Notizie Notizie Italia Atlantia affonda (-9%): mercato spaventato da 500 milioni a Genova. Mentre Toninelli pensa a nazionalizzare Autostrade

Atlantia affonda (-9%): mercato spaventato da 500 milioni a Genova. Mentre Toninelli pensa a nazionalizzare Autostrade

20 Agosto 2018 10:35

La guerra del governo M5S-Lega contro i Benetton, che con Edizione attraverso Sintonia detiene il controllo di Atlantia e Autostrade, va avanti: questo, al di là delle scuse e della caccia al colpevole del crollo del ponte Morandi a Genova, di una tragedia che ha fatto 43 vittime accertate fino a oggi e che ha devastato l’intera città ligure, è un dato di fatto. 

Come si dipanerà questa guerra è tutto da vedere. E il titolo Atlantia, dopo aver rimbalzato venerdì scorso con un rally del 5%, prima non riesce a fare prezzo, segnando un calo teorico del 9,5%, poi entra nelle contrattazioni, con un bilancio che rimane pesante. 

Il titolo apre con un forte scivolone, riflettendo tutto il pessimismo degli operatori di mercato sul futuro di Atlantia. Intanto, a seguito del discorso che l’AD Giovanni Castellucci ha fatto sabato, giorno dei Funerali di Stato e di lutto nazionale per le vittime della tragedia di Genova, sulla stampa italiana sono circolate diverse ipotesi sulla stessa permanenza dell’AD in Autostrade.

“Autostrade si prepara alla battaglia. Sul piatto metterà le dimissioni dell’AD”, scrive il quotidiano La Stampa.

Si parla di “battaglia campale” tra il governo italiano e la società che fa capo ai Benetton, anche nel caso dell’addio di Giovanni Castellucci. Scrive Matteo Indice su La Stampa:

“L’azienda mette sul piatto un ponte nuovo in tempi che così rapidi non potrebbe ovviamente rispettare nessuno, e per dribblare le lungaggini di un appalto affiderà tutto quel che può a sue controllate. Propone aiuti alle famiglie delle vittime e a chi dalla ricostruzione subirà un contraccolpo. E sebbene la riflessione sia in pieno svolgimento, potrebbe in un futuro prossimo offrire le dimissioni del suo ad (…) Se tuttavia a questo pacchetto non corrisponderà una mitigazione della linea fin qui percorsa dal premier Giuseppe Conte, la guerra sarà totale”.

Nel discorso proferito sabato scorso 18 agosto, Castellucci ha annunciato che Autostrade intende ricostruire un ponte nuovo in otto mesi, in acciaio. Il tempo sarà necessario per la demolizione e la costruzione del nuovo ponte; ha precisato l’amministratore delegato comunicando anche che, a partire dalla giornata di oggi, Autostrade metterà a disposizione fondi a favore per gli interventi necessari per la città di Genova: esattamente, mezzo miliardo di euro.

“L’insieme delle misure arriva facilmente a 500 milioni”, ha detto. Il mezzo miliardo, nello specifico, verrà utilizzato per la costruzione del nuovo ponte in acciaio, per la demolizione di alcuni palazzi e gli indennizzi ai residenti, per alcuni lavori sulla viabilità di Genova, seriamente compressa dal crollo del ponte Morandi, per un fondo per i familiari delle vittime e sfollati.

Castellucci ha detto che la cifra non comprende ” ovviamente i risarcimenti alle vittime”, il cui ammontare sarà definito “successivamente”.

“Già da lunedì sono possibili interventi per la ricucitura della viabilità delle persone e delle merci”, ha detto ancora l’AD.

Novità cruciali e dettagli sul piano per la ricostruzione del ponte sono attesi nei prossimi giorni: domani, martedì 21 agosto, si terrà il cda straordinario di Atlantia, che sarà seguito il giorno dopo dalla riunione del comitato rischi e dal cda di Atlantia.

Le parole di Atlantia tuttavia non sono state accolte certo da un’ovazione dal governo M5S-Lega, che rimane nella postazione di attacco.

Tant’è che la decisione della triade Conte-Salvini-Di Maio rimbalza anche nella stampa internazionale. L’Italia andrà avanti nel suo piano di revocare la concessione ad Autostrade, nonostante l’offerta di 500 milioni di euro arrivata dalla società controllante, scrive Bloomberg.

E già quella cifra di 500 milioni starebbe spaventando il mercato. Incidono sul trend negativo del titolo a Piazza Affari, che capitola al minimo degli ultimi quattro anni, anche le dichiarazioni del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che definisce una eventuale nazionalizzazione delle Autostrade “conveniente”.

“Pensi a quanti ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare non per elargire dividendi agli azionisti, ma per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade. Autostrade ha accumulato 10 miliardi di utili in 15 anni”, ha detto in una intervista al Corriere della Sera.

Così La Repubblica, inoltre, scrive:

“C’è di cattivo che 500 milioni di risorse destinate a Genova – per quanto come dice il vice premier Luigi Di Maio siano “un’elemosina” per risarcire il capoluogo ligure e le sue vittime – sono comunque il 42% dei profitti 2017 di Atlantia (1,17 miliardi) e oltre la metà dei dividendi distribuiti (989 milioni). Secondo i dati di Bloomberg, Atlantia vale in Borsa un multiplo di 13 volte gli utili attesi nel 2018. Il conto è alquanto grossolano (perché si dovrebbe tener conto del risparmio sulle tasse di questo mezzo miliardo, così come del costo del finanziamento) ma all’appello potrebbero quindi mancare 6,5 miliardi di capitalizzazione, cioè 500 milioni per 13, che in realtà il titolo in Borsa ha già perso perché il mercato tende sempre ad anticipare gli eventi”. 

Il tonfo di Atlantia ha un effetto domino anche su altri titoli del comparto, come Autostrade Meridionali, Sias e Astm.

E intanto la proposta di Toninelli sembra piacere al ministro dell’Interno Matteo Salvini:

“Studiando i bilanci di Autostrade sì”, ha detto il ministro dell’Interno, intervistato ad Agorà estate (Rai3).

“Poi io sono a favore di compresenza e sana competizione tra pubblico e privato. Sono contento che gli italiani possono scegliere tra scuola pubblica e privata, tra sanità pubblica e privata, e anche infrastrutture: se Autostrade ha incassato 3 miliardi e oltre dai pedaggi ci si aspetta che la gente non cada dopo aver pagato.
All’estero sono gestite in maniera pubblica e addirittura gratuita: non ho ancora abbastanza elementi per dirvi faremo così faremo cosà, ma posso dire che quel che per i Governi passati era Bibbia, per noi non è intoccabile”.

Allo stesso tempo, qualche frase di Salvini ha del conciliante:

“Faremo quello che serve, è utile e giusto, senza guerre di religione: io non sono pro o contro Autostrade, pro o contro i Benetton: i privati nel 90 per cento dei casi fanno bene, penso ai privati che gestiscono la sanità, ai privati che gestiscono le scuole paritarie, che se non ci fossero sarebbe un disastro, in questo caso il privato ha fatto un disastro ed è molto ben pagato”.