Notizie Notizie Italia Btp Green: emissione record e boom di ordini per il primo bond verde dello Stato italiano. Ma è solo l’inizio

Btp Green: emissione record e boom di ordini per il primo bond verde dello Stato italiano. Ma è solo l’inizio

4 Marzo 2021 12:09

E’ stato già ribattezzato il bond dei record. Si sta parlando del Btp Green, il titolo di Stato dedicato al finanziamento delle spese sostenute a positivo impatto ambientale, offerto ieri dal Tesoro esclusivamente agli investitori istituzionali. Con un collocamento di 8,5 miliardi di euro, è stata la più grande obbligazione verde emessa da un governo dell’Eurozona e ha registrato il record assoluto di domanda per una singola emissione green, con oltre 80 miliardi, confermando l’interesse per i rendimenti italiani ma anche per questa tipologia di obbligazione sostenibile. Ma è solo l’inizio. Già si guarda ai prossimi passi, con una possibile offerta anche per gli investitori retail nel giro di qualche mese.

 

Btp Green 2045, il primo bond verde dello Stato italiano
Ieri il Tesoro ha collocato il suo primo Btp green, il bond verde, per un ammontare complessivo di 8,5 miliardi di euro. Il titolo con scadenza lunga, fissata a 24 anni (30 aprile 2045) ha visto un boom di ordini. La domanda, stando a quanto riportano le principali agenzie stampa, è stata quasi 10 volte l’ammontare emesso, attestandosi a oltre 80 miliardi di euro. La prima emissione è stata riservata agli istituzionali, in cui avrebbero primeggiato fund manager e fondi pensione. Il primo bond green dell’Italia è stato collocato via sindacato da un pool di banche composto da Bnp Paribas, Jp Morgan, NatWest Markets, Crédit Agricole e Intesa Sanpaolo.

L’emissione contribuirà agli obiettivi ambientali e alla più ampia strategia di sostenibilità dell’Italia secondo le modalità illustrate nel documento “Quadro di riferimento per l’emissione dei titoli di Stato Green” pubblicato lo scorso 25 febbraio. In particolare, le risorse raccolte dal Btp green verranno spese in sei categorie, che vanno dall’efficienza energetica ai trasporti, dall’economia circolare alla biodiversità. L’Italia finanzierà, nel dettaglio, le spese statali destinate a contribuire alla realizzazione di uno o più fra i seguenti obiettivi ambientali: elettricità e calore rinnovabili; efficienza energetica; trasporti; prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare; protezione dell’ambiente; biodiversità e ricerca. Chi emette green bond deve infatti certificare la sua strategia ambientale, i criteri di selezione dei progetti da finanziare e quelli di monitoraggio delle spese oltre a quelli per la rendicontazione dell’impatto ambientale che verrà generato dal finanziamento. Sul piano dei conti pubblici, osservano alcuni esperti di mercato, il titolo verde affianca senza sovrapposizioni il Recovery Plan come fonte di finanziamento dei programmi di transizione ecologica.

 

Nuove emissioni di green bond nel 2021
Con questa emissione, l’Italia è diventata il decimo paese europeo a emettere un green bond dopo il boom sovrano dell’anno scorso in Europa, che ha visto come capofila la Germania, la Svezia e l’Olanda. Un passo importante che secondo gli esperti di NN IP rappresenta una pietra miliare per il mercato dei green bond, in quanto l’Italia ha un peso elevato negli indici e nei portafogli dei titoli di stato. “Crediamo che questa sia un’importante pietra miliare per il mercato dei green bond, dato che i portafogli fanno grandi allocazioni in titoli di stato italiani”, ha detto Bram Bos, Lead Portfolio Manager Green Bonds di NN Investment Partners.

La crescita del mercato dei green bond continua ad accelerare e il forte aumento delle emissioni da parte dei governi dà la possibilità a più investitori di rendere più verdi i loro portafogli a reddito fisso. “Stiamo raggiungendo una fase in cui la sostituzione di parte di un normale portafoglio di titoli di stato con titoli di stato verdi è un passo logico e fattibile. Il mercato dei titoli di stato è diventato più diversificato e continuerà a crescere, con paesi come Spagna, Regno Unito e Singapore che dovrebbero emettere obbligazioni verdi inaugurali nel corso dell’anno”, anticipa l’esperto.

Anche S&P Global Ratings prevede un aumento delle emissioni sovrane green. Seppur ancora limitato, il mercato dei green bond sovrani è cresciuto con rapidità negli ultimi anni. Solo nel 2020 è aumentato di oltre due volte rispetto al 2019, raggiungendo i 34 miliardi di dollari. “Prevediamo che almeno sette Paesi sovrani faranno ricorso al mercato dei green bond nel 2021, con emissioni totali stimate a 31 miliardi di dollari, in parte grazie agli impegni politici previsti dall’Accordo di Parigi. Questo porterà lo stock globale di debito green dei 17 sovrani che hanno già emesso questi titoli a circa $114,5 miliardi nel 2021”, ha commentato Karen Vartapetov, credit analyst di S&P Global Ratings.

Il Btp Green anche per gli investitori retail?
Il cammino dell’Italia sulla strada dei green bond è ormai tracciata e potrebbe essere solo all’inizio. Analizzando i bilanci dello Stato 2018-2021, emergono 35 miliardi di spese che possono essere finanziate dai titoli verdi. Visto anche il successo riscosso da questa prima emissione, tutto lascia pensare che ci saranno nuovi collocamenti, magari già nel giro di qualche mese. D’altronde, allo stato attuale ci sono chiari motivi di mercato, considerando l’interesse generale per le emissioni verdi e per i rendimenti italiani, ma anche ragioni politiche, con il nuovo governo Draghi che ha espresso la volontà di percorrere la via della transizione ecologica. E chissà che le prossime emissioni siano aperte anche agli investitori retail, così da avvicinare tutti alle tematiche sostenibili. I risparmiatori potrebbero acquistare questi titoli, così come avvenuto con il Btp Italia, direttamente online, attraverso qualsiasi sistema di home banking abilitato alle funzioni di trading durante i giorni del periodo di collocamento. Se succederà come tutti gli altri titoli di Stato, anche i Btp Green potrebbero essere acquistati all’emissione allo sportello presso la propria banca o all’ufficio postale abilitato, senza alcuna commissione a carico degli investitori. Anche la tassazione dovrebbe essere uguale a quella di tutti gli altri titoli di Stato, ovvero al 12,5%.