Notizie Notizie Mondo Capitombolo di Snap a Wall Street, titolo affonda di oltre -22% dopo risultati III trimestre. Di mezzo c’è la rivoluzione Apple

Capitombolo di Snap a Wall Street, titolo affonda di oltre -22% dopo risultati III trimestre. Di mezzo c’è la rivoluzione Apple

22 Ottobre 2021 10:13

Snap diffonde i risultati di bilancio relativi al terzo trimestre del 2021 e il titolo crolla a Wall Street di ben il 22% nelle contrattazioni afterhours.

Di seguito alcune voci della trimestrale della società famosa per l’APP SnapChat di messaggistica per cellulari e tablet: il fatturato è salito del 57% a 1,067 miliardi; la perdita netta si è ridotta del 64% a -$72 milioni dalla perdita dello stesso periodo dell’anno precedente, pari a -$200 milioni; l’EBITDA su base adjusted è volato del 209% su base annua, a $174 milioni; il flusso di cassa operativo si è attestato a $72 milioni, in crescita rispetto ai $55 milioni del terzo trimestre del 2020. Il flusso di cassa disponibile è sceso invece a $52 milioni, dai $70 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso.

L’eps adjusted è stato pari a 17 centesimi, meglio degli 8 centesimi attesi; il fatturato è stato invece deludente, pari a $1,07 miliardi rispetto agli $1,10 miliardi attesi; gli utenti attivi giornalieri di tutto il mondo sono stati pari a 306 milioni, rispetto ai 301,8 milioni stimati.

Ad affondare il titolo sono state le dichiarazioni del ceo Evan Spiegel che ha parlato dell’impatto, sul business di Snap, dei cambiamenti che Apple ha introdotto a favore della privacy degli utenti dei suoi iPhone.

Su questo punto bisogna fare un passo indietro e spiegare cosa sta succedendo nel mondo delle APP, in base alle decisioni prese da Apple.

Rivoluzione Apple pro-privacy, un colpo alle pubblicità mirate sulle APP

Per determinare quali inserzioni pubblicitarie far comparire sugli smartphone dei loro utenti, finora gli sviluppatori di APP e altri player dell’industria hanno fatto ricorso a un parametro messo a disposizione da Apple:

l’ identifier for advertisers (IDFA) , identificatore per gli inserzionisti pubblicitari.

Così come spiega la stessa Apple, “gli identificatori, come l’Identifier For Advertisers (IDFA) e l’indirizzo email, aiutano a identificare un dispositivo specifico su una rete. Inoltre consentono agli inserzionisti di creare un profilo dettagliato dell’ attività su diversi siti web e app quando rilevano l’identificatore del tuo dispositivo e lo associano all’ attività” dell’utente.

Apple ha introdotto una vera e propria rivoluzione, nel momento in cui ha deciso di andare incontro alle esigenze di privacy dei suoi utenti; già a fine 2020 si parlava delle nuove regole decise dal colosso, volte a costringere gli sviluppatori di APP a chiedere il permesso all’utente per accedere all’IDFA. E già allora era scattato l’alert sul rischio che diversi utenti avrebbero detto no al tracciamento delle loro attività, a danno del lavoro degli inserzionisti pubblicitari e di un intero ecosistema fatto di tracciamenti, di individuazione dei gusti dell’utente, di pubblicità mirate, e dunque, sostanzialmente, di incitamento allo shopping.

Un articolo della Cnbc aveva riassunto la grande rivoluzione lanciata da Apple, la cui adozione sta richiedendo più tempo del previsto.

Il nuovo approccio sarà il seguente: gli utenti degli iPhone vedranno comparire sugli schermi dei loro smartphone finestre pop-up in ognuna delle APP che avranno deciso di utilizzare. I pop-up avvertiranno gli utenti che l’APP starà tracciando i loro dati per scopi pubblicitari, conferendo loro l’opzione di evitare il tracciamento.

Di questo ha parlato l‘AD di Snap:

“Sebbene avessimo anticipato un certo grado di problemi al business, la nuova soluzione fornita da Apple non si è manifestata nel modo previsto, rendendo più difficile per i nostri partner pubblicitari riuscire a misurare e a gestire le loro campagne pubblicatarie su iOS”.

