con favore dai mercati finanziari, in quanto implicherebbe la continuità politica, alcuni ulteriori progressi nell’agenda delle riforme, possibilmente una maggiore integrazione europea e un rinnovato tentativo di affrontare la riforma delle pensioni. Macron è un sostenitore di maggiori investimenti nelle tecnologie verdi e nucleari, ma sarà cauto nell’aumentare le tasse sui carburanti o sulla CO2 per paura di ravvivare il movimento dei Gilets Jaunes. La riforma delle pensioni sarà la questione più difficile da affrontare e ha anche il potenziale di far rivivere le tensioni sociali che hanno afflitto i primi anni della sua presidenza”.

Baffico conclude:

“In caso di elezione di uno dei candidati populisti, gli asset francesi sarebbero probabilmente sotto pressione. Ci aspetteremmo di vedere un allargamento degli spread dei titoli sovrani francesi e una sottoperformance dei titoli azionari e di credito francesi orientati al mercato interno. Tuttavia, dato l’arretramento dei populisti dalle posizioni euroscettiche più rigide, la ricaduta sarebbe probabilmente meno estrema che se si fosse verificata nel 2017 o di quanto abbiamo visto dopo le elezioni italiane del 2018“.