Per Mps due scenari: analisti vedono M&A ancora lontano, prima completare derisking
Sulla stampa tornano a circolare nomi di possibili partner per Banca MPS dopo le parole di ieri del dg del Tesoro, Alessandro Rivera. L’esponente di via XX Settembre ha rimarcato che si stanno studiando scenari di consolidamento per l’istituto in vista del suo programma di uscita dal capitale della banca entro fine 2019. Alcuni quotidiani (Il Messaggero e Il Sole 24 Ore) oggi parlano di due possibili scenari: la fusione con banche di medie dimensioni con i nomi di Banco BPM, UBI e Credit Agricole Italy, oppure la vendita parziale o totale delle azioni Mps in mano al Tesoro.
“MPS deve completare il suo de-risking prima di pensare a una fusione con un altro player (specialmente nel caso di una banca italiana di medie dimensioni”, rimarcano gli esperti di Mediobanca Securities. Nel primo semestre 2019 la banca senese ha riportato un rapporto NPE lordo del 14,6% comprese le cessioni in corso, un livello ben al di sopra di quello riportato da UBI (9,2%) o Banco BPM (9,7%). “Vediamo de-risking come a pre-requisito per qualsiasi azione e calcoliamo che MPS abbia bisogno di scaricare almeno 6 miliardi di esposizioni deteriorate per portare il rapporto NPE lordo al 9%, allineato a quello attuale mostrato da UBI e Banco BPM.