Notizie Notizie Italia Ecco il nuovo bazooka Bce: l’ultimo regalo di Draghi Whatever It Takes all’Eurozona. Soprattutto all’Italia

Ecco il nuovo bazooka Bce: l’ultimo regalo di Draghi Whatever It Takes all’Eurozona. Soprattutto all’Italia

12 Settembre 2019 17:14

E’ l’ultimo regalo di Mario Draghi all’Eurozona in generale e all’Italia in particolare? Viene da chiederselo, e non solo per la reazione positiva dei mercati, che ha visto protagonista il rally dei titoli di stato europei, BTP in primis. Sta infatti calando il sipario sul palcoscenico della Bce che ha visto protagonista indiscusso il banchiere centrale. Il mandato di Draghi è agli sgoccioli.

Il 31 ottobre Super Mario o anche Draghi WhateverItTakes lascerà la presidenza della Bce, passando il testimone all’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Nonostante anche Lagarde sembri dovish, a molti Draghi manca già molto.

Quella di oggi è stata la penultima riunione del Consiglio direttivo della Bce da lui presieduta. E l’ex numero uno di Bankitalia ha voluto fare le cose in grande, annunciando proprio quel bazooka monetario in cui i mercati avevano, nei giorni scorsi, riposto tante speranze. Troppe, aveva detto qualcuno. Nelle ultime ore si era temuto che il QE non sarebbe stato ripristinato, non subito almeno. E invece il Quantitative easing è stato lanciato eccome, così come è stato tagliato il tasso sui depositi che, già negativo, è sceso dal -0,40% al -0,50%.

D’altronde, Draghi & Co non possono certo definirsi soddisfatti dalle condizioni dell’economia europea, che continua a essere zavorrata dalle conseguenze della guerra commerciale lanciata dall’America First di Donald Trump. Una guerra commerciale che non può non arrecare danni soprattutto ai paesi esportatori: come alla Germania, per esempio, che sarebbe già entrata in recessione, secondo l’Ifo (che ha tra l’altro tagliato anche le stime sul Pil tedesco relative al 2019 e al 2020).

Il rallentamento dell’economia globale continua a essere confermato dai vari downgrade che colpiscono gli outlook di crescita sfornati dalle agenzie di rating, dagli strategist e dalle banche centrali. Lo stesso Draghi ha reso noto oggi che la Bce ha tagliato le stime sul Pil e sull’ inflazione dell’Eurozona.

Per Draghi era insomma obbligatorio agire. Ed eccole qui, le misure che ha presentato ai mercati:

1) il tasso sui depositi è stato tagliato di 10 punti base, dal -0,40% al -0,50%. 2) Annunciato il lancio un sistema di tiering a due livelli. In base a tale sistema, parte delle riserve in eccesso che le banche parcheggeranno presso la Bce sarà esentata dai tassi negativi. 3) la forward guidance non sarà più basata sul calendario, ma sarà suscettibile di nuovi cambiamenti nel caso in cui ciò fosse necessario. 4) A partire dal 1° novembre, la Bce lancerà un nuovo QE, che comporterà acquisti di asset per un valore di 20 miliardi di euro al mese. Non c’è una data di scadenza per il Quantitative easing, il che porta molti analisti a ritenere che ormai il piano sia destinato a far parte del DNA dell’istituzione. 5) Le condizioni dei prestiti a tassi agevolati a favore delle banche dell’area euro, ovvero le operazioni di TLTRO, saranno modificate in modo da confermarsi, ora più che mai, un incentivo che porti le banche stesse a erogare maggiori prestiti.

La carrellata di annunci, in particolar modo la notizia relativa al lancio di un nuovo QE, ha galvanizzato soprattutto gli investitori dei mercati del reddito fisso. I buy sono scattati subito sui bond europei, zavorrando di conseguenza i rendimenti dei titoli di stato.

In particolare, la prospettiva di una Bce pronta ad assorbire nuove e ulteriori quantità di bond italiani (e dell’Eurozona) ha dato una spinta ai BTP, che hanno visto capitolare i tassi decennali di ben 20 punti base, fino al nuovo minimo record dello 0,78%. Dal canto loro, i tassi trentennali dei Bund sono tornati in territorio negativo.

Così Vincenzo Longo, market strategist di IG, ha commentato la frenetica reazione dei mercati allo shock positivo firmato Mario Draghi.

Certo, “le misure adottate oggi erano in parte già ampiamente scontate dal mercato, soprattutto quelle riguardanti il taglio di 10 punti base del tasso sui depositi (passato ora a -0,50% da -0,40%) e il tiering per le banche a 2 livelli, che prevede un’esenzione dal tasso negativo sui depositi in eccesso alle riserve (con un multiplo di 6 per tutti gli istituti)”.

Una novità di rilievo c’è comunque stata.

“La vera novità riguarda la ripartenza del Quantitative Easing da 20 miliardi di euro al mese a partire dal primo novembre. Era l’unica misura su cui non vi era un pieno consenso del mercato e, a quanto pare, anche all’interno della Bce, anche se è stata raggiunta un’ampia maggioranza, ha poi precisato Draghi. Le ragioni dietro questo pacchetto di misure risiedono dietro tre fattori, ha sottolineato più volte il numero uno di Francoforte, ovvero: il deterioramento dello scenario macro, la persistenza dei rischi al ribasso e il peggioramento delle aspettative inflattive. A questo punto, la palla passa ai singoli governi, che dovranno fare il resto con la politica fiscale al fine di amplificare la portata della politica monetaria e risollevare l’economia della zona euro, ha proseguito Draghi”.

“La reazione dei mercati – si legge nella nota di Vincenzo Longo – sembra confermare la nostra prima impressione, ovvero che gli investitori abbiano apprezzano l’atteggiamento estremamente dovish (accomodante) della Bce, nonostante le dichiarazioni contrastanti di alcuni esponenti del board degli ultimi giorni. Il risk on che si è generato subito dopo l’annuncio ha messo le ali al comparto azionario, che ora sta ritracciando un po’. In marcato calo l’euro, che ha perso verso le principali valute mondiali. Il cambio Eur/Usd è tornato al test dei minimi annuali di 1,0930, salvo poi rimbalzare su questo livello”.

Dalla nota emerge come la Bce abbia fatto felice soprattutto la carta italiana.

“A giovarne è l’Italia che approfitta più di tutti dell’atteggiamento ultra accomodante della Bce. A testimonianza di ciò lo spread è sceso ai nuovi minimi da maggio 2018, a 136 punti base, con il rendimento sul decennale italiano che ha toccato un minimo a 0,78%. Da qui anche il balzo delle banche italiane (dopo un iniziale ritracciamento), che rendono Piazza Affari maglia rosa in Europa, seguita da altri paesi ‘periferici'”.