Stati Uniti: rivisto al rialzo il dato sulla crescita economica. Attenzione ai campanelli d’allarme
Rallentamento inferiore alle previsioni per il Pil statunitense del primo trimestre. La seconda stima del Pil ha evidenziato un incremento trimestrale (e annualizzato) dell’1,2%, contro lo 0,7% stimato un mese fa. Il dato era atteso allo 0,9%.
Quella registrata tra gennaio e marzo rappresenta la performance più bassa dal primo trimestre di un anno fa e si confronta con il +2,1% del quarto trimestre 2016. La revisione è riconducibile ai maggiori consumi, raddoppiati allo 0,6 per cento (minimo dal quarto trimestre 2009, +3,5% nel Q4), e risulta frenata dagli investimenti in scorte, più bassi di quanto inizialmente stimato (-6 a 4,3 miliardi di dollari, 49,6 miliardi nel Q4).
Il dato, in aperto contrasto con un mercato del lavoro nei pressi della piena occupazione e con il +4% promesso da Trump, potrebbe non riflettere correttamente il reale stato di salute dell’economia a causa di problemi di calcolo già evidenziati dalle autorità.
La Federal Reserve ha già definito il rallentamento “transitorio” e fatto capire che non intende, per ora, farsi influenzare nel suo processo di normalizzazione dei tassi. “Nonostante la Federal Reserve stia confermando di considerare il rallentamento momentaneo, numerose indicazioni indicano che il rimbalzo dell’economia nel secondo trimestre non sarà così eclatante”, ha detto James Knightley, economista senior di ING.
Indicazioni in questo senso sono arrivate anche dai numeri sugli ordini di beni durevoli, scesi ad aprile dello 0,7% mensile. “Si tratta di dato non particolarmente incoraggiante in ottica di investimenti”, continua Knightley, e “il calo degli utili del primo trimestre non rappresenta un fattore capace di spingere al rialzo gli investimenti”.
A questo punto, in ottica Fed, assumeranno una valenza ancora maggiore le indicazioni che arriveranno venerdì prossimo dai dati relativi l’andamento del mercato del lavoro a maggio. “Un’attività economica debole nel primo trimestre e profitti sotto tono potrebbero aver ridotto l’intensità delle assunzioni”.