Le dichiarazioni hanno avuto un effetto domino: a fronte del collasso delle quotazioni di Snap, i colossi dei social media rivali Facebook e Twitter hanno visto affondare i loro titoli di quasi il 7% nelle contrattazioni dell’afterhours di Wall Street, a seguito della pubblicazione dei risultati di Snap, a conferma di come gli investitori abbiano paura che anche altri gruppi attivi nel settore possano soffrire l’impatto delle nuove norme sulla privacy firmate Apple.

E non è ‘solo’ questo aspetto che preoccupa l’AD di Snap Siegel. Il ceo ha anche avvertito che le interruzioni che stanno colpendo la catena di approviggionamento a livello globale e la mancanza di personale riducono “il desiderio di breve termine di creare una domanda aggiuntiva dei clienti attraverso la pubblicità”.

Il direttore finanziario di Snap Derek Andersen ha poi aggiunto che, tra i cambiamenti di Apple, le interruzioni della catena di offerta e la difficoltà a reperire il personale, la società prevede di riportare nel quarto trimestre un fatturato del valore compreso tra $1,16 e $1,20 miliardi, decisamente al di soto degli $1,36 miliardi attesi dagli analisti interpellati da Refinitiv.

“Purtroppo, questi cambiamenti si stanno presentando durante una stagione in cui i nostri partner pubblicitari, di norma, si aspettano che le loro catene dell’offerta operino al massimo della loro capacità, e in un momento in cui noi ci aspetteremmo un picco della domanda pubblicitaria”, ha detto ancora Andersen.

Il ceo Spiegel ha mostrato tuttavia un certo ottimismo guardando al futuro:

“Sebbene sia difficile prevedere la traiettoria di queste sfide, la crescita della nostra audience, il lancio dei nostri nuovi prodotti e le piattaforme della nostra comunità, così come l’efficacia dei nostri prodotti pubblicitari per gli inserzionisti ci danno fiducia nel futuro del nostro business e nella nostra capacità di attraversare questo contesto, mentre continuiamo a investire nella nostra visione di lungo termine”.

Snap: in III trimestre utenti attivi +23% su base annua. L’outlook per il IV trim

Snap ha reso noto di aver concluso il terzo trimestre dell’anno con utenti attivi giornalieri pari a 306 milioni, in rialzo di oltre il 4% rispetto ai 293 milioni riportati ad aprile e in crescita di quasi il 23% rispetto ai 249 milioni di utenti attivi riportati dal gruppo nello stesso periodo dell’anno precedente. La società prevede di raggiungere un numero di utenti attivi giornalieri (DAUs) nel quarto trimestre compreso tra 316 e 318 milioni, in crescita rispetto ai 311,8 milioni attesi dagli analisti, secondo StreetAccount.

Da segnalare che l’approccio di Spiegel ai cambiamenti introdotti da Apple è sempre stato piuttosto conciliante.

Così il ceo all’inizio dell’anno:

“Sentiamo di essere ben pronti ad affrontare questi cambiamenti,  francamente perchè questi cambiamenti sono in linea con la nostra filosofia di privacy, visto che non abbiamo mai permesso di mirare in modo specifico un dispositivo, e perchè abbiamo sempre adottato un approccio a protezione dei dati dei nostri utenti. In generale riteniamo che questa sia una cosa buona per i clienti, anche se nel breve termine sarà un po’ dirompente per gli inserzionisti pubblicitari”.

“La realtà è che ammiriamo Apple, e che crediamo che stia cercando di fare la cosa giusta per suoi clienti”, aveva detto il responasabile della divisione di business del gruppo, Jeremi Gorman, commentando i risultati di bilancio del gruppo di allora – Il loro impegno a proteggere la privacy è allineato ai nostri valori e al modo in cui abbiamo lanciato il business fin dall’inizio. Nel complesso, riteniamo di essere davvero preparati ad affrontare questi cambiamenti, ma i cambiamenti a questo ecosistema sono di solito dirompenti e l’esito è incerto”.

Atteggiamento del tutto diverso aveva mostrato invece di avere Facebook, con l’AD Mark Zuckerberg che si era scagliato apertamente contro la mossa:

“Apple può dire che sta facendo questo per aiutare la gente, ma la decisione riflette chiaramente interessi legati alla competizione. Noi e altri siamo contro”.

E diversi sviluppatori di APP avevano lanciato un alert sul rischio che molti utenti avrebbero risposto con un NO alla richiesta di autorizzazione al loro tracciamento, facendo così saltare il loro stesso modello di business, che è quello di permettere agli inserzionisti pubblicitari di individuare il target dei potenziali consumatori e l’efficacia delle loro pubblicità sugli iPhone.