Bce molla i BTP? Ecco i tempi e i modi del QT-Quantitative Tightening. Storia dei bazooka APP e PEPP
Parte il QT, ovvero il Quantitative Tightening della Bce, a dispetto dei BTP e di tutti gli altri titoli di stato dell’Eurozona, che sono stati sostenuti in questi anni dagli acquisti effettuati da Francoforte. QT significa riduzione del bilancio della Bce da tutti quegli asset che la banca centrale ha acquistato nell’ambito del programma lanciato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi. Così nel comunicato con cui il Consiglio direttivo ha annunciato l’aumento di 50 punti base dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale. Il rialzo porterà i tre tassi rispettivamente al 2,50%, al 2,75% e al 2,00%, con effetto dal 21 dicembre 2022.
“Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA sino alla fine di febbraio 2023”.
“Successivamente il portafoglio del PAA sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l’Eurosistema reinvestirà solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo”.
“Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria”.
“Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia”.
Per PPA o anche APP, come si legge nel sito di Bankitalia,
“Nell’ambito dell’Asset Purchase Programme (APP)l’Eurosistema conduce quattro programmi di acquisto di titoli pubblici e privati:
il terzo Covered Bond Purchase Programme (CBPP3, dal 20 ottobre 2014), per l’acquisto di obbligazioni bancarie garantite; l’Asset-Backed Securities Purchase Programme (ABSPP, dal 21 novembre 2014), per l’acquisto di titoli emessi in seguito alla cartolarizzazione di prestiti bancari;
il Public Sector Purchase Programme (PSPP, dal 9 marzo 2015), per l’acquisto di titoli emessi da governi, da agenzie pubbliche e istituzioni internazionali situate nell’area dell’euro; il Corporate Sector Purchase Programme (CSPP, dall’8 giugno 2016), per l’acquisto di titoli obbligazionari e commercial paper emessi da società non finanziarie dei paesi dell’area dell’euro”.
“Gli acquisti netti nell’ambito dell’APP sono stati avviati a marzo del 2015 e sono stati interrotti alla fine del 2018; nei primi 10 mesi del 2019 gli interventi sono stati effettuati esclusivamente al fine di reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. A settembre 2019 il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato la decisione di riprendere gli acquisti netti di titoli nell’ambito dell’APP a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro a partire dal 1° novembre 2019, fino a quando necessario a rafforzare l’effetto di accomodamento dei tassi di riferimento. A marzo 2020 la diffusione del coronavirus (COVID-19) ha provocato un significativo deterioramento delle prospettive di crescita delle economie a livello globale e dell’area dell’euro. In risposta a tale fase di accresciuta incertezza, il Consiglio ha annunciato un insieme articolato di misure di politica monetaria, al fine di garantire condizioni di finanziamento favorevoli all’economia reale. In tale contesto, agli acquisti netti in corso (20 miliardi di euro mensili) è stata affiancata una dotazione temporanea aggiuntiva di 120 miliardi di euro per ulteriori acquisti di titoli sino alla fine del 2020”.
“In una riunione straordinaria, il Consiglio ha inoltre deciso l’avvio, a partire dal 26 marzo 2020, di un nuovo programma, a carattere temporaneo, denominato Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP), con l’obiettivo di contrastare i gravi e crescenti rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e per le prospettive di crescita derivanti dalla diffusione del coronavirus (COVID-19)”.
“Inizialmente il PEPP prevedeva acquisti aggiuntivi di titoli pubblici e privati per complessivi 750 miliardi fino alla conclusione della fase critica del coronavirus (COVID-19), e in ogni caso per tutto il 2020. Successivamente, a giugno 2020, la dotazione del PEPP è stata incrementata di ulteriori 600 miliardi di euro, raggiungendo un totale di 1.350 miliardi di euro, e l’orizzonte degli acquisti netti nell’ambito dello stesso programma è stato esteso almeno sino alla fine di giugno 2021”.
A dicembre 2020, nell’ambito di un’ampia rimodulazione degli strumenti di politica monetaria finalizzata a preservare condizioni di finanziamento favorevoli durante tutto il periodo di crisi e a contrastare le forti e prolungate ricadute della pandemia sulle prospettive di crescita e inflazione, la dotazione del PEPP è stata incrementata di ulteriori 500 miliardi, a 1.850. L’orizzonte degli acquisti netti e la fase di reinvestimento sono state rispettivamente estese almeno sino alla fine di marzo 2022 e di dicembre 2023″.
“A dicembre 2021, in ragione dei progressi registrati nella crescita economica e del miglioramento delle prospettive di inflazione, il Consiglio ha annunciato l’interruzione degli acquisti netti di titoli nell’ambito del PEPP alla fine di marzo 2022. Contestualmente l’orizzonte temporale dei reinvestimenti del PEPP è stato prolungato, almeno sino alla fine del 2024. Al fine di garantire una graduale riduzione degli acquisti netti complessivi il Consiglio aveva altresì deciso di innalzare quelli mensili nell’ambito dell’APP a 40 e 30 miliardi, rispettivamente nel secondo e nel terzo trimestre del 2022. A partire da ottobre 2022 l’ammontare mensile degli acquisti netti nell’ambito dell’APP sarebbe invece tornato a 20 miliardi”.
“A marzo 2022, tuttavia, sulla base della sua valutazione aggiornata sulle prospettive di inflazione e di crescita e tenendo conto del contesto di incertezza scaturito dall’invasione russa dell’Ucraina, il Consiglio ha rivisto l’ammontare degli acquisti netti nell’ambito dell’APP per i mesi successivi, portandoli a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi a maggio e 20 miliardi a giugno. La calibrazione degli acquisti netti per il terzo trimestre dell’anno sarà invece guidata dall’evoluzione dei dati economici e delle prospettive di crescita e inflazione”.
“A giugno 2022, a fronte dell’intensificarsi delle pressioni sui prezzi, il Consiglio ha deciso di porre fine agli acquisti netti di attività nell’ambito dell’APP a partire dal 1° luglio 2022”.
Per Quantitative easing si intende proprio il programma di acquisto di titoli da parte della Banca Centrale Europea, partito ufficialmente nel marzo del 2015.
APP (Expanded Asset Purchase Program) o PPA in italiano è òla definizione più tecnica del QE, noto nel caso dell’Italia come bazooka che ha salvato dalla speculazione i BTP, contribuendo alla discesa, negli ultimi anni, dello spread BTP-Bund, a dispetto del debito pubblico monstre che continua a caratterizzare l’Italia.