Wall Street trascina in rosso l’Europa, Piazza Affari termina a -1,15%
Chiusura in calo per Piazza Affari e le altre borse europee, appesantite anche dall’andamento negativo di Wall Street. Il Ftse Mib archivia gli scambi in ribasso dell’1,15% a 24.265 punti, con vendite soprattutto Diasorin (-3,4%), Nexi (-3,1%), Amplifon (-2,95%) e Iveco (-2,9%). In controtendenza Leonardo (+0,8%), Unicredit (+0,7%) ed Erg (+0,5%).
In giornata l’Istat ha diffuso le nuove stime relative al PIL italiano per il biennio 2022-2023. I valori per l’anno in corso sono stati rivisti al rialzo rispetto al precedente studio di giugno, con una crescita del +3,9% su base annuale (contro il +2,8%). Le previsioni sul 2023 sono state tagliate invece al +0,4% dal precedente +1,9%.
A Wall Street, l’S&P500 cede l’1% e il Nasdaq l’1,4%, con Tesla nuovamente in calo (-1,8%) dopo i rumors di ieri, smentiti dalla società, su un taglio alla produzione nella fabbrica di Shanghai.
A frenare i listini contribuiscono le osservazioni dei manager di alcuni colossi bancari statunitensi, che rinnovano i timori di recessione. Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan, ha ammesso che l’inflazione potrebbe provocare una recessione negli Stati Uniti nel corso del 2023, aggiungendo che un tasso terminale della Fed attorno al 5% potrebbe non essere sufficiente a smorzare l’inflazione.
Anche l’amministratore delegato di Goldman Sachs, David Solomon, ha espresso un parere negativo sulle prospettive economiche, affermando che è presumibile attendersi “tempi difficili”.
Per quanto riguarda l’eurozona, il membro del Consiglio direttivo della Bce Constantinos Herodotou ha ribadito che l’istituto aumenterà nuovamente i tassi, che tuttavia sono ora “molto vicini” al livello neutrale, in cui la politica monetaria non è né espansiva né restrittiva.
Cresce dunque l’attesa per le riunioni della Fed e della Bce della prossima settimana. In entrambe le occasioni, le aspettative indicano un ritocco al costo del denaro pari allo 0,5%.