News Notizie Indici e quotazioni Wall Street, scatta alert anche su First Republic. Titolo crolla di oltre -60%, futures DJ -200 punti

Wall Street, scatta alert anche su First Republic. Titolo crolla di oltre -60%, futures DJ -200 punti

13 Marzo 2023 13:54

La ripresa di Wall Street dura il tempo di qualche ora, anche se il Nasdaq dà una prova di resistenza.

Dopo essere saliti sulla scia dell’annuncio del Tesoro Usa, dell’FDIC, della Federal Reserve, relativo alla decisione di blindare tutti i depositi dei clienti di SVB Silicon Valley Bank, la banca americana fallita lo scorso venerdì, gli investitori si sono concentrati sull’altro annuncio delle autorità federali Usa: quello relativo all’intenzione di chiudere, oltre a SVB, anche la banca crypto Signature Bank.

Adesso il panico si abbatte sull’altra banca regionale americana First Republic Bank, che collassa in premercato del 60% circa.

In una nota diffusa nella giornata di ieri, domenica 12 marzo 2023, il Tesoro Usa, la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) e la Federal Reserve hanno annunciato la decisione di chiudere la banca Signature Bank, per prevenire il contagio della crisi innescata con il crac della banca delle start up SVB, citando la presenza di un rischio sistemico (per Signature).

La paura di un nuovo evento in stile Lehman Brothers e la consapevolezza che quello di SVB è stato il fallimento della banca americana più grande dal crac di Washington Mutual del 2008, hanno innescato forti vendite a Wall Street.

Il Dow Jones Industrial Average ha segnato un ribasso per la quarta sessione consecutiva, scivolando nella sessione di venerdì scorso 10 marzo di 345,22 punti, o dell’1,07%, per chiudere a 31.909,64.

Lo S&P 500 ha perso l’1,45% a 3.861.59, il Nasdaq Composite è capitolato dell’1,76% a quota 11.138,89.

Tutti e tre i principali indici azionari Usa hanno terminato la settimana in ribasso.

In particolare, il Dow Jones ha perso il 4,44%, riportando la settimana peggiore dal giugno del 2022; lo S&P 500 ha sofferto una flessione del 4,55%, mentre il Nasdaq ha perso il 4,71%.

Diversi i titoli di banche Usa che sono stati sospesi nella seduta di venerdì, tra cui quelli di First Republic, PacWest e Signature Bank, quest’ultima esposta al mondo crypto, per l’appunto, costretta dunque anch’essa a chiudere i battenti, dopo la liquidazione annunciata la scorsa settimana, della rivale Silvergate.

La Federal Reserve ha annunciato ieri anche la creazione di un nuovo strumento Bank Term Funding Program (BTFP) volto a blindare i depositanti, ovvero i titolari dei conti correnti presso le banche colpite dalla crisi, SVB e Signature.

Lo strumento offrirà prestiti fino alla durata di un anno a banche e altre istituzioni finanziarie.

“Questa mossa – hanno annunciato le autorità federali americane – è volta ad assicurare che il sistema bancario Usa continui ad assicurare le sue funzioni vitali, al fine di proteggere i depositi e per fornire accesso al credito alle famiglie e alle imprese, in un modo che sostenga una crescita economica sostenibile e solida”.

Alle 13.43 circa ora italiana i futures sul Dow Jones perdono quasi 230 punti (-0,70%); i futures sullo S&P 500 cedono lo 0,58%, mentre i futures sul Nasdaq riagguantano il territorio positivo, in rialzo però di appena lo 0,08%.

Non solo First Republic: in premercato a Wall Street le vendite attaccano anche i titoli di altre banche regionali come PacWest Bancorp e Western Alliance Bancorp, quest’ultima con un tonfo anch’essa di oltre il 60%, mentre KeyCorp perde il 12%.

Perdono anche i titoli delle Big Banks e delle banche americane considerate più solide, come Bank of America, JP Morgan, Charles Schwab.

First Republic ha annunciato nella giornata di ieri di aver ricevuto una liquidità aggiuntiva dalla Federal Reserve e dal colosso bancario JPMorgan Chase, aggiungendo che i finanziamenti iniettati hanno aumentato il livello della liquidità non utilizzata di cui dispone fino a 70 miliardi di dollari.

“Il capitale e la liquidità di First Republic sono molto solidi, e il suo capitale rimane ben al di sopra della soglia richiesta dalle autorità di regolamentazione, stabilita per le banche ben capitalizzate”, hanno annunciato il fondatore Jim Herbert e il ceo Mike Roffler in un comunicato congiunto. Ma il mercato lancia anche oggi l’alert contagio, paventando il peggio per le altre banche regionali, dopo il crac di Silicon Valley Bank e di Signature.